giovedì 30 novembre 2023

TROVA CASA IL CUCCIOLO ABBANDONATO IN UN BIDONE A BENEVENTO

 Un cagnolino appena nato è stato salvato da due netturbini dell'Asia di Benevento, all'interno dell'Ecopunto di contrada San Cumano del capoluogo sannita. Lo ha fatto sapere la stessa azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nel capoluogo sannita. "Vogliamo fare pubblicamente un plauso a due nostri operatori ecologici Massimo Giardiello e Domenico Piro", si legge nella nota dell'Asia, "che hanno salvato la vita di un cagnolino".



"Nei giorni scorsi, mentre stavano effettuando la raccolta presso l'ecopunto di contrada San Cumano", prosegue la nota dell'Asia di Benevento, "hanno sentito dei lamenti provenire da un carrellato. Lo hanno svuotato manualmente ed hanno trovato il cucciolo che era stato gettato tra la carta, chiuso in un cartoncino. Il cagnolino sta bene ed è stato adottato da Massimo che ringraziamo insieme a Domenico per il grande gesto di umanità di cui si sono resi protagonisti Anche questo è l'Asia", conclude la nota della società.


Il problema dell'abbandono degli animali di affezione è particolarmente sentito soprattutto in questo periodo: molte associazioni, infatti, temono che con l'avvicinarsi delle festività natalizie riprendano anche le abitudini di diverse persone di regalare cuccioli alle persone a loro care. Cuccioli che però, molto spesso, nei mesi successivi vengono portati ai canili oppure abbandonati una volta "esaurito" il fascino del cucciolo regalato a Natale.




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IL PAPA INCONTRA I CIRCENSI. IRA ANIMALISTA: "NEMMENO UNA PAROLE SULLE SOFFERENZE AGLI ANIMALI".

 ROMA (30 NOVEMBRE 2023)  Secondo le parole riportate dall'agenzia stampa religiosa SIR papa Francesco ricevendo ieri i circensi avrebbe pronunciato queste parole: "Il circo ci spinge ad una dimensione dell’anima umana: la gioia gratuita, quella gioia semplice, fatta con la mistica del gioco. Ringrazio tanto questi ragazzi e ragazze che ci fanno ridere, ma che ci danno l’esempio di un allenamento molto forte, perché per arrivare a quello che arrivano loro c’è un allenamento molto forte”. Parome che hanno fatto arrabbiare gli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA che in una nota hanno commentato : "Anche questa volta le parole di papa Francesco sono di elogio al circo senza una minima parola di condanna dei patimenti e le torture he gli animali soffrono chiusi nelle piccole gabbie di questi spettacoli viaggianti, e questo è semplicemente inaccettabile- scrivono gli animalisti- vero è che dal papa sono andati gli acrobati, ma la maggior parte dei circhi hanno ancora le esibizioni con gli animali e quelle andrebbero condannate senza se e senza ma. Questo papa che non perde occasione di attaccare le famiglie con animali perchè a suo dire preferiscono oi cani ai bambini - conclude la nota animalista- si guarda bene dal ricordare le sofferenze degli animali nei circhi mentre al contrario li esalta"



 

GATTI MORTI AVVELENATI A MONZAMBANO. IL COMUNE SE NE OCCUPI

 Tre gatti avvelenati in quindici giorni. Altri morti per cause ancora da chiarire. Forse perché qualcuno tra gli abitanti, infastidito dall’aumento dei randagi nei dintorni, ha deciso di ricorrere a soluzioni radicali.

La denuncia arriva da una famiglia che da alcuni anni, oltre ai propri sei gatti, si è presa volontariamente l’incarico di badare ai randagi del quartiere.

«Ora però la situazione è diventata insostenibile», lamentano chiedendo che sia il Comune a farsi carico dei gatti nel paese, costituendo un’oasi felina in cui proteggerli, ma anche provvedere a sterilizzarli per limitarne l’aumento.

Solo nella zona di via Donatori di Sangue, infatti, i randagi attualmente sono una dozzina. Quattro sono stati trovati morti nelle ultime settimane, due dei quali per sospetto avvelenamento. A smaltire le carcasse, con i relativi costi, ci ha pensato la famiglia Malaspina, che riferisce di aver ricevuto anche minacce proprio perché nutre i randagi.

C’è andato di mezzo anche uno dei felini di famiglia: «I nostri gatti - racconta Giada Malaspina - sono abituati a uscire, per cui lasciamo in strada un piattino di cibo a disposizione anche dei gatti di passaggio. Qualcuno ha messo nel piattino quello che, come riporta il certificato del veterinario pare veleno per topi. Uno dei nostri gatti è rimasto intossicato e si è salvato per un soffio». Veleno nel cibo per gatti era stato trovato anche nei mesi scorsi.

