giovedì 12 dicembre 2024

GATTO CHIIUSO IN UN SACCHETTO E GETTATO NELLA SPAZZATURA. RITROVAMENTO CHOC A GENOVA

 Un gatto vivo chiuso in un sacco e dentro una borsa, gettato in un cassonetto. Questo il ritrovamento choc in via Bonacchi a Marassi, denunciato sui social dai volontari del canile Monte Contessa nelle ultime ore, con un appello a eventuali testimoni del gesto di contattare la struttura (010.89.79.374 - info@associazioneuna.org). Nonostante il tentativo di soccorso l'animale è poi deceduto. 

Condizioni disperate, il gatto è poi morto

"Un gatto maschio castrato, senza microchip, è stato trovato in condizioni che vanno oltre ogni immaginazione - scrivono dal Monte Contessa -: chiuso in un sacco della spazzatura, a sua volta chiuso all'interno di una borsa, il tutto buttato dentro al bidone del vetro. Il gatto al momento del ritrovamento era ancora vivo. Le condizioni erano disperate - proseguono i volontari -, per cui è stato immediatamente mandato in clinica. Purtroppo, nonostante tutte le cure, è deceduto.





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Gatto chiuso in un sacchetto e gettato nella spazzatura a San Fruttuoso in via Bonacchi, è morto
https://www.genovatoday.it/cronaca/via-bonacchi-gatto-sacchetto-spazzatura.html
© GenovaToday

FIANO ROMANO. ALLEVATORE AMMAZZA TRE CUCCIOLI DI CANE A BSTONATE

 Colpiti a bastonate e lanciati in aria. Tre cuccioli di cane, uccisi da un allevatore in provincia di Roma. Una scena raccapricciante a cui ha assistito una guardia zoofila Earth. La barbarie lo scorso 2 aprile a Fiano Romano, a nord della Capitale. La volontaria ha infatti assistito all'uomo mentre stava colpendo con un bastone i cuccioli, poi lanciati in aria come sassi e letteralmente gettati nella sterpaglia sottostante al terreno. La guardia zoofila ha poi preso la targa del veicolo guidato dall'uomo e ha chiamato i carabinieri. 

Il nucleo forestale di Sant'Oreste, intervenuto sul posto, ha ritrovato tre cuccioli all'interno di un cespuglio di rovi, i quali mostravano segni evidenti di fratture craniche. Gli animali sono stati prontamente trasportati presso una clinica veterinaria locale, dove, purtroppo sono deceduti a causa delle gravi lesioni subite, mentre il terzo è stato sottoposto a eutanasia poiché aveva il cranio completamente fratturato.

In risposta all'accaduto l'associazione Earth ha sporto denuncia alla procura della Repubblica chiedendo che l'uomo sia imputato del reato di uccisione volontaria di animali con le aggravanti della crudeltà

"Esiste un mondo che fingiamo di non vedere - spiega Valentina Coppola, presidente di Earth - fatto di gente per cui è normale soffocare o uccidere a bastonate i cuccioli dei propri cani invece di sterilizzare. Bisogna lavorare sulla sensibilizzazione e sull'opinione pubblica, ma nel frattempo c'è necessità di controlli seri e di pene reali per chi si macchia di questi orrendi reati". 




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Fiano Romano: allevatore uccide tre cuccioli di cane a bastonate
https://www.romatoday.it/cronaca/allevatore-uccide-cuccioli-cane-bastonate.html
© RomaToday

mercoledì 11 dicembre 2024

TROVATO GATTINO USTIONATO. IPOTESI TORTURA

 L’episodio risale a qualche giorno addietro quando un povero micino è stato ritrovato nell’immediata periferia di Arpino con una evidente ferita, sembrerebbe una ustione, sulla parte posteriore destra, tra l’arcata della zampa e la coda. Il gatto è stato immediatamente soccorso e trasferito presso uno studio medico veterinario, affidato alle necessarie cure del professionista. Fortunatamente il pelosetto non è in pericolo di vita. Formalizzata anche una denuncia contro ignoti nella locale stazione dei Carabinieri, i militari dell’arma stanno cercando di risalire al responsabile o, eventualmente ai responsabili, del vile gesto. Un atto di cattiveria gratuita che, se fosse confermato, di certo non può rimanere impunito: la legge prevede sanzioni pesanti per quanti maltrattano gli animali, sia con la reclusione che con multe che partono da 5mila euro.


