sabato 31 agosto 2019

LUNEDI QUARTA GIORNATA DELLA CAREZZA PER MICIO E FIDO

Roma (31 agosto 2019)  Si celebra lunedi 2 settembre  la "Giornata della carezza per micio e fido" promossa dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente - AIDAA, una giornata in cui si invitano gli italiani a dare una carezza in più, fare una coccola in più ai propri animali domestici. In Italia sono circa 7 milioni le famiglie che vivono con almeno un cane o un gatto, e sono complessivamente 14 milioni i cani e gatti che vivono in casa con gli italiani, ai quali si aggiungono milioni di altri animali (dai pesci, alle tartarughe passando dai conigli e dai furetti) che vivono insieme a noi. La giornata della carezza vuole anche essere una giornata di ringraziamento dell'amore che loro ci danno ogni giorno senza chiedere nulla in cambio, se non appunto un po di cibo e una carezza o una coccola. Quest'anno AIDAA lancia una proposta a tutti coloro che hanno appena trascorso le vacanze con micio e fido chiedendo loro di inviare dei racconti o delle foto dei loro momenti di dolcezza e tenerezza con i propri cani e gatti, foto che saranno poi pubblicate sul blog dell'associazione. Foto e racconti possono essere inviati a presidenza.aidaa@gmail.com e saranno poi pubblicati sul blog dell'associazione AIDAA (https://aidaa-animaliambiente.blogspot.com/) proprio in occasione della giornata nazionale della carezza per micio e fido prevista per lunedi 2 settembre.

MONTEREALE. MORTI SETTE CANI. I DUE RIMASTI CERCANO CASA

MONTEREALE - Erano in 9 ma, come accade troppo spesso a Montereale (L'Aquila), la maggior parte sono stati uccisi e ne sono sopravvissuti solo due.
Woody e Wolly sono due maschietti di quasi 3 mesi, sono cuccioli che stanno crescendo in un recinto di fortuna in cima alla montagna.
A lanciare un appello per la loro adozione sono dei volontari che si occupano di loro, preoccupati che restino in zona, proprio per via dell'immotivato accanimento di alcuni residenti che da anni, ormai, fanno stragi di cani e gatti.
"Con loro c'è anche la dolcissima mamma, una cagnolina di taglia medio piccola, molto affettuosa, che vorremmo trovasse casa".
"Aiutateci per favore sono vaccinati e chippati, futura taglia grande".
Per info contattare i numeri 3470810209-3933567046.

BUE GRASSO. CHIEDIAMO TESTIMONIANZA VERTICI ASSOCIAZIONI ANIMALISTE LOCALI

Nei prossimi giorni daremo notizie precise sulla vicenda della denuncia relativa alla fiera del bue grasso di  Carrù e dei suoi sviluppi. Annunciamo fin da ora che chiederemo che a testimoniare i fatti di maltrattamento nei confronti degli animali di quella fiera siano chiamati anche i responsabili locali delle associazioni animaliste della zona e della provincia di Cuneo i quali nonostante in alcuni non abbiamo mai (e ci piacerebbe sapere il perchè) fatto denuncia penale in più di un occasione hanno sottolineato come questa manifestazione sia fonte di maltrattamento per gli animali, da qui la nostra prossima citazione a testimoniare, in quanto ci pare utile che le loro parole oltre che sui social siano messe a verbale in un aula di tribunale. 

venerdì 30 agosto 2019

MAXI TRAPPOLA PER UCCELLI. ARRESTATO BRACCONIERE

Maxi trappola per uccelli protetti: bracconiere denunciato. A finire nei guai è stato un 62enne residente a Lumezzane. E’ stato sorpreso dai carabinieri forestali.

Maxi trappola per uccelli protetti: bracconiere denunciato

Un sessantaduenne residente a Lumezzane è stato sorpreso ieri dai militari della Stazione carabinieri forestali di Vobarno mentre esercitava l’uccellagione in località “Binzago” del Comune di Agnosine. Essendo già stato processato e condannato per la stessa condotta, l’uomo era privo di licenza di caccia ed è quindi stato denunciato per furto aggravato ai danni dello Stato. Rischia da due a sei anni.

La trappola

Il bracconiere aveva realizzato un’imponente impianto di cattura nelle pertinenze del proprio appostamento di caccia, installando 5 richiami acustici elettromagnetici con sistema di amplificazione del suono e circa 100 metri di reti a tramaglio nelle quali erano già rimasti impigliati 13 esemplari di uccelli selvatici. Nelle vicinanze delle reti aveva inoltre collocato, al fine di attirare gli uccelli consimili, svariate gabbiette contenenti ben 76 esemplari di avifauna appartenente a specie particolarmente protette dalla Convenzione di Berna, illecitamente detenuti in quanto privi di anello identificativo inamovibile.

Sequestrati 244 esemplari congelati e 22 animali vivi

Ulteriori 22 esemplari vivi e ben 244 esemplari morti (già spiumati e congelati) di uccelli protetti, derivanti
da cattura nell’ambiente naturale, sono stati poi rinvenuti nel corso della successiva perquisizione
domiciliare eseguita dai forestali, che hanno rinvenuto anche altre 5 reti da uccellagione, 2 trappole a scatto tipo prodina e una gabbia a trappola per la cattura di mammiferi. Il tutto è stato posto sotto sequestro.
L’avifauna viva è stata liberata sul posto, a eccezione di 7 esemplari non idonei al volo che verranno consegnati a un Centro di Recupero Animali Selvatici ai fini della riabilitazione e della successiva eventuale reintroduzione nell’ambiente naturale.

Denunciato un altro bracconiere anche a Brescia

Nel corso della mattinata, i militari della Stazione carabinieri forestali di Brescia e del Soarda hanno beccato in località Fornaci un venticinquenne con una rete installata in un campo di mais. Il giovane è stato trovato in possesso, di altre 25 reti, 63 trappoline tipo sep, 3 richiami acustici, 8 esemplari di avifauna protetta e 178 esemplari di fauna protetta morti e congelati. Il bracconiere, inoltre, deteneva un fucile e circa 300 munizioni di tipo spezzato senza alcuna autorizzazione. Il giovane è stato denunciato per i reati previsti dall’articolo 30 della legge 157/92 e per porto abusivo d’armi da fuoco, ma con lui è stato denunciato anche il proprietario del fucile per mancata custodia di armi.