«Negli ultimi 4 mesi ho contattato più volte Comune e polizia locale - prosegue Malaspina - Mi hanno detto di rivolgermi a due colonie feline in paese, ma una non è più operativa e l’altra ha troppi gatti e non ne prende altri. Più di un mese fa, poi, mi hanno detto che avrebbero chiesto al servizio veterinario dell’Ats di intervenire, ma finora la situazione non è cambiata e i gatti restano in pericolo».



mercoledì 29 novembre 2023

MALTRATTAVANO CAVALLI. PADRE E FIGLIO CONDANNATI

 Padre e figlio, Giuseppe e Gianandrea Momo, contitolari della scuderia e maneggio Dogonda strada Vecchia di Piscina 110 a Pinerolo, sono stati condannati dal tribunale di Torino ad un anno e 8 mesi per frode sportiva, esercizio abusivo della professione veterinaria e maltrattamenti nei confronti dei cavalli. «Inoltre dovranno anche risarcire il danno alla Fise - dice l’avvocato Renato Cravero, legale della federazione - il giudice ha stabilito per il momento una provvisionale di 10 mila euro». La vicenda giudiziaria aveva preso il via dopo che i Nas erano intervenuti per un controllo nell’ottobre del 2020 durante un concorso ippico che si era svolto nel maneggio di Abbadia Alpina. Un controllo finalizzato a verificare, con dei prelievi eseguiti dai carabinieri, se ai cavalli di proprietà della scuderia della famiglia Momo, che aveva vinto 4 premi nel concorso, fossero stati somministrati dei farmaci antinfiammatori, alcuni valori delle analisi erano alterati. Inoltre erano state trovate delle siringhe a terra e medicinali ad uso veterinario, che è vietato dai regolamenti federali durante le competizioni.



MALTRATTAMENTI SU ANIMALI. DENUNCIATO UN SESSANTENNE IN TRENTINO

 Icarabinieri della Stazione di Sant'Orsola Terme hanno denunciato un sessantenne del luogo per maltrattamento di venticinque cani, alcuni dei quali cuccioli, e quattro gatti.

Gli accertamenti sono iniziati grazie ad una segnalazione che indicava un accumulo anomalo di rifiuti di vario genere nel cortile di un'abitazione isolata, i quali talvolta venivano anche incendiati, provocando un cattivo odore che si diffondeva in tutta la zona.

Dopo la segnalazione, i carabinieri si sono messi subito all'opera per eseguire le prime verifiche, incontrando non poche difficoltà a causa dell'atteggiamento per nulla collaborativo dei proprietari dell'abitazione, una famiglia di cinque persone, che hanno cercato di ostacolare in tutti i modi un controllo approfondito all'interno ed in tutte le pertinenze dell'abitazione. Tuttavia, i carabinieri non si sono arresi ed hanno chiesto ed ottenuto un decreto di perquisizione dalla Procura eseguito poi con il servizio veterinario della Provincia, due associazioni animaliste ed i vigili del fuoco volontari di Sant'Orsola Terme.
    All'esterno dell'abitazione i carabinieri hanno trovato la solita opposizione dei proprietari che si sono rifiutati di aprire. I militari sono stati costretti ad avvalersi dell'intervento dei vigili del fuoco, che hanno forzato il cancello esterno e la porta dell'abitazione. Già nel cortile esterno - si legge nella nota - l'aria era pervasa da un odore insopportabile, mentre per effettuare il controllo dell'abitazione, tutto il personale impiegato è dovuto ricorrere all'utilizzo di mascherine filtranti e bombole d'ossigeno. La situazione palesatasi agli occhi dei carabinieri era terribile.
    I quadrupedi erano spaventati, alcuni aggressivi, in condizioni tremende, tra rifiuti, escrementi (che spesso venivano mangiati dagli stessi animali, alcuni dei quali in stato di gravidanza), malnutrizione e disidratazione. Un ambiente malsano, senza adeguati ripari, esposti alle intemperie. Tutti gli animali sono stati sequestrati, per poi essere ceduti al Comune di Sant'Orsola Terme ed accolti nelle strutture di accoglienza delle associazioni animaliste, dove alcuni privati cittadini si sono già interessati per le prime adozioni.


SVENTATO UN TENTATIVO DI BRACCONAGGIO NEL GRAN PARADISO

 VALNONTEY – Lunedì 20 novembre i guardaparco del Parco Nazionale Gran Paradiso hanno sventato un tentativo di bracconaggio in Valnontey, cuore dell’area protetta, cogliendo in flagranza di reato un cacciatore di frodo, ed evitando l’uccisione o il ferimento di uno o più esemplari della numerosa fauna presente nella zona.

