venerdì 31 maggio 2019

GATTO UCCISO A GIOIA TAURO DAL BIDELLO. IN 153.000 CHIEDONO IL SUO LICENZIAMENTO

Gattino ucciso a scuola a Gioia Tauro. Una petizione popolare che  è arrivata a 153 mila firme, condivisa da 106, 642 persone.  Migliaia i commenti e  676, 716 le visualizzazioni.Questi i dati di una protesta partita dal web per chiedere il licenziamento che qualche settimana fa ha ucciso un gattino entrato in una scuola a Gioia Tauro. L episodio gravissimo si è consumato davanti ai bambini.
“I destinatari della petizione – ci dice la Mirella Puccio che ha lanciato la protesta –  a cui saranno consegnate prossimamente le firme sono il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetto e il dirigente scolastico della scuola ‘E. Montale’ Francesco Bagalà. L’avvocato difensore del dipendente scolastico ha ribaltato la versione dei fatti, discolpando di fatto il suo assistito, in base a quanto si legge in diversi articoli. La gente – aggiunge – continua a firmare e condividere perché desidera giustizia e un allontanamento ad altre mansioni del bidello, persona inadatta a lavorare a contatto con bambini.
Pessimo esempio per i futuri adulti di domani”. Mirella ha  contattato telefonicamente la segreteria del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. “Mi hanno chiesto di inviare mail con i dettagli della petizione. Verrà informato il Ministro e concorderemo la consegna delle firme” ha concluso.

FEMMINA DI CAPRIOLO UCCISA A FUCILATE NELLA RISERVA NATURALE WWF DI VANZAGO

Una femmina di capriolo è stata uccisa a colpi di arma da fuoco al “Bosco WWF di Vanzago”, Oasi del WWF e riserva naturale della Regione Lombardia. Bracconieri nella notte hanno colpito a morte il capriolo con un fucile a pallettoni evidentemente con puntatore laser e munito di silenziatore.
Il capriolo non è morto sul colpo, ma ha vagato e non è stato possibile recuperarlo da parte dei bracconieri, mentre il cadavere è stato notato la mattina da un runner lungo il bordo di un sentiero dell’area protetta.
Il direttore del “Bosco WWF di Vanzago”, Andrea Longo, ha evidenziato che “il capriolo è patrimonio indisponibile dello Stato. E' stato ucciso in area protetta, in periodo di silenzio venatorio e con arma non consentita. Inoltre, é preoccupante anche dal punto di vista dell’ordine pubblico, che lungo il perimetro della riserva naturale e nelle vicinanze dei centri urbani si aggirino liberamente persone con armi rappresentando un pericolo anche per la popolazione residente”.
"Un episodio davvero inquietante - ha sottolineato il Presidente di WWF Oasi, Antonio Canu . Soprattutto in un’area dove casi del genere appartengono ad un passato remoto. Questo dimostra che il bracconaggio è ancora vivo. Speriamo solo che sia un episodio, gravissimo e insopportabile, ma isolato. In ogni caso come WWF saremo ancora più vigili".

RAPPER DIPINGE IL CANE DI ROSSO. MAI VISTO UN CRETINO SIMILE.

Sembra impaurito e niente affatto a suo agio il chihuahua dipinto di rosso che si vede camminare, in un video su Instagram e Twitter, sull'asfalto, (a detta di chi punta il dito contro, infuocato), di Chicago. A "ridicolizzarlo" in questo modo sui social il suo padrone, il rapper Valee Taylor, in arte Valee, finito subito nell'occhio del ciclone dopo la pubblicazione del post. "Il cane non è un accessorio fashion", il commento più pacato ricevuto sui social. Tant'è che l'artista è dovuto subito passare alle difensive. "Si tratta di un colorante vegano commestibile - ha precisato, - niente prodotti chimici e tossici e poi qui sono 60° Fahrenheit (15° Celsius, ndr)". La giustificazione, però, non ha convinto fan e animalisti. "Anche se si tratta di una tintura vegana non è comunque adatta a un cane", continua l'accusa. Il rapper, comunque, non ha rimosso il video del suo Cliff Notez dipinto di rosso. Così la pioggia di insulti e attacchi su di lui non si ferma.

CANE UCCISO DA BOCCONE AVVELENATO NEL FRUSINATE

Bocconi avvelenati nella riserva naturale del Lago di Posta Fibreno.Qualche giorno fa, mentre cercava tartufi, un cane di razza meticcia, il cui proprietario risiede in un paese vicino, ha masticato un boccone, è stramazzato a terra ed è morto poco dopo. Sul posto, tra le zone di Campo Marino e Valle Rava, si sono precipitati i guardia parco della riserva. Da un primo sopralluogo è spuntato fuori un contenitore di plastica con dentro un sostanza sconosciuta che, insieme al povero cane, è stata sequestrata.
Sono poi intervenuti i veterinari della Asl che non hanno escluso l'ingerimento di una sostanza velenosa e hanno disposto l'invio dell'animale all'Istituto zooprofilattico per un esame approfondito. Per verificare la presenza in zona di altre esche avvelenate sono arrivati anche i carabinieri forestali del Nucleo cinofilo antiveleno con tre cani. Le indagini dei guardiaparco alla ricerca dei responsabili continuano.


MILANO. 400 CANI A GUARDIA DEI FORTINI DELLA DROGA E NEI CAMPI ROM

Milano (31 maggio 2019) . Quarto Oggiaro,  Via Ricciarelli,Via Padova, Giambellino, Lorenteggio, via Gola, zona piazza Prealpi, Bicocca e Maciacchini ma anche zone piu centrali e meno sospette sono quelle dove vivono almeno un centinaio di cani, quasi tutti molossi di grossa taglia, con prevalenza di pitbull che vengono utilizzati come cani da guardia dei fortini della droga e delle zone di spaccio, le segnalazioni di vicini impauriti che ci raccontano di cani tenuti in pochi metri quadrati, nessuno di questi ovviamente munito di microchip e che sono utilizzati da spacciatori (quasi tutti nord africani, ma non mancano italiani) per difendere le loro abitazioni e le zone di spaccio. Nelle scorse settimane un paio di questi cani erano stati sequestrati agli spacciatori in via Gola, ma la presenza di questi cani (che potrebbero anche essere utilizzati anche per combattimenti). L'altra piaga di cui stiamo predisponendo un dossier che nei prossimi giorni consegneremo alle autorità locali e alla magistratura, riguarda la presenza nei campi rom milanesi (legali ed illegali) di oltre trecento cani molti dei quali tenuti in condizioni pietose (maltrattamento), altri utilizzati per raccogliere l'elemosina ed altri ancora forse proventi da furto, per loro chiediamo che una task force di polizia e veterinari entri nei campi rom a partire da Via Bisbino e controlli i cani ad uno ad uno. "Tutti sanno che nei casermoni popolari vi sono cani non regolari di grossa taglia tenuti a guardia di spacciatori e depositi della droga, ma nessuno muove un dito - ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- cosi come tutti sanno e non si tratta di leggenda popolare che nei campi rom ci sono cani maltrattati, fatti cucciolare per essere venduti e cani di provenza furtiva e altri usati per le elemosine, non ci interessa chi sono i maltrattatori, italiani, africani o rom che siano, quello che chiediamo è un piano di controllo perchè molti di questi 400 cani potrebbero,anzi dovrebbero essere restituiti ai loro legittimi proprietari, ci aspettiamo risposte concrete in tempi brevi".
case popolari di via ricciarelli, una delle zone dove i cani sono usati per guardare lo spaccio