STRAGE DI CANI AVVELENATI NELLA NOTTE AD AVELLINO

Esche avvelenate sparse lungo le strade di Greci. Almeno sei cani morti tra atroci sofferenze, ritrovati cadaveri dai cittadini del piccolo paese dell’Irpinia; altri tre sarebbero in gravissime condizioni, recuperati in tempo dall’ambulanza veterinaria giunta da Nola, per tentare il disperato salvataggio dei poveri animali.
Le esche, probabilmente le classiche polpette cariche di veleno, sono state posizionate durante la notte e sono riuscite nell’obiettivo di eliminare i cani randagi, che si aggiravano per le strade di Greci.
Spetterà ai Carabinieri della locale Stazione risalire e ad arrivare, attraverso indagini e filmati delle telecamere a circuito chiuso, al protagonista dell’infame gesto.

UN BEL GATTO NERO NAPOLETANO PER SARRI CONTRO LA JELLA


Napoli (30 agosto 2019) -  Nei prossimi giorni saranno firmati i contratti per la realizzazione del museo del gatto nero a Napoli, il museo voluto dall’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente sarà inaugurato il prossimo 17 novembre in occasione della quindicesima giornata mondiale del GATTO NERO DAY. In occasione della partita del campionato di serie A Juventus-Napoli avevamo previsto di regalare un gatto nero di peluche (rigorosamente fabbricato a Napoli) all’allenatore della Juventus  Maurizio Sarri, ma a causa delle sue condizioni di salute (essendo lui superstizioso) abbiamo voluto evitare che un gesto simpatico contro la scaramanzia fosse scambiato per qualcosa d’altro e per questo abbiamo deciso di posticipare di alcuni giorni la consegna del gatto nero allo scaramantico allenatore juventino (ed ex allenatore del Napoli) agurando a lui intanto una pronta guarigione e ricordando che una carezza a un bel micio nero potrebbe aiutarlo a tornare presto in panchina. “Consegneremo al superstizioso allenatore juventino un gatto nero di peluche, insieme alla storia del gatto nero – ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- e siamo certi che il  mister saprà dare a questo gesto il suo giusto valore e smetterà di pensare che i gatti neri portano jella, avevamo pensato di portare il gatto in questi giorni,ma nel frattempo si è ammalato e non vorremmo che pensasse che questo sia frutto della nostra intenzione di farlo diventare amico dei gatti neri”.


ORSO M49 IN FUGA DA 45 GIORNI

Sono oramai 45 giorni che l'orso M49 ribattezzato Papillon è in fuga. Un mese e mezzo esatto da quando è fuggito dal centro di Castellet, beffando i forestali ed il presidente della provincia autonoma, quel Fugatti che aveva giurato di volerlo catturare vivo o morto, oggi a cercarlo sono anche i forestali della vicina provincia di Bolzano. Ma per il momento Papillon riesce sempre a sfuggire alle ricerche ed alle trappole, e in nome della sua libertà limita anche le scorrerie per il cibo. Per molti però la sua fuga sta per finire, infatti l'orso potrebbe essere catturato prima della stagione del letargo quando andrà in cerca di una compagna per accoppiarsi e li potrebbe essere catturato,ma ovviamente noi tifiamo per lui e per la sua libertà.

ABRUZZO. ORSO EDUCATO ASPETTA IL PADRONE DI CASA DAVANTI AL CANCELLO

Rientra alle due di notte e trova un orso davanti a casa. Protagonista un 19enne residente nella frazione di Vallelarga tra Pettorano sul Gizio e Sulmona (Aq). Una volta arrivato a casa il giovane ha trovato davanti al cancello della propria abitazione un orso che forse aspettava di entrare con lui nel cancello per avere del cibo. Ma spaventato sia lui che il padre hanno messo in fuga l'orso educato.

MILANO. IL CONSIGLIERE GIUNGI PROPONE PECORE PER TOSARE L'ERBA DELLE AIUOLE

Usare le pecore come tosaerba per risolvere il problema dell'erba alta in piazza Gramsci a Milano, questa la proposta del consigliere comunale del partito democratico Alessandro Giungi fatta all'assessore Maran, secondo quanto riportato dalla stampa infatti il consigliere a seguito delle carenze da lui più volte denunciate per gli interventi di manutenzione e taglio dell'erba in quella zona ha proposto ironicamente all'assessore del suo stesso partito di utilizzare le pecore per tosare l'erba. Ovviamente da nostro punto di vista non sarebbe una ipotesi da sottovalutare. 
il consigliere giungi 
pecore al pascolo


GHIRI DEI NEBRODI. SETTIMANA PROSSIMA PARTE RICORSO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Lunedi sarà inviato secondo le formule previste dalla legge un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per chiedere che vengano fermate le azioni e che vengano annullate le iniziative legislative, le delibere e le determine (compresa quella per l'acquisto delle gabbie) per lo sterminio dei Ghiri dei Nebrodi, specie protetta che potrebbe essere sterminata dalle decisioni assunte dai comuni della zona in provincia di Messina. Appena inviato il ricorso sarà nostra cura renderne pubblici i passaggi piu significativi.

giovedì 29 agosto 2019

IL NUOVO GOVERNO NON TOCCHI IL SERVIZIO "SOS ANIMALI MALTRATTATI"

Roma (29 agosto 2019) Sono molte le cose da fare per la tutela degli animali e dell'ambiente che un governo dovrebbe fare, ma di quel programma e di quelle cose parleremo a governo fatto, oggi noi come Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente- AIDAA ci limitiamo a chiedere al nuovo ministro degli Interni chiunque egli sia di non abolire il servizio SOS ANIMALI MALTRATTATI istituito dal ministro Matteo Salvini e che in poche settimane ha raccolto centinaia di segnalazioni sulle quali le prefetture e le forze dell'ordine stanno lavorando. "Noi non entriamo nel merito delle vicende partitiche, ma  come associazione animalista chiediamo di mantenere un servizio che sta funzionando almeno a livello di raccolta di segnalazioni contro i maltrattamenti di animali- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- si può essere in disaccordo su molte delle idee del ministro Salvini sulle politiche di tutela di animali ed ambiente ma questo servizio funziona e funziona bene, quindi sarebbe da stupidi abolirlo solo perchè realizzato dall'attuale titolare del Viminale".