Giovanni Bracotto, Mario Bizel e Alice Naudin, durante il proprio turno di servizio hanno intercettato un pickup in Valnontey, sul quale era appostato il bracconiere, armato di un fucile che era in procinto di usare. Alla vista dei guardaparco lo stesso è fuggito, forzando il posto di blocco e colpendo ad una mano, con lo specchietto del pickup, uno dei guardaparco intervenuti per bloccarlo (causando una contusione con sette giorni di prognosi). Identificato, in quanto individuo già noto al Corpo di Sorveglianza e residente a Cogne, è stato immediatamente segnalato alla Magistratura e ai Carabinieri che lo hanno fermato il giorno seguente al rientro a casa. VALNONTEY – Lunedì 20 novembre i guardaparco del Parco Nazionale Gran Paradiso hanno sventato un tentativo di bracconaggio in Valnontey, cuore dell’area protetta, cogliendo in flagranza di reato un cacciatore di frodo, ed evitando l’uccisione o il ferimento di uno o più esemplari della numerosa fauna presente nella zona.

Giovanni Bracotto, Mario Bizel e Alice Naudin, durante il proprio turno di servizio hanno intercettato un pickup in Valnontey, sul quale era appostato il bracconiere, armato di un fucile che era in procinto di usare. Alla vista dei guardaparco lo stesso è fuggito, forzando il posto di blocco e colpendo ad una mano, con lo specchietto del pickup, uno dei guardaparco intervenuti per bloccarlo (causando una contusione con sette giorni di prognosi). Identificato, in quanto individuo già noto al Corpo di Sorveglianza e residente a Cogne, è stato immediatamente segnalato alla Magistratura e ai Carabinieri che lo hanno fermato il giorno seguente al rientro a casa.


martedì 28 novembre 2023

AIDAA CHIEDE DI CONOSCERE L'IDENTITA' DELL'ORO UCCISO SUL CARSO SLOVENO

 TRIESTE (28 Novembre 2023) Con una lettera inviata alla procura di Lubiana capitale della Slovenia, al ministero dell'ambiente sloveno ed in copia a lle regioni Trentino e Friuli VenezIA Giulia l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA chiede notizie sulla morte dell'orso ucciso da un cacciatore due giorni fa sul Carso Sloveno, e soprattutto gli animalisti vogliono sapere l'identità dell'Orso e se lo stesso orso non è tra quelli radiocollarizzati o comunque conosciti anche da noi. "Ci rendiaimo conto che il fatto è avvenuto in un altra nazione con leggi diverse dalle nostre, ma ci chiediamo se questo come altri incontri tra uomo e plantigrado poteva essere evitato, e vogliamo conoscere l'identità dell'orso per questo chiediamo anche alla proure Italiane a cui abbiamo scritto ed agli amministratori regionali del Friuli per attivarsi ad avere informazioni su quanto è accaduto realmente". Questo scrivono in una nota gli animalisti di AIDAA.


CARSO SLOVENO .UN ORSO ATTACCA UN CACCIATORE E VIENE UCCISO A FUCILATE

 Ieri, poco prima dell'una del pomeriggio, un orso ha attaccato un cacciatore sul Carso in SloveniaLo riporta l'emittente Radio Robin. Secondo quanto riferito dalla polizia locale, i membri del gruppo cacciatori di Štanjel (San Daniele del Carso) erano in battuta di caccia quando un esemplare è improvvisamente corso verso due cacciatori che erano in posizione. "Il 49enne è stato attaccato, morso e colpito con le zampe" ha comunicato la Polizia di Capodistria.


In quel momento, un cacciatore di 46 anni ha sparato all'animale con il fucile, uccidendolo. Il cacciatore attaccato è rimasto ferito all'addome, alla testa e alle gambe, venendo trasportato in ospedale a Šempeter ma la sua vita non è in pericolo. Secondo quanto riportato dal portale Regional Obala, l'attacco è avvenuto sulla collina Lukovnik sopra il villaggio di Kodreti pod Štanjelo, dove i cacciatori locali insieme ai colleghi della società di caccia di Dutovlje erano appostati per colpire cinghiali e cervi.

L'esemplare aveva circa quindici anni e pesava circa 250 chilogrammi. Si ritiene che sia uscito dal cespuglio e si sia lanciata contro il cacciatore, spaventato dai cani. Si tratta del secondo attacco di un orso in meno di una settimana. Martedì scorso, un cacciatore sulla strada da Volče a Vremščica, a pochi chilometri da Tolmino, ha incontrato un orsetto più giovane e ha cercato di allontanarlo, ma senza successo.