ATAC. INDIVIDUATO E SOSPESO L'AUTISTA CHE HA TENTATO DI

Il fatto è accaduto  nei pressi del capolinea Atac di largo Cesare Reduzzi, quadrante sud ovest della Capitale, periferia non lontana da Corviale.E mostra l’autobus della linea 786 che procede spedito nel tentativo di investire un uomo, salvo poi stopparsi non appena c’è il contatto, come fosse una manovra per spaventare il pedone e i due cani - uno marrone e l’altro bianco e nero, entrambi di taglia media - che lo accompagnano. Per un tratto l’uomo cammina all’indietro quasi sfidando l’autista del bus che, quindi, accelera. Mentre al pedone non resta che il disperato (e inutile) tentativo di arrestare l’avanzata del mezzo solo opponendo le mani sul vetro del lunotto anteriore.
La lite
L’ultima parte della scena è nascosta da un muro e dalla chioma di un albero, si vede solo il bus fermo dopo l’inchiodata mentre, con tutta probabilità, i due protagonisti continuano a litigare. Probabilmente all’origine dell’episodio c’è proprio un diverbio tra l’uomo e l’autista che non avrebbe dato il permesso di far salire a bordo i due cani perché sprovvisti di museruola e guinzaglio, come da regolamento della municipalizzata capitolina dei trasporti. La reazione è comunque scioccante, di fatto il pedone diventa bersaglio e l’autobus un mezzo per mettere in pratica una vendetta. Al momento non si conoscono le condizioni dell’uomo anche se, va detto, la tragedia sembra solo sfiorata.
I provvedimenti dell’Atac
L’Atac ha inoltrato il video alle autorità competenti, e ha comunque fatto sapere di aver «immediatamente avviato gli accertamenti non appena ha avuto contezza del filmato, che l’azienda giudica molto grave», recita la nota della municipalizzata che ha anche comunicato di aver individuato l’autista e di averlo sospeso in attesa di decidere altri provvedimenti a seconda di quanto scaturirà dall’indagine della polizia. L’episodio - secondo quanto si apprende da fonti di Questura - risale al 9 maggio scorso. In quella occasione il conducente del bus chiamò la polizia denunciando che nella periferia di Corviale un passeggero aveva danneggiato il bus e poi lo aveva aggredito e minacciato. I poliziotti del commissariato San Paolo che indagano sull’accaduto dopo aver acquisito il video hanno denunciato il conducente.

BASTA TAGLI SELVAGGI DI ALBERI A MILANO

Ancora tagli selvaggi di Alberi nel centro di Milano, la notizia è stata diffusa dal consigliere comunale del movimento cinque stelle Simone Sollazzo durante la seduta di ieri del consiglio comunale. Il consigliere prendendo la parola ha dichiarato di aver ricevuto una segnalazione dalla sua collega Patrizia Bedori (in quel momento non assente in aula) che nei municipi 4 e 7 erano in corso dei tagli non previsti di alberi. Ora cercheremo di saperne qualcosa di piu preciso e vi aggiorno in giornata.
immagine di repertorio

UN VECCHIO L'AVVELENATORE DI CIANCIANA?

Agrigento (30 maggio 2019) - Sono oramai cinque le telefonate giunte in questi tre giorni al 3479269949 dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente in relazione alla taglia promessa per l'individuazione del responsabile degli avvelenamenti che hanno portato alla morte di alcuni cani a Ciancana di Agrigento. Delle cinque telefonate giunte, due erano di insulti, ma per loro errore lo hanno fatto con il numero visibile e quindi saranno trasmesse ai carabinieri per verificare chi sta dietro a queste chiamate, mentre le restanti tre, sono molto interessanti e tracciano un primo identikit del possibile avvelenatore, in tutti questi casi viene indicato un uomo anziano che sarebbe molto noto in paese e con precedenti specifici in sede di avvelenamento dei cani. "Abbiamo chiesto a tutti di predisporre denuncia presso le autorità competenti- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- ma effettivamente cominciamo a pensare di essere sulla strada giusta".

UCCISERO A BASTONATE IL CANE. ASSOLTI.

Quanto avevano fatto il 18 luglio del 2014 aveva scosso l’opinione pubblica nel momento in cui in Bazena a Breno, in Valcamonica, nel bresciano, avevano ucciso a bastonate un cane meticcio. La vicenda era poi approdata in tribunale arrivando all’assoluzione per entrambi perché “il fatto non sussiste”. Il giudice, infatti, aveva accolto l’idea che padre e figlio si fossero mossi in quel modo per difendersi dopo che l’animale avrebbe aggredito il più giovane. In quel processo si erano costituite come parti civili anche quattro associazioni animaliste e una di queste aveva chiesto di ricorrere in appello e così è stato. Ieri, infatti, lunedì 27 maggio, si è svolto il processo di secondo grado in cui l’accusa aveva chiesto 4 mesi per entrambi, ma è stata confermata l’assoluzione per lo “stato di necessità”. Il caso aveva fatto gridare allo scempio come avevano immortalato alcune fotografie con riprese dall’alto in cui si vedeva l’animale colpito a bastonate.

giovedì 30 maggio 2019

ROMA. AUTISTA ATAC TENTA DI INVESTIRE PEDONE CON I CANI

Un autobus che tenta di investire un pedone in mezzo alla strada. Il video che circola sui social è stato postato su Facebook da Micaela Quintavalle, ex dispendente di Atac e sindacalista. Nelle immagini si vede il mezzo (della linea 786, secondo Quintavalle) che «carica» un uomo per costringerlo ad allontanarsi dalla carreggiata, forse. Non è chiaro il perché dell’accaduto nè quando sia successo. Atac ha immediatamente avviato gli accertamenti non appena ha avuto contezza del filmato: «L’azienda giudica molto grave l’accaduto — si legge in una nota —. Nelle more della conclusione degli accertamenti Atac procederà a sospendere cautelativamente l’autista responsabile, una volta individuato. L’azienda valuterà, inoltre, anche una denuncia a carico del dipendente. Nel frattempo ha provveduto a segnalare il video alle autorità competenti».