A UN ANNO DALL MORTE DEL GATTO LEONE AIDAA PRESENTA UN NUOVO ESPOSTO

ANGRI (SALERNO 11 DICEMBRE 2024) E' passato un anno esatto dalla morte di LEONE il gatto  ritrovato scuoiato vivo ad Angri che purtroppo nonostante le amorevoli cure dei veterinari e dei volontari del canile e dell'ASL di Cava dei Tirreni mori tra atroci sofferenze il 10 dicembre dello scorso anno. La vicenda fece il giro del mondo, indignò tutti gli amanti degli animali e non solo, vi furono fiaccolate, prese di posizione di singoli ed associazioni animaliste e la vicenda finì in Parlamento, Da quel giorno è passato un anno esatto e pur rimanendo nel ricordo collettivo oggi anche per il fatto che dopo Leone i gatti ed i cani uccisi con violenza sono stati tanti, troppi, del micio di Angri si parla poco e anche le indagini al momento non hanno portato a risultati evidenti in quanto i colpevoli di quel crimine orribile a quanto  risulta sono ancora sconosciuti ed a piede libero. Ma non tutti accettano questo stato di cose e tra questi l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA cje annuncia la presentazione nei prossimii giorni di un nuovo esposto per chiedere alla procura di indagare ancora sentendo quelle persone che nel tempo avevan avanzato ipotesi sulla dinamica di quanto accaduto al povero Leone e che non sono state prese in esame. "Lasciando perdere le ipotesi fantasiosi di personaggi e sedicenti investigatori che avevano in maniera vergognosa usato questa vicenda per farsi pubblicità noi nel rispetto del lavoro degli inquirenti riteniamo che possa esserci spazio per nuove ipotesi investigative- scrivono gli animalisti dell'AIDAA- e per questo presenteremo un esposto al quale stiamo lavorando mettendo in evidenza elementi che potrebero portare a nuove ipotesi investigative. Ovviamente massimo rispetto per le autorità e per chi seriamente da tempo sta lavorando su queste ipotesi. Riteniamo che in giro vi sia gente che sa e che non ha parlato per paura per queso li invitiamo a farsi avanti con le forze dell'ordine o in via anonima contattare noi al 3479269949. Per Leone-concludono gli animalisti- e per tutti gli altri animali uccisi dalla crudeltà umana non smetteremo mai di cercare giustizia e verità ad ogni costo".


RITORNA L'AVVELENATORE DI CANI DI SAN MARINO

 Nuovo episodio di avvelenamento di una cagnolina a San Marino Città, l’ultimo di una serie di episodi simili. Ne dà notizia su Facebook il proprietario, noto in Repubblica per avere una attività in centro storico. Il cane stava passeggiando in zona via del Voltone quando ha mangiato una esca avvelenata che è, purtroppo, risultata letale.

In un post su Facebook l'ex consigliere Marco Nicolini invita a riflettere oltre gli sfoghi sui social e le richieste di pene più severe, sottolineando che le norme già esistono e vanno applicate. Secondo Nicolini "in un'area tanto ristretta come San Marino Città, dove tutti sanno se il tizio Tal de' Tali si è fumato una sigaretta sul terrazzo e a che ora, non si riesce a mettere le mani su questo maledetto psicopatico, il fallimento è generale e le responsabilità le dobbiamo prendere tutti sulle spalle: amministratori, polizia, cittadinanza". Il post si conclude con l’appello a chiunque abbia informazioni utili: è necessario rompere il silenzio e abbandonare la tipica riservatezza locale per denunciare quanto si sa. 