IN SICILIA INVECE SI SPARA SECONDO IL CALENDARIO VENATORIO

Non è ravvisabile un danno che giustifichi l’accoglimento dell’istanza di sospensione del calendario faunistico venatorio” emesso nei giorni scorsi dall’Assessore regionale per l’Agricoltura Edy Bandiera. Si pronuncia così il TAR Sicilia sul ricorso proposto da Federazione Siciliana della Caccia, Italcaccia, Anca, Liberi cacciatori siciliani, Unaves, Cpas, Stefano Privitera, Giuseppe Impallomeni, per la mancata inclusione tra le specie cacciabili in regime di pre apertura della tortora ed ancora per il divieto assoluto di caccia nel territorio facente parte dell’ex istituendo Parco Regionale dei monti Sicani.
In sede di Comitato venatorio, infatti, proprio al fine di evitare l’interruzione dell’attività venatoria siciliana, l’Assessore Bandiera ha tenuto conto delle indicazioni dell’ISPRA (Istituto Superiore di Ricerca Ambientale) e del Ministero dell’Ambiente che ritengono accettabile “un prelievo della specie anche per questa stagione venatoria, ma, al contempo disponendo che le Regioni evitino l’autorizzazione in pre apertura”.

ANCHE IN ABRUZZO PREAPERTURA CACCIA BLOCCATA


La doccia fredda per le "doppiette" è arrivata ieri, quando il Tar Abruzzo ha di fatto congelato l'apertura della caccia fissata per domenica prossima, sospendendo l'attività venatoria almeno fino al 25 settembre. Un provvedimento cautelare che concede un primo round ai ricorrenti: Wwf e Lndc Animal Protection, ma che viene incontro alle attese di un'altra associazione: la Stazione ornitologica abruzzese, che aveva accusato la giunta regionale di avere già definito e approvato (la delibera è del 14 agosto scorso) il calendario venatorio prima ancora che lo stesso fosse portato all'attenzione del Comitato Via, appuntamento per altro fissato per la giornata di oggi.

«La giunta Marsilio - è l'accusa della Soa - si schiera contro i principi comunitari di tutela e conservazione della fauna». In particolare il calendario messo a punto dalla Regione metterebbe a rischio 12 specie minacciate da disturbo, prelievo insostenibile, addestramento cani. La Onlus osserva di essere già intervenuta nei termini previsti dalla legge (il 16 agosto) elencando numerosissime criticità del calendario venatorio regionale,. Ricorda che nella conurbazione costiera le foci fluviali sono "come un'oasi nel deserto" per la sosta durante la migrazione e lo svernamento di spiecie legate agli ambienti acquatici, molte delle quali protette: dal Falco di palude al Gabbiano corallino, al Beccapesci.



CACCIA MARCHE. IL TAR BLOCCA LA PREAPERTURA DI SETTEMBRE

Ancona, 28 agosto 2019 - Il Tar delle Marche ha sospeso ieri, con Decreto cautelare monocratico, la caccia a tutte le specie di uccelli che la regione Marche aveva deciso di far cacciare in 'preapertura' e alcune fino al 18 settembre, quando ci sarà l'udienza di merito.
Le associazioni ambientaliste e animaliste Wwf Italia, Lipu, Lav, Lac ed Enpa, che hanno fatto ricorso al giudice amministrativo di Ancona, si dichiarano "estremamente soddisfatte per questo primo rilevantissimo risultato positivo, che va ben al di là dei confini regionali, e grazie al quale migliaia di animali selvatici sfuggiranno alla morte che era stata decretata dalla Regione Marche, violando sistematicamente le leggi italiane ed europee".
Scrivono le associazioni in un comunicato: "La Regione Marche, in spregio alle più elementari norme del diritto e al buonsenso, ha varato un calendario venatorio calibro 12, che è stato respinto e la scienza e la legge hanno avuto ragione. Non sono serviti, la scorsa stagione venatoria, una sonora sconfitta davanti al Consiglio di Stato, una davanti al Tar Marche e due leggi regionali impugnate dal Governo a convincere la regione Marche a rispettare le norme per la tutela della fauna selvatica".
"Anche quest'anno, infatti, la Regione Marche ha varato un nuovo calendario venatorio con le stesse violazioni di legge dello scorso anno, in mancanza di un valido Piano Faunistico Venatorio Regionale, autorizzando la caccia a specie tutelate dall'Unione Europea, senza un piano di gestione che contrasti il declino di queste specie - continuano gli ambientalisti e animalisti -. Il Calendario Venatorio delle Marche quest'anno consentirebbe ancora la caccia nelle Aree Rete Natura 2000 senza un valido Piano Faunistico Venatorio Regionale e avrebbe consentito la caccia prima della sua apertura generale il 15 settembre, se non ci fosse stato il Tar a bloccarla. Una battaglia persa in malo modo, il cui esito auspichiamo verrà confermata davanti ai giudici amministrativi del Tar Marche che si pronunceranno in composizione collegiale il prossimo 18 settembre. Infine, segnaliamo la Regione Marche come una di quelle che non ha voluto seguire le motivate raccomandazioni del Ministero dell'Ambiente, che chiedeva di vietare la caccia alle specie Pavoncella e Moriglione, gravemente minacciate in tutta l'Unione Europea".
"Anche quest'anno andremo fino in fondo, con fiducia nella magistratura amministrativa, per impedire forzature e violazioni di Legge e per difendere ancora una volta il patrimonio faunistico che, ricordiamo, è 'patrimonio indisponibile dello Stato'. Ringraziamo il nostro bravissimo e appassionato avvocato Tommaso Rossi del Foro di Ancona che ci ha regalato questa nuova splendida vittoria, che dedichiamo a tutti i difensori della fauna selvatica delle Marche e di tutta Italia", dichiarano Wwf Italia, Lipu, Lav, Lac ed Enpa.