CASTELLI ROMANI. I BRACCONIERI FERISCONO DUE GHEPPI ALLE ALI

I gheppi feriti trovati in strada da due signore a Velletri, erano stati colpiti da alcuni pallini di cartucce sparati da un bracconiere, gli esami diagnostici presso la clinica "Il Regno degli Animali" diretta dal dottor Umberto Cara ha confermato la tesi che si temeva. " Difficile infatti che questi rapaci, come tutti gli uccelli, si facciano male da soli impattando contro qualcosa, visto che sono fatti in maniera tremendamente meravigliosa e perfetta, solo se si ammalano gravemente possono avere difficoltà a volare ", hanno detto alcuni esperti veterinari. Essendo diversi casi, i guardiaparco e i carabinieri forestali intensificheranno i controlli nelle aree del Parco Regionale dei Castelli per identificare i bracconieri senza scrupoli, che in queste settimane hanno ferito diversi rapaci, sia in ore diurne che notturne, con blitz a sorpresa. La violenza sugli animali in aree protette prevede per legge pesanti denunce penali e anche l'arresto se colti in flagranza di reato. Ieri ai guardiaparco dei Castelli era stato portato anche un rondone ferito sempre ad un'ala.

CHI HA INTERESSE ALLO SFRATTO DELLA COLONIA FELINA DI VILLA CURIA A CATANIA?

Catania (30 maggio 2019) - Villa Curia fa gola, e tra chi vorrebbe forse venderla a immobiliaristi o affaristi e tutti gli altri ci stanno di mezzo 450 gatti quelli della colonia felina, per quale il comune non ha mai fatto nulla e che ora è stata sequestrata in quanto si ritiene che lo spazio sia malgestito e maltenuto e che i gatti siano troppi. Io credo che siamo di fronte all'ennesimo tentativo di nascondere dietro il dito una realtà gestita da poche volontarie, con pochi soldini e alle quali ora per motivi che sospettiamo diversi da quelli ufficiali si intende togliere lo spazio occupato dalla colonia. Ripeto Villa Curia a Catania fa gola, e fa gola a molti, e se per arrivare ai propri scopi qualcuno sacrifica la vita di una delle più importanti colonie feline italiane poco importa dal loro punto di vista. Ora mi chiedo dove stà il sindaco che tanto si vanta di antimafia e di essere uno che tutela l'ambiente? Dove stanno le organizzazioni veterinarie pubbliche che hanno l'obbligo e non solo il dovere di sterilizzare i gatti di quella colonia? Sono domande alle quali in questi giorni stiamo cercando risposte, e senza voler scavalcare nessuno ci preme capire anche perchè chi si occupa di ecomafia su questa vicenda non si è ancora fatto sentire. Bene lo faremo noi, con o senza l'ausilio di altri in quanto la legge la conosciamo e chiediamo venga rispettata. A domani.

LA CORNACCHIA E' UN ANIMALE PROTETTO

La Cornacchia grigia è una delle due specie di Cornacchia presenti in Italia, insieme alla Cornacchia nera (Corvus corone). Facilmente distinguibile dagli altri Corvidi per la sua livrea, ha il dorso e le parti inferiori grigio chiaro, con testa, gola, ali e coda nere. Il becco è robusto, nero e leggermente ricurvo. Maschio e femmina sono indistinguibili all’aspetto: entrambi hanno dimensioni tra i 45 e i 55 cm di lunghezza, apertura alare che varia tra 84 cm e un metro, mentre il peso può arrivare a mezzo chilogrammo. Il volo è dritto, con battiti regolari. Gli stormi hanno un aspetto più ordinato rispetto a quelli del Corvo comune e si riuniscono verso sera per raggiungere i dormitori.
È una specie politipica: sono state infatti descritte quattro sottospecie per il gruppo cornix . È diffusa nell’intera area paleartica: ad eccezione dell’Islanda, la Cornacchia grigia viene avvistata regolarmente in tutta Europa, con un vastissimo areale riproduttivo che abbraccia in modo uniforme la maggior parte dell’Eurasia, dalle coste atlantiche di Portogallo e Regno Unito sino agli Urali. Dalla Russia sino a Cina, Corea e Giappone e in tutto l’Estremo Oriente è presente invece la stretta “parente” Cornacchia nera, con la quale dà origine a individui ibridi negli areali di sovrapposizione.
La Cornacchia grigia in Italia è prevalentemente una specie stanziale, che nidifica e sverna nel nostro Paese. Ma sono stati rilevati anche fenomeni migratori, soprattutto nel Nord Europa. La territorialità è molto accentuata, con una società spiccatamente organizzata e basata su coppie territoriali e gruppi di individui che non si riproducono, costituiti da immaturi o adulti non appaiati. Verso marzo, con la primavera in arrivo, la Cornacchia grigia inizia la costruzione del nido ad opera soprattutto della femmina, solitamente nelle zone alte degli alberi, sopra ai rami più robusti. Annualmente depone tra le 4 e le 5 uova, che cova per un periodo di circa 3 settimane.
Sono gli ambienti parzialmente alberati quelli prediletti dalla specie, una scelta che le permette di non spostarsi per nidificare. Evita invece le zone forestali troppo fitte. A rendere la Cornacchia grigia particolarmente resistente è la capacità di adattarsi agli habitat più disparati, a partire da quelli modificati dall’uomo, dove trova cibo in abbondanza. Non teme quindi le trasformazioni ambientali dalle quali, rispetto ad altre specie, è favorita.

BOCCONI AVVELENATI A CORBETTA

Un’altra piaga è stata evidenziata cioè quella diffusa su tutto il territorio dei bocconi avvelenati lasciati in luoghi dove i cani passeggiano. Si tratta generalmente di polpettine con all’interno chiodi o ami da pesca che possono conficcarsi nella gola o negli organi interni dell’animale condannandolo a una morte lenta e dolorosa. L’ultimo episodio in via Gobetti a Corbetta, una traversa di via della vecchia Postale non lontano dalla piscina che si affaccia sulla ex statale 11. Sono stati avvistati lunedì 25 maggio 2019.