CANE SMARRITO SI ARRUOLA IN POLIZIA E TROVA IL SUO PADRONE

 AGI - Il suo 'umano' lo cercava dalla mattina. Era sparito, in casa non c'era, né c'era traccia di lui altrove. Ma la sua voglia di 'arruolarsi' in polizia, ha permesso al suo padrone di riabbracciarlo. Protagonista del curioso episodio a lieto fine e' un cane di razza Husky

È il pomeriggio di ieri e allo stadio Squitieri di Sarno, nel Salernitano, c'è l'incontro di calcio tra Sarnese e Costa d'Amalfi. Durante il servizio di ordine pubblico, gli agenti del locale commissariato notano un quattrozampe dal pelo grigio che, un po' disorientato, si aggira proprio accanto ai mezzi delle forze dell'ordine; anzi, il cane non si schioda da lì e alla fine sale a bordo di uno di questi e si lascia avvicinare dagli agenti. Familiarizza, gioca, e li segue docilmente in commissariato, dove lo visita un veterinario, trovando il microchip.

A quel punto è stato facile risalire al proprietario per restituirgli il cane. 


BOCCONI AVVELENATI NELL'AREA DOVE VIVE AMARENA. SCATTA L'ESPOSTO

 Rischio avvelenamento per i cuccioli di orso bruno marsicano orfani di mamma Amarena. A sostenerlo e denunciarlo con un esposto presentato alla procura di Avezzano sono state le associazioni Assofido e Codacons. Un esposto fatto, spiegano, perché alcuni bocconi avvelenati sarebbero stati trovati nelle zone frequentati dai due animali (nell'area di Pescina) causando, a quanto pare, la morte di due cani tanto che “l'allarme – sottolineano – ha portato alla bonifica dell'area da parte dei carabinieri forestali”.

Come è noto i cuccioli sono orfani dal 31 agosto quando Amarena fu uccisa da un colpo di fucile portando all'apertura di un'inchiesta. Il Parco, dopo un primo tentativo di cattura nel vedere che i cuccioli sembravano cavarsela da soli, ha avviato un monitoraggio costante tenendo la popolazione aggiornata su avvistamenti e condizioni. Il timore che però ci possano essere o possano comunque essere messi altri bocconi avvelenati nella zona ha spinto Assofido e Codacons a rivolgersi alla procura.

“Dopo l’uccisione dell’orsa Amarena sarebbe grave assistere a un secondo fatto di sangue nei confronti di animali giovani, ma già così intelligenti e integrati nel territorio – spiegano in una nota condivisa - : servono quindi azioni concrete e immediate per evitare un esito che sarebbe disastroso per i diritti degli animali e per tutti coloro che li tutelano.

Lo scopo, aggiungono, è quello di “voler utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari per accertare quanto sta accadendo e in caso di necessità di verificare il configurarsi di eventuali illeciti e responsabilità, oltre che, in caso affermativo, di esperire l’azione penale”.


lunedì 27 novembre 2023

PALERMO. ESPOSTO AIDAA SULLA MORTE DEL CANE RIMASTO IMPRIGIONATO NELLE PORTE DI UN ASCENSORE

PALERMO (27 Novenmbre 2023)  Un esposto è stato inviato questa mattina dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA alla procura della repubblica di Palermo con il quale si chiede di far luce sulle cause e sulle eventuali responsabilità per l'assurda morte di un cane rimasto intrappolato con la testa nella porta di un montacarichi di un palazzo in via Gioacchino di Marzio a Palermo. "Secondo la ricostruzione fatta il cane stava uscendo dal montacarichi quando un condomino al piano superiore ha chiamato l'ascensore e la chiusura delle porte avrebbe schiacciato la testa del cane uccidendolo. Gli animalisti però chiedono verifiche in quanto ci sono alcune cose da chiarire: "Innanzitutto di chi era il cane e che ci faceva in quel montacarichi- scrivono quelli di AIDAA- e poi non tornano le tempistiche del fatto per questo chiediamo di verificare se vi siano delle responsabilità umane nell'atroce morte di questo cane"


LA POLIZIA SALVA DUE CANI ABBANDONATI IN AUTOSTRADA

 Nel cuore della notte, tra sabato e domenica, gli agenti della Polizia Stradale sono intervenuti in modo tempestivo e coraggioso lungo l’autostrada A5, precisamente allo svincolo di Volpianoquando hanno avvistato due cani in difficoltà, soli.

Durante un servizio di routine, la pattuglia ha fatto una scoperta inaspettata: due cani di taglia grande, identificati come Dogo Argentino, erano molto spaventati lungo la carreggiata. 

Senza esitazione, gli agenti sono scesi dall’auto e hanno prontamente rassicurato e messo in sicurezza i due animali, spaventati e in preda alla confusione.

Dopo averli collocati al sicuro sulla corsia di emergenza e successivamente al di fuori dello svincolo, i cani sono stati messi nelle mani di un canile situato a Settimo Torinese. 

