Cari tigri e leoni, se speravate di andare finalmente in pensione nel 2019, di smettere di lavorare nei circhi e di comportarvi secondo la vostra natura, sembra purtroppo che questo non sia il vostro anno, malgrado tutte le speranze del 2018. Vi spiego perché.
Il 27 dicembre 2017, esattamente un anno fa, entrava in vigore la
legge 175 del 22 novembre 2017, che “riordinava” e “revisionava” le disposizioni in materia di spettacolo, tra cui i circhi. Tra gli altri punti la legge prevedeva il “graduale superamento dell'utilizzo degli animali” da parte di circhi e spettacoli viaggianti. Il provvedimento creò molto malumore tra gli animalisti e gli etologi, che chiedevano di bandire da subito le attività circensi con animali, ma si dovette cercare la mediazione con il centrodestra, che proponeva una semplice “riduzione”, limitatamente agli animali selvatici.
La legge, così come è stata approvata e pubblicata, prevedeva “entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente” l’adozione di uno o più decreti legislativi, ovvero di atti che delegano il governo a mettere
in pratica la riforma.
I dodici mesi previsti sono scaduti e non ci sono stati i decreti legislativi né per indicarci come “superare l’utilizzo degli animali” nei circhi, né su cosa fare degli animali già utilizzati, e neanche, nei sei mesi in cui il nuovo governo è stato in carica, è stata messa al lavoro una commissione. Al momento è tutto come prima, con i circhi regolati dalla legge 337 del 1968, cinquant’anni fa. Non c’è stata neanche una proroga che permettesse al governo di rinviare l’emissione dei decreti legislativi.
C’è stato tuttavia
un video del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, rilasciato lo scorso 16 dicembre sul suo profilo Facebook, in cui il ministro rassicura che applicare quella legge ed eliminare gli animali dai circhi è una sua priorità, “da realizzare attraverso una serie di decreti attuativi” e promette che il primo dei decreti “sarà proprio quello che toglie gli animali dai circhi”.
Cari tigri e leoni, anche a me sembrava una bella notizia, ma di giurisprudenza ne so quanto voi. So però che quando le cose scadono bisogna buttarle via e allora ho chiesto a un giurista cosa ne pensasse. Il professor Federico Gustavo Pizzetti, del Dipartimento di studi internazionali, giuridici e storico-politici dell’Università degli Studi di Milano, mi ha confermato infatti che le date di scadenza valgono anche per i decreti legislativi, non solo per le medicine o i precotti del supermercato.
“L’articolo 2 della legge 175/2017”, spiega Pizzetti, “parla di revisione della normativa vigente tramite decreti legislativi, che possono superare la legge in corso e modificarla, in questo caso stabilendo le procedure per eliminare gli spettacoli di animali dai circhi, attualmente consentiti dalla legge. I decreti attuativi di cui parla il ministro Bonisoli, invece, sono una cosa diversa: non cambiano le leggi vigenti, ma servono a riempire gli spazi vuoti, a fornire i dettagli tecnici e operativi della legge esistente, (per esempio individuando gli elenchi dei circhi, o le norme sulla sicurezza degli spettacoli circensi regolando i controlli sugli animali dei circhi, o stabilendo come sono fatti i moduli per fare il verbale in caso di infrazione alla legge vigente). Per fare un decreto legislativo, occorre invece una legge delega del parlamento, e le deleghe hanno per forza un tempo stabilito, scaduto il quale non possono più essere esercitate”.
“Quindi”, conclude Pizzetti, “in assenza di proroghe, i tempi per mettere in pratica e attuare l’articolo 2 della legge sono scaduti, e, non essendo più modificabile, sul punto rimane lettera morta.
Se la domanda è: "ma il governo, in base all’articolo due di quella legge, può oggi, a tempo scaduto, emanare decreti legislativi per cambiare la legge sull’utilizzo degli animali nei circhi?" La risposta è: "No".
In pratica, la via maestra, costituzionalmente parlando, è quella di approvare una nuova legge delega, riprendendo da capo tutto l’iter: fare la scelta politica di riscrivere la legge, farla riapprovare da Camera e Senato e poi emanare, da parte del Governo, nei nuovi, giusti termini che la nuova legge prevederà, i decreti legislativi per metterla in pratica.