CANE ABBANDOPNATO A MAGENTA

Purtroppo quello dei cani abbandonati è un fenomeno che non conosce tregua e che indigna, dato che esistono strutture idonee ad ospitare trovatelli o animali che non possono essere più tenuti. Una di Queste è il G3A che opera nel Magentino, Abbiatense e nel territorio.
Nonostante ciò, nella mattina di martedì 28 maggio 2019, un cagnolino di taglia media è stato abbandonato sul piazzale del mobilificio che da Magenta porta a Robecco sul Naviglio, per l’appunto in strada per Magenta. A vedere la scena è stato il marito di Sabrina Galli: «Si è accorto perché ha visto un’auto parcheggiata nel piazzale del mobilificio, scendere il cane, veder ripartire l’auto a tutto gas e il cane che rincorreva la vettura che se ne è andata via – spiega – per fortuna in quel momento stava prestando servizio la guardia giurata C.T. di Robecco e del cane se ne è preso cura lui. Noi purtroppo non possiamo tenere altri cani. Ne abbiamo già e più d’uno».
La bestiola, impaurita e spaesata è stata fortunata nella sfortuna, ad essere subito recuperata da persone di coscienza. Ora saranno i sanitari addetti a capire se ha microchip. Potrà essere data in adozione se nessuno la reclama da qui a una decina di giorni. Ha dunque evitato una fine ben peggiore come quella del randagismo o di finire sotto a qualche mezzo in corsa.

mercoledì 29 maggio 2019

I CACCIATORI VOGLIONO ABBATTERE LE CORNACCHIE IN CITTA'

Milano (29 maggio 2019) - In questi giorni in diversi parchi cittadini si segnalano piccoli incidenti che vedono protagoniste le cornacchie e gli umani, in particolare ieri a Milano sono stati diversi gli interventi per soccorrere persone spaventate dai voli radenti delle cornacchie a pochi centimetri dalle teste umane. Il motivo non è certo un impazzimento generale di questi uccelli, ma semplicemente il fatto che essendo il momento di crescita dei loro pulcini li difendono dalla possibile presenza di predatori, e per loro gli uomini sono predatori. Da qui la balzana ipotesi avanzata dai cacciatori che pare stiano per presentare una proposta (attraverso amici parlamentari e consiglieri regionali) di permettere loro di entrare nelle città e sparare alle cornacchie che a detta di questi messeri sono un danno e un rischio per la civile convivenza cittadina. Sono loro il pericolo.NON LE CORNACCHIE.

MASTER UNIVERSITARIO IN "CRIMINOLOGIA E TUTELA ANIMALI"

I reati contro gli animali sono 9.500 l’anno, ogni 90 minuti una persona viene indagata. Gli abusi vanno dalla violenza verso i randagi e gli animali da compagnia, fino alla trasgressione delle leggi in materia di trasporto, di allevamenti e di sperimentazione. 
I numeri non sembrano diminuire e, per questo motivo, si sta facendo largo una figura nuova, in grado di garantire con le sue competenze un’analisi corretta delle dinamiche per tutelare gli animali. 
L’università eCampus ha infatti attivato il master in “Criminologia e tutela degli animali”, l’obiettivo formativo è quello di fornire strumenti utili per potere comprendere appieno la disciplina sulla protezione degli animali e la sua applicazione sul territorio nelle varie sue espressioni. Altro obiettivo è fornire conoscenze tecniche di criminalistica applicata ai crimini contro gli animali e strumenti teorici per l’analisi criminologica di tali fenomeni.
Il master gioverà a tutti coloro che a vario titolo si trovano già a lavorare nell’ambito della protezione degli animali, dunque potrà fornire un’ adeguata formazione per gli operatori del settore, siano essiforze di polizia, avvocati o magistrati o singoli membri e volontari di associazioni protezionistiche che intendono approfondire la tematica, già oggetto del loro lavoro.
Per iscriversi è necessaria una Laurea triennale, magistrale o specialistica conseguita secondo l’ordinamento antecedente o successivo al D. M. 509/99. 
La durata del master è di 1500 ore, l’erogazione è in modalità full online h24, alla fine del corso è prevista una verifica scritta delle competenze acquisite ed una prova pratica applicata al contesto scolastico e supervisionata da un docente tutor.

ACCAREZZARE CANI E GATTI RIDUCE LO STRESS


Scegliere di essere felici è il primo passo per diventarlo. Lo dice la letteratura: «Quel che il sole è per i fiori, i sorrisi sono per l'umanità», scriveva Joseph Addison, autore inglese di fine Seicento. Lo conferma la scienza, che del sorriso e della ricerca della gioia fa ingredienti per una vita sana e lunga.
È proprio a questa ricerca connaturata all'uomo che dedica il suo nuovo libro Eliana Liotta, scrittrice e divulgatrice scientifica che, dopo i best seller La Dieta Smartfood, con bollino scientifico dell'Istituto europeo di oncologia, Il bene delle donne, scritto con il senologo Paolo Veronesi, e L'età non è uguale per tutti, in collaborazione con medici e ricercatori dell'ospedale universitario Humanitas, oggi torna in libreria con Prove di felicità. 25 idee riconosciute dalla scienza per vivere con gioia, in collaborazione con Università e Ospedale San Raffaele di Milano, pubblicato da La nave di Teseo.



LE REGOLE
«Non è un manuale - spiega Eliana Liotta - ma un saggio su evidenze scientifiche. La felicità è quanto di più personale ci sia, non esistono regole e rifuggo da chi pensa di poterle indicare. Oggi sul tema c'è una letteratura scientifica interessante e grazie a tecnologie, come la risonanza magnetica funzionale, possiamo visualizzare il cervello in azione, analizzandone le modificazioni».
Affiancando dati di laboratorio con altri che derivano da questionari, spaziando quindi da neuroscienze e biochimica a psicologia e sociologia, il volume illustra venticinque idee riconosciute dalla scienza per tentare di godere la vita e stare meglio. Gesti individuali, comportamenti anche molto semplici che possono, però, insegnare a trarre soddisfazioni dalla vita di tutti i giorni. Comportamenti per cercare la felicità. O costruirla. Così, il sorriso non è più solo metro di allegria ma pratica cui allenarsi per sentirsi meglio.