Qui, riceveranno le cure necessarie e verrà eseguita un’accurata valutazione del loro stato di salute. 

L’obiettivo sarà anche quello di identificare se gli animali abbiano un proprietario o siano cani randagi.

Attualmente, i due cani sono in buone condizioni e al sicuro sotto le cure del canile. La loro destinazione futura sarà determinata in base alle indagini sul loro stato e alla ricerca di possibili legami con un eventuale proprietario. 

La prontezza e la dedizione dimostrate dalla Polizia Stradale hanno garantito la sicurezza e il benessere di questi cani in una situazione di emergenza sull’autostrada.


A PARABIAGO GLI ANIMALISTI SFILANO IN RICORDO DI UMA

 Parabiago, 26 novembre 2023 –  Un centinaio di persone oggi ha manifestato nel parco del Roccolo per dire "No alla caccia" nel plis. Gli animalisti hanno iniziato con un presidio davanti alla stazione ferroviaria, poi si sono mossi in corteo, arrivando nel luogo dove alcuni giorni fa è stata uccisa Uma, la rottweiler di 14mesi colpita in fondo a via Delle Viole, a poca distanza dal suo proprietario, un ragazzino di 13 anni.Oggi in campo sono scesi gli attivisti di vari gruppi come Fronte Animalista, Meta, Avi, No Mattatoio e Partito Animalista che hanno chiesto di vietare la caccia nel Plis del Roccolo.



domenica 26 novembre 2023

AL GIGLIO E' IN ATTO UNO STERMINIO DEI MUFLONI

Ancora proteste dagli attivisti animalisti per le uccisioni dei mufloni che anche in questi giorni si stanno verificando sul territorio deall’Isola del Giglio. A intervenire nuovamente sono gli esponenti dell’associazione animalista "Guardiani dei mufloni".

 "Un’operazione di sterminio senza precedenti – dicono gli infatti gli animalisti "Guardiani dei mufloni", di cui si fa portavoce Piero Liberati –. Sull’isola infatti alcuni cacciatori di selezione, coadiuvati da un dispiegamento di forze dell’ordine senza precedenti, stanno sparando sui pochi esemplari rimasti di questa specie protetta. Le uccisioni, al momento, stanno avvenendo all’interno di una proprietà privata, sfruttando le modifiche alla legge 15792, che consentono di uccidere la fauna selvatica in qualsiasi momento e luogo. Un’azione crudele e ingiustificata, che mette a rischio il patrimonio naturale e la biodiversità dell’Isola del Giglio"I "Guardiani dei Mufloni", un coordinamento che comprende attiviste, volontari, organizzazioni internazionali e associazioni nazionali che da più di tre anni si occupano della protezione dei mufloni sull’isola, chiedono che "l’operazione di eradicazione sia immediatamente sospesa". "Se gli attivisti pensano che stiamo facendo qualcosa di illegale devono attivare la magistratura – replica il presidente dell’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri (nella foto) –. Non c’è nulla di nuovo. Anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin spiega che è tutto regolare e che si tratta di una specie cacciabile, il tutto in linea con il quadro normativo nazionale".


CATTURATO LUPO ANZIANO CHE VAGAVA PER IL PORTO DI PESARO E PORTATO IN CLINICA

 PESARO - Un lupo al porto? Suona strano a è successo a Pesaro, dove da giorni era stata segnalata la presenza di un lupo tra la banchine. Questa notte è stato catturato dai tecnici del Cras. "Un grande ringraziamento - ha scritto l'assessore Enzo Belloni - agli operatori del CRAS per il lavoro di recupero del povero lupo che da giorni aveva trovato rifugio in zona porto L’animale un esemplare maschio anziano e stato portato nella clinica veterinaria di Monte Adone per le cure del caso. Un lavoro di squadra che ha coinvolto oltre al CRAS , la capitaneria di porto, i carabinieri forestali, la questura ed il comune di Pesaro con gli assessorati all’ambiente e alla sicurezza. Sempre W IL LUPO".


CRIMINALE SPARA AL GATTO DI PAESE.

