Reato prescritto, ma i risarcimenti del danno rimangono. È questa la sentenza emessa lunedì scorso, 28 aprile, dalla Corte di Appello di Venezia per i maltrattamenti nell'allevamento veronese Amico Cane. Allevamento dove, nel 2016, vennero sequestrati 300 cani, 30 cuccioli nati pochi giorni dopo il sequestro e circa altri 30 animali tra cui bovini, pony, capre e avicoli. La procura scaligera affidò poi la custodia giudiziaria degli animali sequestrati alla Lav, che con i suoi volontari si è occupata dell’affidamento in famiglie o in strutture sicure.In appello erano ricorsi Mattia e Valter Munari, proprietari dell'allevamento di Isola della Scala, e la veterinaria Daniela Monzini. I tre hanno chiesto l'assoluzione con riforma totale della sentenza di primo grado, che li aveva condannati per maltrattamento.
«Pur nell’amarezza nel dover prendere atto che i gravi reati contestati agli allevatori Mattia e Valter Munari e alla veterinaria Daniela Monzini si sono estinti per prescrizione, siamo soddisfatti della conferma delle statuizioni civili di condanna. La Corte di Appello ha infatti ritenuto condivisibili le motivazioni della sentenza dei giudici veronesi che hanno affermato il concorso nel delitto di maltrattamento di animali degli allevatori e della veterinaria», ha commentato Lorenza Zanaboni, vicepresidente di Lav e responsabile della sede di Verona, che ha aggiunto: «In particolare, secondo il tribunale di Verona gli imputati avevano sottoposto oltre 360 animali a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche, causando loro lesioni e omettendo di prestare loro le necessarie cure e la necessaria assistenza veterinaria. Tutto questo non poteva certo passare inosservato».