IL VISO
«Le emozioni devono anche essere espresse - afferma - il fatto stesso di sorridere fa stare meglio noi e gli altri. D'altronde, è provato che il sorriso è l'espressione che più riconosciamo sul volto degli altri, probabilmente perché in passato era importante distinguere subito gli amici dai nemici». In tal senso, perfino il botulino può far bene. Nel 2013 il Journal of Psychiatric Research ha pubblicato i risultati di una ricerca che rivela l'efficacia, nel ridurre la depressione, di un trattamento con tossina botulinica per spianare le rughe tra le sopracciglia. Studi più recenti guardano al botox per le forme croniche di ansia. «Sembra proprio che quando non si ha più la fronte corrucciata, ci si rassereni. Questo non vuole essere un invito a fare il botulino, sia chiaro, ma non bisogna demonizzare chi si sottopone a qualche intervento». Non solo sorrisi. Gli abbracci sollecitano il cosiddetto ormone del benessere. Accarezzare cani o gatti riduce lo stress e fa rilasciare ossitocina sia agli uomini, sia agli animali. La solitudine aumenta il rischio di soffrire di infiammazione cronica, condizione alla base di patologie come cancro e Alzheimer.
Lo stress è un fattore negativo per l'apparato cardiovascolare. Ha effetti benefici invece stare con gli altri, dire grazie, dedicare tempo a se stessi e alle arti, dormire bene, consumare happy food, dai cereali integrali all'olio extravergine d'oliva. Un peso importante lo ha la luce. È stata scoperta un'area cerebrale che media i suoi effetti sull'umore. Di mattina, il cortisolo tocca il picco, mantenendo alta la concentrazione, di sera c'è più propensione alla creatività. Anche le lacrime aiutano. «Tutti gli animali hanno le lacrime basali - prosegue Liotta - solo noi abbiamo il pianto emozionale e gli scienziati vi hanno riscontrato un effetto anestetico che lenirebbe la sofferenza. Si è scoperto che chi piange guardando un film drammatico dopo un'ora sta meglio di chi non lo ha fatto».

GLI ESERCIZI
La gentilezza è un altro esercizio di benessere. «L'idea hobbesiana dell'homo homini lupus non pare confermata dalla scienza, l'uomo ha un senso innato di altruismo e gentilezza. Già nei bimbi si vedono esempi di generosità. Il male esiste ma scienziati e filosofi iniziano a pensare sia una sorta di deviazione della natura umana». Trovare tempo per sé, riscoprire la lentezza contro la frenesia, valorizzare le relazioni con gli altri: a ben guardare pare che il primo ostacolo nella ricerca della felicità sia nei ritmi della società moderna. «La tecnologia è importante pure per vivere meglio - commenta - ma ci vuole un po' di attenzione, non possiamo perdere il tempo analogico, smarriremmo noi stessi. Ogni tanto è bene uscire dal grigio della città, cercare il contatto con la natura, dimenticare il cellulare. Il problema non è la tecnologia ma l'uso che se ne fa».
La via per la gioia passa anche per l'intestino. «Uno degli ambiti che sta interessando di più gli scienziati - conclude Liotta - è il microbiota, ossia i batteri che popolano l'intestino. Si dice che ci sia un collegamento immediato tra pancia e testa. E si pensa che la composizione del microbiota possa influenzare l'umore. Stiamo parlando di avanguardia ma è allo studio la possibilità di creare psicobiotici, integratori con i batteri che potrebbero migliorare, appunto, l'umore».

COLONIA FELINA SEQUESTRATA A CATANIA. I CONTI NON TORNANO

A Catania esiste una colonia felina riconosciuta dal comune. Circa sei mesi fa il comune di Catania aveva consegnato ad una volontaria uno spazio per occuparsi dei gatti randagi che si erano raggruppati in una struttura, rassicurandola che l'avrebbe aiutata a sterilizzare, curare e contribuire al loro fabbisogno. Questi gatti sono adesso circa 450 e il comune non si è mai interessato, come aveva promesso. stamattina il comune ha sottoposto a sequestro il posto adibito alla colonia, impedendo ai volontari di entrare per curare i mici in degenza e per sfamare tutti gli altri. E' un'emergenza! Moriranno di fame e di stenti! Chiediamo aiuto. L'associazione che è stata allontanata si chiama "Associazione gli altri ONLUS" La volontaria responsabile è Elisabetta Novelli, il posto è Villa Curia, in Via Curia, 107. Ora viene fuori la storia che il comune vorrebbe vendere il terreno in cui è presente la colonia, e che quindi la colonia potrebbe essere un intralcio... ci lavoriamo su e vi aggiorno.

martedì 28 maggio 2019

QUINTO DI TREVISO. AVVELENATI I CANI DELL'EX SINDACO

Ex sindaco nel mirino, avvelenati i suoi cani

Grave episodio nel pomeriggio di domenica a Quinto di Treviso, in via Pasubio. L'ex primo cittadino Mauro Dal Zilio, rincasando presso la sua abitazione, ha trovato uno dei suoi due cani morto, in giardino. L'animale (Tessa il suo nome) è stato avvelenato, come appurato dal veterinario fatto intervenire sul posto, da alcuni bocconi killer. L'altro cane, Ettore (di proprietà della madre di Dal Zilio che vive nell'abitazione a fianco), non ha invece avuto conseguenze. Dal Zilio ha sporto denuncia ai carabinieri di Zero Branco.




CARA BARBARA D'URSO: COSI SI AMMAZZANO GLI STRUZZI CHE LEI INDOSSA NEI SUOI ABITI


Gentile signora Barbara D'Urso,
sono Lorenzo Croce presidente dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente - AIDAA lei mi conosce per avermi ospitato in alcune occasioni nelle sue trasmissioni, le scrivo dopo aver ricevuto per l'ennesima volta segnalazioni dai nostri iscritti ed amici che la vedono in televisione indossare abiti composti da piume di struzzo vero. 
Io capisco che lei debba probabilmente per questioni contrattuali ad indossare abiti di questo o quello stilista, ma la prego di considerare con attenzione queste poche righe, in cui mi permetto spiegarle che gli struzzi di cui lei indossa le piume sono animali maltrattati ed uccisi in maniera brutale, proprio per permettere a persone come lei che appaiono in televisione di indossare vestiti con le loro piume, vorrei ricordarle che questi animali secondo un'inchiesta fatta da una primaria associazione animalista internazionale vengono uccisi a migliaia per la realizzazione di borse e abiti in maniera crudele.
Secondo quanto riportato dai giornali di tutto il mondo gli struzzi negli allevamenti vengono ammazzati cosi: "Uno dopo l’altro vengono spinti in macchinari che li bloccano, li stordiscono con scosse elettriche prima di venire sgozzati. Sono questi gli ultimi istanti di vita di centinaia di struzzi brutalmente uccisi per diventare borse e scarpe vendute da molte grandi firme dell’alta moda mondiale. E non va meglio ai giovani esemplari che vivono pochi giorni, senza mai vedere la propria madre, prima di diventare materiale per portafogli. Tutto questo emerge da un’investigazione condotta in incognito dalla sezione statunitense della Peta (People for the Ethical Treatment of Animals), organizzazione internazionale per la difesa degli animali."
Ora io mi chiedo come lei che in mia presenza si è definita animalista e ha piu volte accolto nei suoi studi persone che si definiscono tali a vario livello e titolo, possa passare sopra a questo massacro, a questa sofferenza di animali e dei loro cuccioli per questioni contrattuali, o ancora peggio per vanità?
Son certo che lei non leggerà mai questa lettera nelle sue trasmissioni (a me interessa che la legga lei) e che la vedremo ancora indossare abiti che sono fatti con parti di animali che hanno sofferto e sono stati ammazzati per far felice stilisti e persone che come lei si vestono cosi.
Se cosi non fosse, oppure se lei fosse interessata davvero a tutelare questi animali, magari non conoscendo il modo in cui questi animali vengono ammazzati la invito a non indossare più vestiti composte da parte di cadaveri di animali morti soffrendo e magari avere il coraggio di diventare lei stessa testimonial vivente contro a sofferenza, ci credo poco e spero meno ma a volte il buon senso prevale anche in chi non ce lo aspettiamo".
Lorenzo Croce

