Uno studio sul comportamento e l’ecologia del lupo attraverso la radiotelemetria satellitare: parte nel dal Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi ed è finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica.
Coordinato dal professor Marco Apollonio, prevede di dotare alcuni lupi di radiocollari satellitari: strumenti in grado di rilevare e trasmettere ai ricercatori tutti i dati sulle localizzazioni e gli spostamenti degli animali.
Dopo una settimana dall’inizio delle attività, è stato possibile mettere il radiocollare a un lupo: un’operazione difficile, che nell’area del Parco non sarebbe stata possibile con gli strumenti tradizionali che utilizzano la rete GSM, per questo motivo è stato utilizzato un nuovo sistema di allerta, messo a punto specificatamente per aree senza segnale telefonico e mai utilizzato prima di oggi in Italia.
L’esemplare radiocollarato è la femmina alfa del branco, che si è riprodotta nella scorsa primavera ed è stata battezzata Novi. Alle operazioni hanno partecipato, oltre ai ricercatori e collaboratori dell’Università di Sassari e del Parco, anche agenti del Reparto Carabinieri Parco, che grazie alla loro conoscenza del territorio, hanno fornito ai ricercatori indicazioni fondamentali.
Le informazioni sugli spostamenti dell’animale permetteranno di approfondire le conoscenze sul comportamento dei lupi nel Parco; di raccogliere informazioni sulle loro strategie di caccia, sul numero e sulle caratteristiche dei selvatici predati; di migliorare l’efficacia dei sistemi di prevenzione degli attacchi del lupo al bestiame domestico.
«Mi complimento con la squadra di operatori che ha condotto le operazioni – ha commentato il presidente del Parco, Ennio Vigne – perché si tratta di un lavoro complesso e farlo in un territorio scarsamente accessibile è ancora più difficile».