BITONTO: SALVATI 11 CUCCIOLI DI CANE CHIUSI IN UN POZZO



Ci sono voluti l'arrivo dei Vigili del Fuoco e la tenacia di un tempestivo intervento, ma per fortuna adesso si può raccontare una storia a lieto fine. I protagonisti di questa disavventura sono ben 11 cuccioli di cane rinvenuti (ma non si sa ancora come siano finiti lì!) in un pozzo nelle campagne di Mariotto.

Gli uomini del 115, accorsi dopo la segnalazione di un contadino che, mentre lavorava nei campi, era stato attirato da alcuni lamenti disperati provenienti da un trullo adibito a pozzo, sono intervenuti prontamente dal Distaccamento di Molfetta, prodigandosi in tutti i modi per recuperare gli 11 cuccioli. Alcuni di loro, dopo aver aperto la copertura del pozzo, si sono calati all'interno, nonostante fosse stretto ed angusto, ed hanno salvato i poveri animali.

All'interno, inoltre, i soccorritori hanno rinvenuto resti di ossa ancora non riconosciute, probabilmente di animali (saranno adesso le analisi a stabilirne la natura, nda), mentre i cani, ancora vivi, ma apparsi spaventati ed in evidente stato di disidratazione, sono stati visitati da un medico veterinario e affidati ai volontari della Lega Nazionale della Difesa del Cane che li hanno presi momentaneamente in custodia. Ora cercano casa.

Quel che è certo è che i Vigili del Fuoco hanno dimostrato grande professionalità nel recuperare i cuccioli, ma soprattutto un grande cuore. Se tutte le istituzioni funzionassero così, e si vedesse più spesso la dedizione che abbiamo visto negli agenti intervenuti, questo sarebbe un Paese migliore.

IN SVIZZERA SPERIMENTANO UN VERME PER RIDURRE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE

Ogni anno oltre 100 milioni di animali vengono sottoposti nel mondo a sperimentazioni scientifiche. Due giovani ricercatori del Politecnico federale di Losanna hanno messo a punto una piattaforma che permette di eseguire test su grande scala con un minuscolo verme, riducendo massicciamente il sacrificio di topi e altri vertebrati. 

Il suo nome scientifico è “Caenorhabditis elegans”. Ma per gli intimi, decine di migliaia di ricercatori che lavorano ogni giorno con lui, è più semplicemente “C. elegans”. Facile incontrarne uno: il verme della famiglia dei nematodi (vermi cilindrici) è presente un po’ ovunque nel suolo. Difficile però vederlo: raggiunge appena 1 millimetro di lunghezza e, per di più, è trasparente. 
Ancora più difficile credere che questo minuscolo organismo sia uno dei grandi protagonisti della ricerca scientifica dell’ultimo mezzo secolo. Eppure, è così: al C. elegans si devono ben tre premi Nobel nel campo della medicina, della fisiologia e della chimica. Tra questi il sudafricano Sydney Brenner
Link esterno
, considerato uno dei padri della biologia molecolare e della genetica. Fu il primo a intravedere le straordinarie potenzialità del verme negli anni ’60. Grazie a oltre 20 anni di ricerche sul C. elegans rivoluzionò le conoscenze sul funzionamento degli esseri viventi, dimostrando in che modo i geni regolano lo sviluppo e la morte delle cellule.

Laurent Mouchiroud, a sinistra, ha ottenuto un dottorato in biologia all’Università di Lione ed è giunto nel 2010 all’EPFL per un lavoro di post-dottorato sui processi di invecchiamento degli organismi.
Dopo un bachelor in ingegneria fisica al Politecnico di Torino, Matteo Cornaglia ha conseguito un master internazionale in nanotecnologia e un dottorato in microsistemi all'EPFL.
(swissinfo.ch)
“Scegliere l’organismo giusto per la ricerca è tanto importante quanto trovare il problema giusto su cui lavorare”, ha dichiarato Sydney Brenner, ricevendo il Nobel nel 2002. E, di certo, non si è sbagliato: negli anni ‘90 il C. elegans è diventato addirittura il primo organismo vivente di cui si è riusciti a tracciare il profilo genetico completo, aprendo la strada al sequenziamento del genoma umano. E, ancora oggi, il nematodo figura tra i modelli sperimentali più utilizzati per la ricerca cellulare e genetica nei laboratori di tutto il mondo. 

Nessun calo nell’ultimo ventennio 

Ma, non è tutto. Due giovani ricercatori del Politecnico federale di Losanna, Laurent Mouchiroud e Matteo Cornaglia, sono convinti che questo verme, invertebrato e privo di un sistema nervoso centrale, possa dare un enorme contributo per ridurre le sperimentazioni su topi, ratti e altri vertebrati, che provocano spesso indicibili sofferenze. 
In Svizzera, come negli altri paesi europei, queste sperimentazioni sono disciplinate in modo rigoroso. Autorizzazioni vengono concesse solo se non vi sono metodi alternativi, in base al principio delle 3 R: “replace” (trovare metodi sostitutivi), “reduce” (ridurre il numero degli animali) e “refine” (sottoporre gli animali a minor stress). Le nuove norme legali hanno permesso di dimezzare il numero delle sperimentazioni tra gli anni ’80 e ’90, ma nell’ultimo ventennio le cifre non hanno più registrato grandi variazioni. 
Ogni anno oltre mezzo milione di vertebrati vengono sottoposti a sperimentazioni in Svizzera. In circa il 40% dei casi si tratta però di interventi e pratiche di un livello di gravità 0, ossia che non provocano sofferenze, lesioni o incutono paura.

mercoledì 28 agosto 2019

ORSO M49 E' SEMPRE IN ZONA PASSO OCLINI

Continua a frequentare l’area di Passo Oclini l’orso M49, fuggito dal Trentino qualche settimana fa per dirigersi verso nord.
Ed è proprio qui, sul versante altoatesino del Passo, che l’orso più “ricercato” d’Italia nella notte tra venerdì e sabato scorsi avrebbe attaccato una cavalla per nutrirsi.