CANI AVVELENATI A CIANCIANA. SCATTA LA TAGLIA

Sei i cani avvelenati negli ultimi giorni a  Cianciana in provincia di Agrigento.  L'ultimo animale è morto, dopo ore ed ore di stenti, domenica mattina.  La carcassa verrà analizzata per cercare di stabilire cosa effettivamente, che tipo di veleno, lo abbia ucciso. Altri due animali stanno lottando fra la vita e la morte e altri tre cani, per fortuna, sono fuori pericolo. Per questo motivo l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente ha deciso di mettere una taglia di 5.000 sul responsabile o sui responsabili di questo eccidio. La taglia sarà pagata a chiunque con la sua testimonianza (e regolare denuncia) sarà in grado di aiutare a trovare, far processare e condannare definitivamente il responsabile di tale eccidio. Le denunce devono essere sottoscritte e dettagliate presso il locale comando dei carabinieri ed inviati in copia all'associazione, per informazioni telefonare al 3479269949.
 la storia
https://aidaa-animaliambiente.blogspot.com/2019/05/strage-di-cani-avvelenati-in-provincia.html

AGGIORNAMENTO
Alle ore 10.00 di oggi giovedi 30 maggio, dopo l'annuncio della taglia sono arrivate 5 telefonate, due delle quali di insulto, e tre con indicazioni che potrebbero avere qualche fondamento di verità, per questo motivo abbiamo invitato le persone che ci hanno chiamato ad andare dai carabinieri a fare denuncia. Ovviamente manteniamo il massimo riserbo su quanto ci è stato detto e sulle persone indicate.

12.000 GATTI INVESTITI DALLE AUTO OGNI ANNO.

Roma (28 maggio 2019) - Quello degli investimenti stradali dei gatti è un fenomeno di cui si parla poco, forse proprio perchè l'investimento di  molti di questi animali passa sotto silenzio essendo animali liberi che vivono in colonia, ma ogni anno sono oltre dodicimila i gatti uccisi per investimenti sulle strade italiane da automobilisti che spesso li lasciano morire tra atroci sofferenze. Secondo i dati elaborati da AIDAA le regioni dove avvengono questi investimenti che rimangono impuniti nonostante si tratti di veri e propri reati sono la Calabria, la Sicilia, la Campania, ma a seguire ci sono anche Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna. Ricordiamo che l'investimento di un gatto o di qualsiasi altro animale prevede l'obbligo del soccorso e che la fuga dopo l'investimento di un gatto o di qualsiasi altro animali in strada è considerato un reato penale. 

BOCCONI AVVELENATI A INZAGO. AVVERTENZA DEL COMUNE

Paura per chi passeggia con i propri animali domestici ad Inzago, nel milanese. Il comune ha fatto sapere nei giorni scorsi che era stata riscontrata la presenza di lumachicida nel parco pubblico di via Magni: una sostanza che può essere letale se ingerita da ignari animali domestici o randagi, che spesso vengono attratti dall'odore di carne ma che poi devono fare i conti con gli effetti devastanti del veleno e talvolta anche peggio (come pezzi di vetro e chiodi). Allarmi di questo tipo sono tanti e spesso si rivelano fasulli oppure diffusi erroneamente dall'isteria collettiva. Ma stavolta il riscontro del Comune di Inzago è un dato di fatto: anche perché appena pochi giorni prima si erano registrati almeno cinque decessi di cani uccisi da polpette avvelenate a Truccazzano, poco distante da Inzago. Anche in quel caso, la polizia locale aveva trovato alcune polpette sospette ed aveva avviato i controlli. Insomma, la paura in questi giorni nella zona è tanta, soprattutto per chi ha animali domestici con cui passeggiare in strada. I rischi peggiori, ovviamente, sono per i randagi che, totalmente ignari del pericolo e privi di un padrone che possa curarli, rischiano di incappare in queste "trappole" e rimetterci la vita, spesso anche nell'indifferenza generale di chi vive in zona.



ANCORA STRAGE DI ANIMALI. GATTI MASSACRATI A MOLFETTA


Un gesto di pura crudeltà e inciviltà. Questo è quanto emergerebbe in seguito al ritrovamento dei corpi martoriati di due poveri gatti nelle vicinanze del Pulo di Molfetta.

Sì, perché le ferite sugli animali fanno pensare a tutto fuorché ad una morte naturale, o frutto di una colluttazione tra randagi. Da una prima analisi dei volontari che li hanno ritrovati due sere fa, sembrerebbe essere proprio la mano umana ad aver barbaramente messo fine alla vita di due gatti, un cucciolo maschio e una femmina sterilizzata accuditi proprio da alcuni volontari della zona. Il tutto senza alcuna motivazione: perché quale danno o fastidio potrebbero arrecare due gatti che al massimo si avvicinerebbero alle abitazioni e dunque alle persone in cerca di un po' di cibo?

In un primo post di denuncia sui social, la Lega del cane di Molfetta ha ipotizzato che i due gatti siano stati uccisi a "badilate in testa". Un dato che potrebbe trovare riscontro con l'esame autoptico che è stato richiesto dalla stessa Lega assieme all'associazione Lo Stregatto di Molfetta, che negli ultimi tempi è fortemente attivo sul territorio cittadino proprio per la cura dei felini.

I volontari, infatti, hanno trasportato i due corpicini martoriati presso la clinica universitaria di Valenzano: con un referto certo, infatti, secondo le associazioni si potrebbe sporgere denuncia e magari cercare di risalire anche all'indennità dell'autore di un gesto così scellerato e insensato.

lunedì 27 maggio 2019

GIOIA TAURO. SECONDO L'AVVOCATO DEL BIDELLO IL GATTO SI SAREBBE SUICIDATO.