 Fivizzano (Massa Carrara), 26 novembre 2023 – Un fatto veramente esecrabile quello accaduto nei giorni scorsi nella piccola frazione montana di Po’, a non molti chilometri da Fivizzano , lungo la statale 63 che conduce al Passo del Cerreto: qualche sconsiderato, finora rimasto ignoto, non ha trovato di meglio che sparare con un fucile ad aria compressa a un gatto che da tempo, senza disturbare nessuno, vive nella borgata. Un gatto senza nome e senza padroni ma docile e mansueto, cui la gente di buon cuore non ha mai fatto mancare il cibo. Ad accorgersi della condizione drammatica dell’animale, Ursula, un’anziana signora tedesca che da molti anni – affascinata dalla Lunigiana – vi ha comprato casa e vive a Po’. Ha sentito il povero animale miagolare disperatamente, bloccato a terra che non riusciva a muoversi e non ha perso tempo nel portarlo dal veterinario. "Purtroppo, il pallino di piombo della carabina ha colpito l’animale nella colonna vertebrale – spiega il dottor Vittorio Tognari, medico veterinario con ambulatorio nella vicina frazione di Posara – e si è conficcato in una vertebra scheggiando l’osso. Ho operato il gatto ed estratto il proiettile, non ho ancora sciolto la prognosi ma corre il rischio di restare paralizzato. Ne ho viste talmente tante ormai nella mia lunga carriera, ma sono allibito – aggiunge il professionista – nel dovere constatare questo ennesimo atto di pura crudeltà verso gli animali. Mi chiedo, che noia dava questo tranquillo micio nella piccola borgata di Po’, a chi dava fastidio? Una cosa assurda e vergognosa, sono senza parole. Ovviamente, trattandosi di un reato penale, ho informato del fatto il maresciallo Panzanelli della stazione carabinieri di Fivizzano". Per legge, la crudeltà verso gli animali è severamente punita, la violenza senza necessità, le lesioni causate da sevizie o l’obbligo a svolgere fatiche o lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche. Intanto, sono in corso accertamenti balistici per giungere al responsabile del reato.



sabato 25 novembre 2023

ANIMALISTI DENUNCIANO BONOLIS. A CIAO DARWIN 2023 MALTRATTAMENTI DI ANIMALI.

ROMA (25 NOVEMBRE 2023) Ci risiamo con la violenza sia fisica che verbale sugli animali durante una trasmissione televisiva e anche questa volta come nel 2016 a finire nella bufera è Ciao Darwin la trasmissione in onda ieri sera sulla rete ammiraglia Mediaset condotta da Bonolis e Laurenti. Due sono gli episodi di maltrattamento che gli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA hanno rilevato nella puntata andata in onda il 24 novembre 2023, il primo è riferito al momento in cui cani tenuti alla catena e con la bava alla bocca vengono aizzati contro il concorrente e qui si evince il gesto di violenza nei confronti degli stessi cani. Il secondo maltrattamento è verbale ed è rivolto verso i topi che a detta del conduttore "possono trasmettere la leptospirosi con un morso" dichiarazione assolutamente inesatta anzi completamente falsa trattandosi la leptospirosi di un'infezione causata da batteri del genere Leptospira e ci si contagia tipicamente attraverso l'esposizione all'urina di animali infetti o per un contatto diretto tra mucose e con suolo o acqua contaminati. Per questi motivi gli animalisti dell'AIDAA hanno inviato oggi una denuncia per maltrattamento di animali alla procura di Roma nei confronti degli autori della trasmissione e del noto conduttore televisivo Paolo Bonolis. "Non è la prima volta che Bonolis maltratta gli animali in studio- scrivono in una nota gli animalisti di AIDAA- gia nel 2016 fu denunciato da noi e da altre associazioni per l'uso e il maltrattamento in studio di Cani, Iguane e Pippistrelli, ora ci è ricascato con i cani tenuti a catena e con la bava e coi topi, e noi lo ridenunciamo".


SCOPERTA UNA FATTORIA ABUSIVA A VERANO BRIANZA.

Verano Brianza, una villetta trasformata in una sorta di “fattoria” ha attirato l’attenzione delle autorità locali a seguito di alcune segnalazioni. Comune, polizia locale e ATS (Azienda Tutela della Salute) hanno condotto un primo sopralluogo esterno, scoprendo una situazione preoccupante. Fuori dalla residenza, sono stati contati più di 200 animali, tra cui volatini, conigli, capre, cani, gatti, oche e galline. La presenza di questa vasta varietà di animali ha generato degrado, cattivi odori e sporcizia, suscitando la preoccupazione dei residenti e delle autorità Le prime azioni intraprese dalle autorità hanno portato al sequestro di alcuni volatili detenuti illegalmente, oltre al trattenimento di otto cani. La situazione è stata definita critica, e il comune ha imposto alla coppia di coniugi responsabile l’obbligo di ripristinare la legalità e la pulizia entro due settimane.

Secondo le prime indagini, sembra che la trasformazione della villetta in una sorta di fattoria non sia stata motivata da necessità economiche, ma piuttosto da una scelta personale discutibile per alcuni. “Vigileremo attentamente sulla situazione, assicurandoci che vengano adottate tutte le misure necessarie per garantire il benessere degli animali e la sicurezza della comunità” ga commentato il sindaco di Verano Brianza, Samuele Consonni.