CAMMELLO IN SPIAGGIA A FORTE DEI MARMI: SCATTA ESPOSTO PER MALTRATTAMENTO

FORTE DEI MARMI (28 Agosto 2019) - In merito a quanto accaduto al Bagno Maitò di Forte dei Marmi nei giorni scorsi dove durante una festa vip a cui hanno partecipato molte persone tra cui la conduttrice e show girl Antonella Mosetti è stato portato sulla spiaggia un cammello che come hanno scritto i giornali era "bardato a festa", fatto questo che ha indotto il sindaco di Forte dei Marmi a introdurre il divieto di portare animali in spiaggia, l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente ha annunciato l'ìnvio di un esposto alla procura della repubblica di Lucca competente per territorio per chiedere di indagare su quanto accaduto ed in particolare sul possibile fatto che "l'animale usato in quell'occasione sia stato sottoposto ad eventuali maltrattamenti sia da parte del proprietario che da parte degli astanti" Inoltre nell'esposto firmato dal presidente di AIDAA Lorenzo Croce e che sarà inviato nella giornata di domani giovedi 29 agosto alla procura si chiede anche di verificare se chi ha organizzato l'evento era autorizzato a portare in spiaggia un cammello e se allo stesso cammello e ai partecipanti  erano state: "garantite le condizioni di sicurezza previste dalla legge in caso di spettacoli che prevedono la presenza e l'utilizzo a diretto contatto dell'uomo di animali di qualsiasi specie ed in particolare se era stata garantita la presenza di un veterinario per l'assistenza necessaria in caso di malessere dell'animale".

FORTE DEI MARMI PORTANO IN SPIAGGIA UN CAMMELLO BARDATO DURANTE UNA FESTA

(ANSA) - FORTE DEI MARMI (LUCCA), 27 AGO - Il Comune di Forte dei Marmi (Lucca) ha deciso di vietare la presenza di animali sulle spiagge e in ogni area demaniale dopo l'episodio riguardanti la presenza di un cammello esibito in una festa serale tenutasi in uno stabilimento balneare. Il divieto è scattato oggi con un'ordinanza firmata dal sindaco Bruno Murzi mettendo dei punti fermi sull'utilizzo del demanio e partendo dal divieto di utilizzare sulla spiaggia animali a scopo commerciale e di profitto. In questo modo, si fa sapere dal Comune, inizia a Forte dei Marmi "un processo di revisione delle attività consentite sulla spiaggia, non con l'intento di limitare aprioristicamente gli eventi o le feste, ma con lo scopo di favorire il lavoro degli operatori balneari senza che si verifichino incontrollate fughe in avanti tali da stravolgere i tradizionali assetti dell'attività balneare".

GATTA TORTURATA A LUMEZZANE. SINERGIE CON ASSOCIAZIONI LOCALI PER TROVARE IL RESPONSABILE

Una importante telefonata con la presidente del gattile di Lumezzane e il presidente AIDAA ha messo in evidenza una forte comunanza di intenti nel tentativo di giungere all'individuazione del responsabile o dei responsabili delle sevizie nei confronti della gattina torturata e poi gettata per strada a Lumezzane in provincia di Brescia. Per questo motivo da ora in poi le eventuali informazioni che riceveremo saranno condivise con chi a livello locale ha il polso della situazione. Al momento sono 3 le segnalazioni fin qui arrivate e in tutti i casi i segnalatori sono stati invitati a rivolgersi ai carabinieri per fornire tutte le informazioni utili all'individuazione del responsabile del massacro della micia. Intanto si conferma che le forze dell'ordine stanno attivamente seguendo alcune piste specifiche al fine di arrivare a individuare il criminale. 
LA MICIA TORTURATA ED UCCISA A LUMEZZANE

CANI E GATTINI MORTI PER AVVELENAMENTO A SAN GIROLAMO

Cane morto per avvelenamento a San Girolamo, guardie zoofile in azione: trovate tracce di topicida

sotto cumuli di sassi, o nelle aiuole del waterfront, in luoghi abbastanza nascosti alla vista ma comunque alla portata degli animali. E' qui che il fiuto di Fred, il cane del Nucleo provinciale delle Guardie Zoofile, ha segnalato la presenza di tracce del veleno che nei giorni scorsi avrebbe ucciso Melania, la cagnolina di un residente della zona. L'episodio, segnalato sui gruppi Fb di quartiere, ha suscitato allarme tra i cittadini, preoccupati per i propri amici a quattro zampe. Domenica scorsa, le Guardie Zoofile si sono recate sul posto, in collaborazione con alcune associazioni di Protezione civile, per accertare la presenza di eventuali altri esche e cercare tracce utili a ricostruire l'accaduto.
"Le analisi del sangue eseguite dal veterinario presso cui i proprietari del cane si erano rivolti - spiegano gli operatori intervenuti - hanno confermato che la morte è stata causata da avvelenamento. Si tratterebbe dello stesso topicida di cui poi abbiamo trovato tracce nel nostro sopralluogo. Su nostro invito, ora il veterinario procederà ad inviare alla Asl la documentazione relativa al decesso del cane e alle analisi eseguite, affinché la relazione possa poi essere trasmessa, come prevede la prassi, alla divisione 'Ambiente e territorio' dell'Ufficio igiene del Comune per le procedure del caso".
Nel corso del sopralluogo di domenica, le guardie zoofile non hanno ritrovato esche vere e proprie, ma il fiuto di Fred ha effettivamente evidenziato la presenza, in più punti, di molecole di veleno. "Si tratta - spiegano ancora le guardie - di un topicida liberamente acquistabile nelle parafarmacie, che si vende in forme diverse: in compresse o in polvere". Una sostanza purtroppo spesso ricorrente quando si parla di casi di avvelenamento di cani e gatti. Alcune settimane fa, le guardie zoofile erano intervenute per un fatto simile a Santo Spirito, dove a morire avvelenati erano stati alcuni gattini. "La differenza è che mentre in quel caso chi aveva sparso il veleno lo aveva fatto in maniera indiscriminata, su un'ampia zona, qui è stato nascosto in punti precisi, in modo da essere difficilmente visibile all'uomo, ma comunque raggiungibile dagli animali".
Nei giorni scorsi, i residenti della zona a ridosso del lungomare IX Maggio, in particolare nell'area tra via Scaturchio, via Viviani, via Vito de Fano e via Leoncavallo hanno segnalato la presenza di pezzi di wurstel sospetti, probabilmente utilizzati per piazzare il veleno. Nel corso del sopralluogo di domenica, uno di questi è stato consegnato dai residenti alle guardie zoofile, che stanno provvedendo a farlo analizzare. Intanto, il caso di Melania, purtroppo, non sarebbe stato l'unico: secondo quanto riferito alle guardie dagli abitanti della zona, negli ultimi giorni sarebbero stati trovati morti anche cinque gattini.




