CANI SPAGNOLI: QUEL
GIRO CHE FA CAPO ALLA “MORETTINA”
La
chiamano la morettina, qualcuno che la ama meno la chiama la piccoletta. In
realtà il suo nome importa poco, anche perché rispetto al fenomeno che
intendiamo analizzare lei è una delle
tante, se vogliamo marginale quasi invisibile nella persona, non certo nel
ruolo. Stiamo parlando di quella strana organizzazione tutta online che
raccoglie fondi, sistema cani, trova stalli, organizza viaggi ma che in realtà
appare molto raramente, anche perché spesso si pone come un vero e proprio
network a cui associazioni, gruppi di privati organizzati, singole persone che
si sono dati come obbiettivo quello di salvare dalla pena di morte i cani della
perreras si rivolgono per avere visibilità, far pubblicare le fotografie dei
propri cani da adottare o semplicemente chiedere informazioni su come adottare
un cane, e fare versamenti di contanti, tanti versamenti di contanti, che
permettono di salvare, curare e trasportare i cani dalle perreras spagnole nel
Bel Paese e in buona parte di questi casi trovare loro una famiglia, o in via
alternativa una gabbia dove aspettare di trovare una famiglia, e poco importa
se questa gabbia è di quelle di persone come la cara signora Ghezzi o di altre
canare simili, poco importa se i cani una volta arrivati prendono la strada di pensioni
in Emilia, o in Puglia (regione dove è nota la carenza di cani da fare adottare
vero??) o in Sicilia e magari poco importa se queste pensioni si trovano di
fianco a canili da dove ogni tanto parte qualche camion di cani destinati alla
Germania o gli altri paesi del nord Europa dove in linea di massima un cane
spagnolo, transitato per un canile pugliese, dovrebbe trovare casa magari a
Berlino, poco importa poi se quella casa in realtà è uno stabulario ed il
tavolo dove finisce il cane non è quello del veterinario ma quello di un
laboratorio clandestino. Quello che conta è che quel cane sia scampato alla
perreras dove , poverino sarebbe stato ammazzato,poco importa dicevo se poi
finisce sul tavolo di un vivisettore, pace vorrà dire che è stato sfortunato.
Insomma un opera altamente meritoria, questa dei network web che si occupano di
salvare i cani spagnoli e attorno ai quali girano fior di soldini (ovviamente
senza un bilancio, senza un riscontro ufficiale, senza nulla. Tutto sulla
parola. Tutto cash). Ce ne sono diversi con nomi ammiccanti, ma quello di cui
vogliamo parlare è quello più attivo, quello diretto dalla morettina, dal quale
sito quasi tutti sono passati (ci risultano estranei i cani salvati dal
Progetto Animalista e dal gruppo che fa capo a Sonia Reti),tutti hanno lasciato
un “offerta speciale” per coprire le spese veterinarie, quelle di trasporto, di
microchippatura e quant’altro serve per tirare fuori quei cani dalle perreras.
Tutto quanto e quant’altro. Ora di questo ambiente si sta interessando da
vicino qualcuno che vorrebbe vedere i conti, capire come vengono gestiti i
soldi, a chi sono intestati i cani, come mai i cani portati da tizio, caio e
sempronio poi sono intestati a Qui, Quo, e anche ai tre piccoli porcellini. Un
giro che appare imponente e che ha attirato la curiosità non solo degli addetti
ai lavori ma anche di chi si occupa di altri aspetti che non siano solo quello
di salvare i cani (opera meritoria) e di leggere gli annunci dei cani salvati
dalla perreras e che in fondo senza colpo ferire vorrebbero vederci un po più
chiaro in quei giri di quattrini che ruotano li attorno ma veder chiaro anche in quei giri
di cani spagnoli intestati a strani prestanome che poi spuntano fuori dai posti
più improbabili. Sia ben chiaro molto spesso la morettina ed il suo network si
occupano solo di pubblicare fotografie e di mettere in contatto offerta e
richiesta. Un lavoro meritorio senza dubbio che permette la salvezza di cani e
apre la gioia alla famiglie che ritrovano con fido un poco di serenità. Ma
rimane quella curiosità di capire, di sapere, di andare a fondo nelle cose, di
verificare, quella curiosità chiamata voglia di trasparenza. E anche quell’altra
curiosità di cui si stanno occupando “gli addetti ai lavori” di capire cioè e
capire fino in fondo che percorso seguono gli altri cani, quelli meno fortunati
di cui non vediamo le foto sui siti e sulle pagine facebook insieme alle loro
meravigliose famiglie ma che ogni tanto vediamo spuntare qua e la come fossero
la punta di iceberg di cui ancora non si conosce fino in fondo la superficie. Noi
in fondo facciamo solo da apripista.
Lorenzo
Croce