I primi casi di avvelenamento di cani in Città risalgono al 2011 quando esce avvelenate furono gettate in parchi pubblici e giardini privati. Purtroppo due cani morirono e venne anche sospesa la 29esima esposizione internazionale canina che avrebbe dovuto tenersi in quei giorni.

Dopo diversi anni di tregua, nel 2022 in zona Monte Cerreto si verificarono altri 7 avvelenamenti di cui 3 fatali. In quel caso intervenne anche l'Associazione italiana difesa animali e ambiente con una ricompensa per chi avesse contribuito a rintracciare il responsabile.

Dal canto loro, le istituzioni vararono un decreto legge, al quale fa riferimento Nicolini nel suo post, che ha inasprito le pene sul maltrattamento di animali. 


martedì 10 dicembre 2024

DOPO L'INCEDIO DEL DEPOSITO ENI DI CALENZANO AIDAA CHIEDE DI CONOSCERE LO STATO DI SICUREZZA DI QUELLO DI RHO

 RHO (10 ì DICEMBRE 2024) Una lettera per chiedere di chiarire ufficialmente e pubblicamente le condizioni di sicurezza e le eventuali criticità del deposito Eni di Rho è stata inviata dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA ai vertici dell'ENI e per conoscenza al Prefetto di Milano, mentre nei prossimi giorni un'altra missiva sarà inviata al sindaco di Rho ed ai rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana e Trenord per chiedere se vi sono piani aggiornati in caso di grandi incidenti nell'impianto Eni di Rho che costeggia la ferrovia Milano-Varese e si trova a pochi metri in linea d'aria dalla linea Milano- Novara. "Dopo quanto accaduto nei giorni scorsi a Calenzano vi sono giuste preoccupazioni tra la popolazione - scrivono gli ambientalisti- sappiamo che il comune di Rhosono dotati di piani di intervento, ma vorremmo capire, senza creare allarmismo, se vi sono criticità nell'impianto Eni di Rho e se si come queste vengono affrontate e superate, ripetiamo- scrivono gli ambientalisti- non vogliamo creare nessun allarminsmo, ma crediamo che la prudenza e il diritto alla conoscenza della situazione sicurezza sull'impianto siano necessari e sia buona cosa portarli a conoscenza della popolazione che vive vicino all'impianto di Rho".


INDAGATI I PROPRIETARI DEI PITBULL CHE UCCISERO IL BAMBINO A EBOLI

 La Procura di  Salerno ha ufficialmente chiuso le indagini sulla tragica morte di Francesco Pio, il bambino di appena 13 mesi deceduto lo scorso aprile dopo essere stato aggredito dai due pitbull di famiglia. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato ai due proprietari dei  cani, accusati di concorso in omicidio colposo.

Le accuse:

  1. Colpa generica:
    La Procura contesta ai due imputati negligenza e imprudenza per aver affidato i cani a persone – nello specifico la madre del bambino e i suoi zii – ritenute non adeguate a gestire animali di tale indole e pericolosità.
  2. Colpa specifica:
    È stata inoltre contestata la mancata custodia dei pitbull, che sarebbero stati lasciati senza adeguati controlli, consentendo loro di sfuggire al controllo e aggredire il piccolo Francesco Pio nel giardino della casa dove si trovava con i suoi familiari.

Dettagli emersi dalle indagini:

  • La pericolosità dei due cani era già nota ai proprietari.
  • Circa un mese prima del tragico evento, gli stessi animali avevano ucciso un altro cane, un episodio che avrebbe dovuto allertare e spingere i proprietari ad adottare misure di sicurezza più rigorose.

Il procedimento legale proseguirà ora con le prossime fasi, che potrebbero portare a un eventuale rinvio a giudizio dei responsabili. Questa vicenda ha suscitato grande dolore e indignazione, riaccendendo il dibattito sulla gestione responsabile di cani considerati pericolosi e sulle misure preventive da adottare per evitare simili tragedie.