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martedì 27 agosto 2019

ESCHE AVVELENATE E AGGRESSIONI DEI CANI. IN GAZZETTA LA NUOVA ORDINANZA MINISTERIALE E UNA PROROGA

Esche avvelenate e aggressioni dei cani: pubblicate in Gazzetta Ufficiale la nuova Ordinanza ministeriale e una proroga 
Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale, serie generale n 196 del 22.08.2019, la nuova Ordinanza ministeriale relativa al divieto e detenzione di utilizzo di esche e bocconi avvelenati e la proroga dell’Ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani.
La disseminazione incontrollata di esche e sostanze tossiche è un fenomeno pericoloso utilizzato, soprattutto in alcune aree del Paese, come strumento doloso per eliminare animali randagi. Un’abitudine che rappresenta un grave problema di sanità e incolumità pubblica in quanto, oltre ad essere un rischio per gli animali domestici, costituisce un serio pericolo per l’ambiente e soprattutto per gli esseri umani, in particolare per i bambini.
La rinnovata Ordinanza ministeriale recepisce le procedure informatizzate di comunicazione alle autorità competenti delle segnalazioni e dei dati necessari al monitoraggio del fenomeno offrendo anche ai cittadini e all’ autorità giudiziaria la possibilità di disporre di un quadro completo del fenomeno.
Inoltre, con la nuova Ordinanza il medico veterinario libero professionista potrà inviare direttamente all’Istituto Zooprofilattico territorialmente competente le carcasse di animali deceduti, campioni biologici ed esche o bocconi avvelenati.
Per quanto riguarda invece la tutela dall’aggressione dei cani, l’Ordinanza pubblicata proroga l’ordinanza 6 agosto 2013. Il Decreto 26 novembre 2009 e Ordinanze Ministeriali in materia hanno incrementato, nell’ultimo decennio, la diffusione della cultura del possesso responsabile, precisando obblighi, compiti e responsabilità sia verso il proprio animale che nei confronti della società.
Nelle more dell’emanazione di un dispositivo normativo definitivo, la proroga dell’Ordinanza punta a mantenere tutte le misure già in atto per prevenire episodi di aggressione ed evitare che i risultati positivi ottenuti nell’ambito dell’attività di prevenzione siano vanificati.

IN CAMPANIA ARRIVA IL GARANTE DEGLI ANIMALI


Pubblicato sul Burc della Regione Campania un avviso di selezione del Garante per i diritti degli Animali.  Soddisfazione è stata espressa dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli:  “La nostra proposta di istituire il garante farà in modo che gli animali abbiano una figura dedicata alla difesa del loro benessere e al miglioramento della convivenza con gli essere umani”. La selezione è aperta a tutti coloro che presentino requisiti di notoria indipendenza e di comprovata professionalità, competenza ed esperienza nel settore dei diritti degli animali. Si tratta di un incarico a titolo gratuito, l’istituzione del Garante non comporterà oneri per la Regione Campania. “Nello specifico – riferisce Borrelli – il compito del garante sarà garantire l’applicazione delle leggi, a partire Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali del 1978. Promuoverà inoltre iniziative e campagne di sensibilizzazione e avrà il compito di raccogliere i reclami e le segnalazioni. La durata del mandato è di cinque anni, rinnovabili una sola volta”.
Nella legge, oltre all’istituzione della figura del Garante degli Animali, si affrontano anche le tematiche legate all’accesso dei cani alle spiagge, al trasporto degli animali d’affezione, agli obblighi degli allevatori di cani e gatti e dei commercianti di animali d’affezione e vengono istituiti l’Albo regionale delle associazioni per la protezione degli animali e la prevenzione del randagismo.

ORSO M49. ASSE BOLZANO-TRENTO: VOGLIONO CATTURARLO PRIMA DEL LETARGO


L’orso M49 sarebbe ancora nella zona di confine fra l’Alto Adige e il Trentino, nell’area di passo Oclini e del Lavazè. Qui risulta anche un avvistamento a distanza. Il plantigrado si muoverebbe dunque nei boschi sopra la val di Fiemme, senza spostarsi, perciò le due Province autonome di Trento e Bolzano hanno tenuto una riunione dei tecnici dei rispettivi servizi faunistici, per coordinare il lavoro di monitoraggio. Ma nello scarno comunicato diffuso si parla anche di «eventuali azioni di cattura nella zona di confine che verranno condotte in modo congiunto dalle due amministrazioni».

Resta da chiarire quali sarebbero le circostanze che potrebbero indurre a una nuova cattura del giovane orso. Il quale era già finito in gabbia, nelle Giudicarie, a metà luglio, e poi trasportato, senza sedazione, su un rimorchio fino a Trento, nel recinto del Casteller. Qui, poche più tardi, la notizia dell’«evasione», avvenuta dopo la disattivazione del radiocollare. Rimangono interrogativi anche sulla destinazione dell’orso nell’ipotesi di un ritorno in trappola: l’unico areale chiuso disponibile risulta sia il medesimo Casteller.

Peraltro, a proposito di trasparenza, nella nota diffusa dopo l’incontro si sottolinea che «il coordinamento è garantito tramite una trasmissione reciproca in tempo reale delle informazioni utili, che vanno anche trasferite all’esterno, verso i media e la popolazione». E si precisa che «continueranno ad essere costantemente informate anche le amministrazioni comunali interessate». A ragionare su come vada rafforzato «il coordinamento già esistente per ogni attività di monitoraggio e presidio sulla zona» sono stati il responsabile del servizio trentino foreste e fauna, Giovanni Giovannini, e il coordinatore del settore grandi carnivori, Claudio Groff, mentre per l’Alto Adige era presente il direttore dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia, Luigi Spagnolli.