GENOVA. CANE ABBANDPNATO IN UNA CASA PIENA DI ESCREMENTI.

 Era chiuso in casa da giorni, forse settimane. Sporcizia tutto attorno e poca acqua a disposizione. Così gli agenti delle volanti hanno trovato un cane abbandonato in un appartamento-latrina in via Porrata, a Palmaro.

La chiamata è partita dal proprietario di casa che non riceveva l'affitto da mesi e si è rivolto alle forze dell'ordine. La polizia ha aperto la porta e ad accoglierli è arrivato il meticcio, trascurato e impaurito è stato rifocillato dagli operatori in attesa dell'arrivo dei militi della Croce Gialla soccorso animali.

Il cane è stato portato al canile municipale Monte Contessa, dove si trova ora sotto sequestro. Nessuna traccia finora del proprietario, che secondo l'anagrafe canina risiede nel Lazio.



CANI MORTI PER DEPERIMENTO IN UNA AZIENDA AGRICOLA DELLA PROVINCIA DI PARMA

Una storia di maltrattamento di animali è stata scoperta dai carabinieri Forestali di Salsomaggiore Terme (Parma) il cui intervento in un’azienda agricola nel Parmense, insieme ai sanitari dell’Ausl, non è stato tuttavia sufficiente a salvare due cani, morti a causa delle pessime condizioni igienico sanitarie. Militari e sanitari arrivati nell’azienda agricola a Pellegrino Parmense hanno scoperto che l’allevatore, oltre a possedere animali da reddito, aveva anche un considerevole numero di cani, alcuni dei quali in precarie condizioni igienico sanitarie.

I carabinieri e i veterinari hanno individuato in particolare , due cani in condizioni di salute preoccupanti a causa del grave stato di deperimento causato dalla malnutrizione e da patologie pregresse.

I due animali sono stati subito trasportati d’urgenza in una struttura idonea a garantire le prime cure emergenziali ma il il compromesso quadro clinico ha causato la morte di entrambi i cani dopo pochi giorni dal loro arrivo nella struttura, nonostante gli sforzi di mantenerli in vita portati avanti dai volontari a cui erano stati affidati.

L’allevatore è stato denunciato per maltrattamento di animali. 





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venerdì 24 novembre 2023

GATTO UCCISO E SEZIONATO A ROPPOLO. ESPOSTO ANIMALISTA IN PROCURA

ROPPOLO (BIELLA 24 N9VEMBRE 2023) Chic nel paese del biellese dove il gatto Macchia è stato rinvenuto nel giardino della propria casa completmente dilaniato e con testa e coda staccate dal corpo. Tre sono le ipotesi in campo, la prima quella di un attacco di una Faina, ma il gatto Macchia 17 anni e con un peso di oltre 5 kg si sarebbe lasciato sopraffare, e poi vi è la questione della coda mozzata che non rientra nei canoni di un attacco di una faina o di un altro selvatico della zona.  La seconda ipotesi potrebbe essere quella della vendetta di una persona che si sentiva infastidito dal gatto, ma in questo caso saremmo di fronte a un sadico psicopatico. Infine ma solo sullo sfondo potrebbe esservi la presenza di un rito di iniziazione di una setta satnica che chiede a un nuovo adepto quello che loro chiamano un atto di coraggio, ma che in realtà è solo un vergognoso ed orribile crimine, rito che in questo caso potrebbe essere proprio quello di uccidere, sezionare il gatto e poi buttarlo nel giardino della sua stessa casa. Comunque in ogni caso l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA non intende lasciare passare questa situazione e presenterà un esposto alla procura di Biella per chiedere indagini approfondite, perchè anche la vita di un gatto ha lo stesso valore di tutte le altre vite di creature, e uno scempio come questo se opera di un umano non deve restare imunito.


CARMAGNOLA. UNO SCOIATTOLO IMPICCATO AL PORTONE CON UN MESSAGGIO MINATORIO

 Uno scoiattolo impiccato con attaccato un biglietto di minacce è stato trovato nei giorni scorsi ad un cancello di una villetta unifamiliare nella zona di Sant'Anna, a Carmagnola. Si tratta della casa di due pensionati, che una volta visto l'animale morto hanno subito dato l'allarme, in preda ad una comprensibile ansia e paura. Il tutto è stato sequestrato dai carabinieri che ora indagano sulla vicenda. Secondo le prime ricostruzioni, i due anziani non avrebbero alcuna ombra nella loro vita e nemmeno problemi passati. Hanno spiegato ai militari di vivere una vita normale. Non è sbagliato quindi ipotizzare che l'autore del fatto, magari mandato su commissione, abbia sbagliato casa dove apporre il folle messaggio. 