Non ci sono parole, il gatto ucciso da un bidello nella scuola di Gioia Tauro non sarebbe stato ucciso, ma stando alle dichiarazioni del legale del bidello stesso si sarebbe di fatto suicidato da solo. Ecco uno stralcio della fantomatica ricostruzione fatta dal legale del bidello e pubblicata dalla Gazzetta del sud edizione di Reggio Calabria: "perché - si evidenzia - contrariamente a quanto all’esterno trapelato, non ha usato alcuna violenza nei confronti del felino, men che meno all’interno del cortile della scuola davanti ai bambini che giocavano. Il gatto è purtroppo deceduto a seguito delle ferite riportate nei diversi giorni in cui è rimasto chiuso all’interno della palestra dove ha cercato in ogni modo di guadagnarsi l’uscita sbattendo violentemente contro pareti e finestre fino a perdere totalmente il senso dell’orientamento culminato con il suo definitivo e tragico sfinimento. Il collaboratore scolastico non ha usato verso il felino alcun tipo di violenza, che non aveva neppure ragione di esistere, posto che il suo unico intento era solamente quello di aiutarlo a riacquistare la libertà perduta in modo del tutto sfortunato e occasionale”. Siamo ovviamente di fronte a una ricostruzione che va oltre la fantasia. Il commento del presidente di AIDAA LORENZO CROCE è il seguente: "mi pare evidente che qui siamo oltre la fantasia, e che queste dichiarazioni altre non sono che delle forzature della difesa per cercare di salvare il suo assistito, il gatto non si è certo suicidato, ma è stato ucciso a bastonate e quel signore dovrà risponderne davanti alla giustizia senza alcuna scorciatoia ne sconto".

TORINO. PRETE ESCLUDE LABRADOR DA FUNERALE PADRONE

Per molti, cane e padrone sono inseparabili anche nel momento della morte. E lo pensava anche chi conosceva Giorgio Aurnia e il suo fedele compagno a quattro zampe Pavel. Non è stato così.
Perché ieri, durante l’addio a Giorgio, morto a 84 anni, il cane Pavel è stato lasciato fuori. Lo ha deciso Danilo Palumbo, il parroco della chiesa Pier Giorgio Frassati. Le motivazioni del sacerdote? «Le regole sono chiare: non si possono portare animali in chiesa, lo sapeva anche San Francesco». Una risposta che non è andata giù ai presenti. Alcuni sono usciti dalla parrocchia stizziti durante la funzione per consolare il cane mentre ululava e piangeva, probabilmente perché distante dal suo padrone. Altri invece a fine messa sono andati a confortare Pavel con delle carezze. La scelta del parroco ha creato scompiglio nella Frassati. «Siamo andati da lui e gli abbiamo chiesto il perché di questa scelta assurda e il sacerdote ci ha risposto che ognuno a casa sua fa quel che vuole, ma questa dovrebbe essere la casa di Dio ovvero di tutti» scuote la testa Elena Girotto.

CERBIATTO UCCISO DA DUE CANI VICINO ALL'AEROPORTO DI FANO

Fano (PU) – Un cerbiatto è stato attaccato e ucciso da due cani di grossa taglia. E’ successo ieri pomeriggio intorno alle 16 nei pressi del’aeroporto, nella via che costeggia Via del Fiume. Ad accorgersi dell’aggressione due residenti della zona che hanno sentito dei lamenti provenire dal campo sottostante. Non appena accortisi di quello che stava succedendo, si sono precipitati in strada con una pala allontanando i cani che sono fuggiti in direzione del vicino sgambatoio dal quale molto probabilmente sono fuggiti eludendo la sorveglianza del padrone o dei padroni (entrambi avevano il collare). Per il povero cerbiatto però, nonostante il tempestivo intervento del residente, non c’è stato nulla da fare. Una volta arrivati, agenti della polizia locale e gli uomini del Cras (Centro Recupero Animali Selvatici) non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.

STRAGE DI CANI AVVELENATI IN PROVINCIA DI AGRIGENTO

Sei cani sono stati avvelenati, s'è rischiata la strage a Cianciana

ei i cani avvelenati. S'è rischiata la strage di randagi, nelle ultime ore, a Cianciana.  L'ultimo animale è morto, dopo ore ed ore di stenti, soltanto ieri mattina. A quanto pare, la carcassa verrà analizzata per cercare di stabilire cosa effettivamente, che tipo di veleno, lo abbia ucciso. Altri due animali stanno lottando fra la vita e la morte e altri tre cani, per fortuna, sono fuori pericolo. 
In paese - social compresi - è scoppiato il caos. Forti le condanne per quanto accaduto: "I randagi non si toccano" - ha detto qualcuno - . "Mi vergogno profondamente di avere certi elementi come compaesani - ha scritto un altro - . È un peccato che un così bel paesino, pieno di bella gente, debba essere rovinato da questi atti vili e indegni".



domenica 26 maggio 2019

CARI ANIMALI DEI CIRCHI. LA LEGGE CHE VI LIBERAVA C'ERA.. MA E' SCADUTA.


Cari tigri e leoni, se speravate di andare finalmente in pensione nel 2019, di smettere di lavorare nei circhi e di comportarvi secondo la vostra natura, sembra purtroppo che questo non sia il vostro anno, malgrado tutte le speranze del 2018. Vi spiego perché.

Il 27 dicembre 2017, esattamente un anno fa, entrava in vigore la legge 175 del 22 novembre 2017, che “riordinava” e “revisionava” le disposizioni in materia di spettacolo, tra cui i circhi. Tra gli altri punti la legge prevedeva il “graduale superamento dell'utilizzo degli animali” da parte di circhi e spettacoli viaggianti. Il provvedimento creò molto malumore tra gli animalisti e gli etologi, che chiedevano di bandire da subito le attività circensi con animali, ma si dovette cercare la mediazione con il centrodestra, che proponeva una semplice “riduzione”, limitatamente agli animali selvatici.

La legge, così come è stata approvata e pubblicata, prevedeva “entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente” l’adozione di uno o più decreti legislativi, ovvero di atti che delegano il governo a mettere 


in pratica la riforma.

I dodici mesi previsti sono scaduti e non ci sono stati i decreti legislativi né per indicarci come “superare l’utilizzo degli animali” nei circhi, né su cosa fare degli animali già utilizzati, e neanche, nei sei mesi in cui il nuovo governo è stato in carica, è stata messa al lavoro una commissione. Al momento è tutto come prima, con i circhi regolati dalla legge 337 del 1968, cinquant’anni fa. Non c’è stata neanche una proroga che permettesse al governo di rinviare l’emissione dei decreti legislativi.