M49, come si ricorderà, secondo quanto riferito dalle autorità, si era reso responsabile di una serie di razzie di animali al pascolo, in quota, nelle Giudicarie. Le proteste plateali degli allevatori avevano trovato la piena sintonia della giunta provinciale, da qui l’ordinanza per la «rimozione» dell’orso (del quale non si esclude l’abbattimento). Dopo il rocambolesco episodio del Casteller, M49 avrebbe «bivaccato» quasi un mese sulla Marzola, monte sopra Trento, sostanzialmente senza predare animali. Si sarebbe cibato di frutti, selvatici e non.

A Ferragosto, la Provincia fa sapere che M49 si è spostato: improvvisamente è comparso al confine con l’Alto Adige, nella zona della val di Cembra. A quanto è dato sapere, la conferma dell’identità deriverebbe dagli scatti notturni di una fototrappola e dalla comparazione delle impronte trovate sulla Marzola con quelle rinvenute nella zona di Faedo e poi attorno a Aldino e al passo Oclini (dove è stato segnalato un vitello ucciso). Non si ha ancora notizia, invece, delle tracce lasciate da M49 nel trasferimento (60-70 chilometri), dei reperti campionati e di indagini genetiche, lungo un corridoio già utilizzato in passato da orsi maschi del Brenta «in libera uscita» verso est. Pochi anni fa orme erano state rilevate nella stessa zona, a Capriana, e si associavano al passaggio dei plantigradi in val di Cembra verso la Valsugana e il Lagorai.

Se in effetti l’orso «nel mirino» è M49, può darsi che semplicemente stia utilizzando quel corridoio per tornare nel Brenta. E poi andare in letargo.


VANZAGO. SALVATO CANE SCAPPATO DA CASA

Il fatto è accaduto nella giornata di Domenica 25 agosto a Vanzago nella zona del cimitero, una coppia che stava passeggiando ha trovato un cane che gironzolava in evidente stato confusionale.La coppia ha avuto la prontezza di spirito di fermare il cane e dopo averlo dissetato ha scoperto che il medesimo aveva la medaglietta con il numero di telefono del proprietario che una volta chiamato è giunto immediatamente sul posto recuperando il cane che era fuggito sfruttando una disattenzione dei proprietari durante l'azionamento dell'apertura elettrica del cancello. Tutto è bene quello che finisce bene.
foto di repertorio. 

GATTO TORTURATO A LUMEZZANE. ATTO DI SADISMO O VENDETTA PERSONALE

In queste ore mentre la comunità locale si interroga sulla vicenda della gattina lanciata da un'auto in corsa dopo essere stata torturata (gli hanno tagliato le orecchie, abraso il naso ed infine l'hanno sventrata) emergono alcuni particolari sconosciuti in un primo momento, infatti secondo le prime segnalazioni giunte al telefono amico di AIDAA la gattina torturata non è una randagina qualunque, ma una gatta che era scomparsa nei giorni scorsi da casa, sempre secondo le prime segnalazioni la gatta potrebbe essere stata vittima di un atto di sadismo puro, di un rito esoterico,anche se nelle ultime ore si fanno avanti ipotesi che parlano della possibilità di questo gesto vi possa essere un atto di vendetta anche se non è ben chiaro da parte di chi e verso chi.

GATTO IMPICCATO A CHIERI: SFREGIO ALLA CHIESA O RITO SATANICO?

Chieri (27 agosto 2019) - Tutta la comunità di Chieri è sbigottita e si interroga su quali possano essere le motivazioni che hanno portato all'impiccagione del povero gatto sulla cinta della chiesa del paese alle porte di Torino: due le ipotesi che si fanno in città in queste ore: o un gesto di sfregio nei confronti della chiesa cattolica o la conclusione della celebrazione di un rito di natura satanico-esoterico che prevede il sacrificio di animali essendo il torinese terra fertile per le sette sataniche. Non si esclude nemmeno il gesto di uno sconsiderato o di qualche gruppo di ragazzini sadici. I carabinieri indagano e appena avremo notizie certe ve le forniremo.
la chiesa di san luigi gonzaga al cui cancello hanno impiccato il gatto

lunedì 26 agosto 2019

GATTO IMPICCATO SUL MURO DELLA CHIESA DI CHIERI ((TORINO)

CHIERI. Non solo Lumezzane, ma anche a Chieri in provincia di Torino, trovato stamattina dal sacrestano un gatto impiccato sul muro della chiesa di san Luigi. Sulla faccenda stanno indagando i carabinieri che hanno chiesto il piu stretto riserbo.

GATTA SEVIZIATA A LUMEZZANE. 10.000 EURO DI TAGLIA. SI SEGUE LA PISTA ESOTERICA

Brescia (26 agosto 2019) - Una taglia da 10.000 euro sulla testa del responsabile o dei responsabili delle torture che hanno portato alla morte della gattina di Lumezzane lanciata da una auto in corsa. Alla gattina sono state amputate le orecchie, abraso il naso e squarciata la pancia. La micia è stata soccorsa dai passanti ma per lei purtroppo niente dal fare è morta infatti poco dopo il suo arrivo in una clinica veterinaria. "Abbiamo messo questa taglia perchè ci rendiamo conto che questo gesto rappresenta una sfida da parte di una o più persone squilibrate di mente che chiedono di essere catturate- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- già in passato c'erano state segnalazioni e denunce per una persona che voleva adottare gattini e come molti ricordano questa sosteneva  di essere dedita ai  riti violenti esoterici sui gatti e di abitare dalle parti di Brescia. Se si tratti della stessa persona o meno non è dato saperlo, ma speriamo che sia possibile risalire alla persona sadica e crudele che ha commesso questo reato infame ai danni di una micina la cui morte lenta deve essere stato qualcosa di talmente orribile che una mente sana non riesce nemmeno ad immaginare". La taglia sarà pagata a chiunque sia in grado con la sua testimonianza di indicare la persona o le persone responsabili di questo reato e di permetterne la cattura e la condanna definitiva. Non si accettano segnalazioni anonime ma si invita chiunque sappia qualcosa a rivolgersi in primis alle forze dell'ordine e solo dopo a contattarci al 3479269949.