Il tutto, presumibilmente, prenderà almeno un anno, se non di più.
L'alternativa è “riaprire” la delega scaduta, modificando solo l’articolo 2 della legge n. 175/2017, senza approvare una nuova legge delega, persino - è accaduto nella prassi - con un emendamento introdotto in sede di conversione di un decreto legge giustificato da necessità e urgenza straordinarie. Ma si tratta di una strada che solleva molti, e assai gravi, dubbi di costituzionalità e che, almeno in un caso (nel 2002) ha anche incontrato "l’alt” del Presidente della Repubblica.
Cari tigri e leoni, mi dispiace, ci si era provato, ma ora siamo di nuovo al punto di partenza, e abbiamo appena fatto un salto indietro di cinquant’anni. In questi cinquant’anni però molte cose sono cambiate e oggi la quasi totalità degli zoologi, degli etologi, dei veterinari e del pubblico è dalla vostra parte, salvo qualche eccezione purtroppo rumorosa, ma poco scientifica, che vuole ancora vedervi saltare nei cerchi.
“Le esibizioni con gli animali nei circhi”, dice Paola Valsecchi, etologa del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università degli Studi di Parma, “non dovrebbero essere ammesse perché nulla di quella vita rispetta il loro benessere. A partire dall'addestramento a cui sono sottoposti per fare esercizi del tutto innaturali per la loro etologia. Addestramento che si basa sull'uso di punzioni e coercizioni. Sono animali selvatici anche se nati in cattività, non hanno fatto un percorso di domesticazione che comporta un processo di selezione artificiale. La loro esibizione è altamente diseducativa. Veicola un mesaggio di supremazia dell'essere umano sull'animale (tigri e leoni che saltano a comando nel cerchio). Li rende ridicoli (orsi che vanno in bicicletta) e induce i bambini a credere che quella sia la loro vita e che stiano bene. Ma non è così. Non solo il trasporto è critico, ma anche la vita in gabbie non idonee, e molti sono perennemente legati. La presenza di pubblico, suoni e rumori può essere molto stressante soprattutto per i felini”.
Augusto Vitale, etologo esperto in benessere animale, che afferisce all’Istituto Superiore di Sanità ma che, specifica, parla a titolo personale, rincara la dose. “Nei circhi”, dice, si usano specie protette e a rischio di estinzione, come le tigri, e questo veicola un messaggio sbagliato: nel pubblico si crea la falsa percezione che se sono “spendibili” nei circhi, allora non sono poi tanto a rischio di estinzione in natura. Gli animali selvatici non dovrebbero essere usati per l’intrattenimento, in questo modo si disimpara a rispettarli per quello che sono: animali potenzialmente pericolosi e che hanno il diritto di vivere secondo la loro natura di predatore, nel loro ambiente. Il trasporto degli animali di qua e di là è portatore di malessere, innaturale e controevolutivo per qualsiasi specie.”
“Noi abbiamo un rapporto complicato con gli animali”, dice ancora Vitale. “Io faccio sperimentazione su animali ma perché penso che il malessere di pochi sia giustificato dal benessere di molti, sia umani che animali. Ma nei circhi il malessere delle varie specie impiegate non è giustificabile, in quanto il solo proposito dei circhi è di divertirci a spese delle condizioni di vita innaturali e non dignitose di quelle creature. Il benessere non deve essere solo fisico, ma anche psicologico, un benessere di cui noi ci appropriamo indebitamente. E se dicendo questo vengo classificato come animalista, va bene, sarò un animalista, oltre che un esperto di etologia e benessere animale da oltre trent’anni”.
Un rapporto complicato, quindi, ma anche costoso per i contribuenti. Il
fondo unico per lo spettacolo, erogato dal Ministero dei Beni Culturali, destina un bel po’ di soldi ai circhi. Nel 2017, per esempio, sono stati erogati quasi 3 milioni di euro, e nel 2018 circa 5 milioni, distribuiti alle imprese circensi come aiuti alle varie attività, festival, promozione, formazione e tournée all’estero. Fermo restando il rispetto per gli atleti e gli artisti che lavorano nei circhi, viene difficile capire quale apporto culturale fornisca una tigre che salta in un cerchio, o un elefante che fa l'inchino al pubblico.