lunedì 29 ottobre 2018

BRACCONAGGIO. A BRESCIA DENUNCIATI PADRE E FIGLIO BRACCONIERI

Per contrastare il fenomeno del bracconaggio, maxi-sequestro di fauna selvatica realizzato dai militari delle stazioni carabinieri forestali di Vobarno, Gavardo, Vestone e Bagolino. A Bione è stato perquisito un uomo del posto, un 52enne, che teneva complessivamente 1140 esemplari di uccelli selvatici particolarmente protetti dalla Convenzione di Berna, di cui oltre mille già spiumati e congelati.

Bracconaggio a Bione: denunciati padre e figlio

I Forestali hanno individuato nei boschi di sua proprietà 5 siti di trappolaggio presso i quali il bracconiere aveva installato ben 90 metri di reti da uccellagione nonché altri sistemi di cattura illecita come le gabbie a trappola per mammiferi. In corrispondenza di tali siti, inoltre, erano state piazzate decine di gabbiette contenenti richiami vivi di specie selvatiche particolarmente protette (pettirossi, lucherini, crocieri e passere scopaiole), il cui scopo era di attirare i consimili affinché restassero impigliati nelle reti.
L’attività si è conclusa con il sequestro di tutti i sistemi di cattura illecita, 59 esemplari sono stati liberati sul posto e 12 esemplari verranno consegnati ad un Centro di Recupero Animali Selvatici in quanto non idonei all’immediata reintroduzione nell’ambiente naturale. Insieme a questi verranno altresì consegnati i 1069 esemplari congelati.

La denuncia

Il provento dell’attività di bracconaggio sarebbe stata destinata alla commercializzazione sia come alimento (ristoranti e/o privati) o come richiami vivi per l’attività venatoria, ulteriore violazione della normativa in materia di tutela della fauna selvatica omeoterma, che vieta espressamente la vendita e l’acquisto di uccelli vivi o morti, nonché loro parti o prodotti derivati facilmente riconoscibili, anche se importati dall’estero.
Il bracconiere, privo di licenza di caccia, è stato pertanto deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Brescia per il reato di furto aggravato ai danni dello Stato. Le indagini, infine, hanno permesso di appurare che anche il figlio 23enne era coinvolto in tali attività illecite per cui lo stesso, essendo titolare di licenza, è stato denunciato.