GATTA TORTURATA E POI GETTATA DA UN AUTO IN CORSA A LUMEZZANE

 Una notizia che fa gelare il sangue. La riporta Il Bresciaoggi nell’edizione odierna. A Lumezzane, in località San Sebastiano, nei pressi dell’Eurospin, è stata trovata una gatta agonizzante per la stradaAl povero animale sono state amputate le orecchie, abraso il naso e squarciata la pancia. Poi è stata abbandonata sul bordo della carreggiata, probabilmente lanciata da un’auto in corsa. Alcuni passanti l’hanno raccolta per strada che ancora respirava, è stata portata da un veterinario in paese, per le prime cure, poi è stata trasferita in una clinica veterinaria triumplina. Purtroppo la gravissima infezione non le ha lasciato scampo. I proprietari della micia pensavano che si fosse persa, e infatti avevano tappezzato la zona di volantini per cercare di aver informazioni o aiuta da qualche persona gentile. Il felino, invece, ha trovato un criminale evidentemente con qualche turba psichiatrica. 

ULTIME NOTIZIE SUGLI INCENTI DELL'AMAZZONIA

Domenica il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che i leader dei paesi del G7 – riuniti a Biarritz, in Francia, fino a lunedì pomeriggio – sono vicini a raggiungere un accordo su come aiutare i paesi dell’America del Sud a spegnere gli incendi in corso in Amazzonia, e riparare ai danni fatti dal fuoco nella foresta pluviale più grande del mondo. Macron ha parlato di un aiuto «tecnico e finanziario». Intanto tra venerdì e domenica il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha ordinato all’esercito di spegnere gli incendi in sette stati del paese, rispondendo alle richieste di aiuto delle amministrazioni locali. Sabato il ministero della Difesa brasiliano ha detto che sono stati mobilitati 44mila militari per spegnere gli incendi nel nord dell’Amazzonia. Alcuni aerei da guerra sono stati predisposti per gettare acqua sulle zone incendiate della foresta e il ministro della Giustizia, Sergio Moro, ha autorizzato alcuni agenti della polizia militare a collaborare a loro volta nelle operazioni di contenimento degli incendi. Domenica Bolsonaro ha anche scritto su Twitter di aver accettato l’aiuto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Non è però ancora chiaro quanto siano stati efficaci gli interventi dell’esercito brasiliano finora, né cosa stiano facendo esattamente i militari mobilitati: il ministero della Difesa non ha chiarito gli aspetti tecnici degli interventi dei soldati con i giornali, e in risposta all’agenzia di stampa Reuters ha solo confermato che i militari aiuteranno i vigili del fuoco.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (INPE) solo nell’ultima settimana nella macro-regione dell’Amazzonia (che copre nove stati brasiliani, tra cui Amazonas, Pará, Mato Grosso e Rondônia) ci sono stati almeno 3mila nuovi incendi. Il più vasto e intenso al momento è in corso nella zona di confine tra Brasile, Bolivia e Paraguay: il fronte di fuoco è lungo più di 100 chilometri.Non è solo il Brasile, comunque, che sta avendo a che fare con gli incendi: sono coinvolti anche gli altri paesi della regione amazzonica, dove agricoltori, società minerarie e di commercio del legname usano il fuoco per sfruttare economicamente aree coperte dalla foresta. Domenica il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha sospeso la sua campagna elettorale per via degli incendi e ha detto di essere pronto ad accettare aiuti internazionali per contrastare gli incendi nella regione di Chiquitania. Il presidente della Colombia, Ivan Duque, ha detto che cercherà di raggiungere un accordo con gli altri paesi amazzonici per la conservazione della foresta pluviale: ne parleranno prima nel corso di una serie di incontri bilaterali questa settimana, in Perù, e poi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre.
L’Amazzonia ha una superficie totale di circa 5,5 milioni di chilometri quadrati: più del 60 per cento si trova in territorio brasiliano, ma la foresta cresce anche in Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese. La foresta amazzonica è uno degli ecosistemi più ricchi al mondo, ed è importante per un sacco di cose. Ad esempio il vapore acqueo che rilascia nell’atmosfera ha un’influenza nei cicli delle piogge mondiali. Per la quantità di anidride carbonica che assorbe è considerata fondamentale per la lotta al cambiamento climatico. Inoltre ospita fino a 500 comunità indigene e circa 3 milioni di specie di animali e piante, molte delle quali non si trovano in altre parti del mondo.
Il climatologo brasiliano Carlos Nobre ha detto di temere che se tra il 20 e il 25 per cento della foresta venisse distrutto, l’ecosistema potrebbe raggiungere un punto di non ritorno oltre il quale la foresta si trasformerebbe in savana; per ora, secondo Nobre, siamo vicini al 15-17 per cento di foresta distrutta.
È ancora aperta la questione di come la comunità internazionale può sostenere i paesi amazzonici a spegnere gli incendi e conservare la foresta senza interferire con la loro sovranità nazionale. Quando Bolsonaro ha annunciato l’intervento dell’esercito per spegnere gli incendi ha detto che questi «non possono essere un pretesto per possibili sanzioni internazionali». Gli ambientalisti ritengono che il nuovo governo brasiliano sia responsabile per l’aumento nella velocità di deforestazione degli ultimi mesi, dato che in passato Bolsonaro aveva definito le preoccupazioni ambientaliste una «psicosi» e nei primi mesi del suo mandato aveva ammorbidito le pene e i controlli pensati per limitare la deforestazione.
Sabato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, aveva detto che è difficile che l’Unione Europea firmi l’atteso accordo con i paesi del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale di cui sono membri Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela, prima che il Brasile riesca a spegnere gli incendi. Il ministro della Finanze della Finlandia la settimana scorsa aveva addirittura proposto di vietare l’importazione di carne di manzo dal Brasile in risposta all’inefficacia del governo contro gli incendi. Parlando dei possibili aiuti per i paesi amazzonici, Macron ha detto: «Rispettando la sovranità dobbiamo avere come obiettivo la riforestazione e aiutare ogni paese a svilupparsi economicamente».