C’è stato tuttavia un video del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, rilasciato lo scorso 16 dicembre sul suo profilo Facebook, in cui il ministro rassicura che applicare quella legge ed eliminare gli animali dai circhi è una sua priorità, “da realizzare attraverso una serie di decreti attuativi” e promette che il primo dei decreti “sarà proprio quello che toglie gli animali dai circhi”.

Cari tigri e leoni, anche a me sembrava una bella notizia, ma di giurisprudenza ne so quanto voi. So però che quando le cose scadono bisogna buttarle via e allora ho chiesto a un giurista cosa ne pensasse. Il professor Federico Gustavo Pizzetti, del Dipartimento di studi internazionali, giuridici e storico-politici dell’Università degli Studi di Milano, mi ha confermato infatti che le date di scadenza valgono anche per i decreti legislativi, non solo per le medicine o i precotti del supermercato.

“L’articolo 2 della legge 175/2017”, spiega Pizzetti, “parla di revisione della normativa vigente tramite decreti legislativi, che possono superare la legge in corso e modificarla, in questo caso stabilendo le procedure per eliminare gli spettacoli di animali dai circhi, attualmente consentiti dalla legge. I decreti attuativi di cui parla il ministro Bonisoli, invece, sono una cosa diversa: non cambiano le leggi vigenti, ma servono a riempire gli spazi vuoti, a fornire i dettagli tecnici e operativi della legge esistente, (per esempio individuando gli elenchi dei circhi, o le norme sulla sicurezza degli spettacoli circensi regolando i controlli sugli animali dei circhi, o stabilendo come sono fatti i moduli per fare il verbale in caso di infrazione alla legge vigente). Per fare un decreto legislativo, occorre invece una legge delega del parlamento, e le deleghe hanno per forza un tempo stabilito, scaduto il quale non possono più essere esercitate”.

“Quindi”, conclude Pizzetti, “in assenza di proroghe, i tempi per mettere in pratica e attuare l’articolo 2 della legge sono scaduti, e, non essendo più modificabile, sul punto rimane lettera morta.
Se la domanda è: "ma il governo, in base all’articolo due di quella legge, può oggi, a tempo scaduto, emanare decreti legislativi per cambiare la legge sull’utilizzo degli animali nei circhi?" La risposta è: "No".

In pratica, la via maestra, costituzionalmente parlando, è quella di approvare una nuova legge delega, riprendendo da capo tutto l’iter: fare la scelta politica di riscrivere la legge, farla riapprovare da Camera e Senato e poi emanare, da parte del Governo, nei nuovi, giusti termini che la nuova legge prevederà, i decreti legislativi per metterla in pratica.

Il tutto, presumibilmente, prenderà almeno un anno, se non di più.
L'alternativa è “riaprire” la delega scaduta, modificando solo l’articolo 2 della legge n. 175/2017, senza approvare una nuova legge delega, persino - è accaduto nella prassi - con un emendamento introdotto in sede di conversione di un decreto legge giustificato da necessità e urgenza straordinarie. Ma si tratta di una strada che solleva molti, e assai gravi, dubbi di costituzionalità e che, almeno in un caso (nel 2002) ha anche incontrato "l’alt” del Presidente della Repubblica.

Cari tigri e leoni, mi dispiace, ci si era provato, ma ora siamo di nuovo al punto di partenza, e abbiamo appena fatto un salto indietro di cinquant’anni. In questi cinquant’anni però molte cose sono cambiate e oggi la quasi totalità degli zoologi, degli etologi, dei veterinari e del pubblico è dalla vostra parte, salvo qualche eccezione purtroppo rumorosa, ma poco scientifica, che vuole ancora vedervi saltare nei cerchi.

“Le esibizioni con gli animali nei circhi”, dice Paola Valsecchi, etologa del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università degli Studi di Parma, “non dovrebbero essere ammesse perché nulla di quella vita rispetta il loro benessere. A partire dall'addestramento a cui sono sottoposti per fare esercizi del tutto innaturali per la loro etologia. Addestramento che si basa sull'uso di punzioni e coercizioni. Sono animali selvatici anche se nati in cattività, non hanno fatto un percorso di domesticazione che comporta un processo di selezione artificiale. La loro esibizione è altamente diseducativa. Veicola un mesaggio di supremazia dell'essere umano sull'animale (tigri e leoni che saltano a comando nel cerchio). Li rende ridicoli (orsi che vanno in bicicletta) e induce i bambini a credere che quella sia la loro vita e che stiano bene. Ma non è così. Non solo il trasporto è critico, ma anche la vita in gabbie non idonee, e molti sono perennemente legati. La presenza di pubblico, suoni e rumori può  essere molto stressante soprattutto per i felini”. 

Augusto Vitale, etologo esperto in benessere animale, che afferisce all’Istituto Superiore di Sanità ma che, specifica, parla a titolo personale, rincara la dose. “Nei circhi”, dice, si usano specie protette e a rischio di estinzione, come le tigri, e questo veicola un messaggio sbagliato: nel pubblico si crea la falsa percezione che se sono “spendibili” nei circhi, allora non sono poi tanto a rischio di estinzione in natura. Gli animali selvatici non dovrebbero essere usati per l’intrattenimento, in questo modo si disimpara a rispettarli per quello che sono: animali potenzialmente pericolosi e che hanno il diritto di vivere secondo la loro natura di predatore, nel loro ambiente. Il trasporto degli animali di qua e di là è portatore di malessere, innaturale e controevolutivo per qualsiasi specie.”

“Noi abbiamo un rapporto complicato con gli animali”, dice ancora Vitale. “Io faccio sperimentazione su animali ma perché penso che il malessere di pochi sia giustificato dal benessere di molti, sia umani che animali. Ma nei circhi il malessere delle varie specie impiegate non è giustificabile, in quanto il solo proposito dei circhi è di divertirci a spese delle condizioni di vita innaturali e non dignitose di quelle creature. Il benessere non deve essere solo fisico, ma anche psicologico, un benessere di cui noi ci appropriamo indebitamente. E se dicendo questo vengo classificato come animalista, va bene, sarò un animalista, oltre che un esperto di etologia e benessere animale da oltre trent’anni”.

Un rapporto complicato, quindi, ma anche costoso per i contribuenti. Il fondo unico per lo spettacolo, erogato dal Ministero dei Beni Culturali, destina un bel po’ di soldi ai circhi. Nel 2017, per esempio, sono stati erogati quasi 3 milioni di euro, e nel 2018 circa 5 milioni, distribuiti alle imprese circensi come aiuti alle varie attività, festival, promozione, formazione e tournée all’estero. Fermo restando il rispetto per gli atleti e gli artisti che lavorano nei circhi, viene difficile capire quale apporto culturale fornisca una tigre che salta in un cerchio, o un elefante che fa l'inchino al pubblico.