CHOC A ROPPOLO. TRUCIDATO IL GATTO MACCHIA RITROVATO SENZA TESTA E CODA

 Perdere il proprio animale da compagnia è sicuramente un’esperienza negativa. Lo è ancora di più se questo accade in circostanze poco chiare o, ancora peggio, in modo brutale come avvenuto a Macchia, un gatto maschio di diciassette anni i cui resti sono stati ritrovati la sera di mercoledì nel giardino di casa dai suoi padroni. Il corpo è stato infatti rinvenuto senza testa e senza coda. Un ritrovamento macabro da parte della padrona Simonetta Taddei Santini che vive a Roppolo con il marito e con altri gatti soliti frequentatori del giardino domestico.

«È stato terribile e siamo rimasti sconvolti oltre che colpiti dalla modalità con cui è stato ritrovato il corpo di Macchia». Vicino ai resti del povero animale infatti, non c’era traccia di sangue. «Abbiamo subito chiamato i Carabinieri perché ci sembrava strano e soprattutto, i segni sui resti del gatto, non ci sembrano opera di un animale selvatico». I coniugi sporgeranno denuncia e i militari non hanno escluso la possibilità di un brutale gesto vandalico oppure legato a qualche rito satanici: quello di Macchia non sarebbe infatti il solo caso registrato in queste settimane.

«Ho segnalato l’accaduto anche all’Asl e lanciato un appello sul gruppo Facebook di Roppolo- prosegue Simonetta- molti concittadini mi hanno segnalato che potrebbe trattarsi di una faina ma la mancanza della coda anche secondo ricerche su internet, ci lascia molto perplessi. In più Macchia pesava oltre cinque chili e dubito che, un animale esile come la faina, possa averla avuta vinta contro di lui». Nelle prossime ore la famiglia di Macchia consegnerà i suoi resti al veterinario che li segue per un esame più approfondito sulle ferite inferte all’anziano animale. «Confidiamo che già con questo passaggio si possano avere maggiori informazioni su chi ha fatto del male al nostro gatto augurandomi che, quanto avvenuto, non sia frutto di un gesto compiuto da un essere umano».



giovedì 23 novembre 2023

JESI.LASCIANO MORIRE IL LORO PITBULL DI FAME E SETE

 I carabinieri della Compagnia di Fabriano hanno denunciato due persone, trentenni, un uomo e una donna, originari della Sicilia, ma domiciliati per qualche tempo a Cupramontana.


I due avevano preso una casa in affitto. Quando il proprietario si è reso conto dell'irreperibilità della coppia ha contattato le forze dell'ordine. Sul posto sono intervenuti i militari della stazione di Cupramontana per accertare cosa fosse successo. Dal sopralluogo è emerso che all'interno dello stabile, in un box, c'era un cane di razza pitbull morto, verosimilmente perchè lasciato per giorni senza cibo e acqua. Da un controllo del microchip effettuato da AST è stato accertato che i due erano i proprietari del cane. Per questo sono stati denunciati per uccisione e maltrattamento di animali in concorso.


30 CANI DA TARTUFO AVVELENATI IN MOLISE. SCATTA LA DENUNCIA AIDAA

SAN PIETRO DI AVELLANA (ISERNIA 23 NOVEMBRE 2023) - La morte per avvelenamento di 30 cani da tartufo avvenuta nei giorni scorsi a San Pietro di Avellana che ha portato alla conseguente chiusura della tartufaia e all'apetura di una inchiesta da parte della procura della repubblica di Isernia non può e non deve restare un fatto privato circoscritto tra i tartufai ma interessa anche il resto della società ed in particolare la morte dei 30 cani in una vera e propria strage che per numeri è inferiore solo all'avvelenamento di massa dei cani randagi avvenuto qualche anno fà a sciacca ha di fatto allertato l'Associazione Italiana Difes Animali ed Ambiente  AIDAA che nei prossimi giorni invierà una formale denuncia alla procura della Repubblica di Isernia per chiedere un accellerazione di indagini e scovare i colpevoli. "A noi- scrivono gli animalisti- preme la salute dei cani e la morte di 30 di loro non deve passare inosservata come se si trattasse di una vicenda che interessa solo ai tartufai. 30 cani morti in pochi giorno sono una strage e noi crediamo sia opportuno che i tartufai parlino, perchè pensiamo che vi sono in alcuni di loro piu di un sospetto sul nome dell'autore o degli autori della strage quindi mettano da parte l'omertà e vadano in procura a vuotare il sacco".



BOCCONI CHIODATI ED ESCHE AVVELENATE NEL TORINESE

 Continua l’impegno della Città metropolitana di Torino per pianificare la vigilanza per contrastare il fenomeno dell’avvelenamento dei cani da compagnia con esche avvelenate e bocconi chiodati posizionati nei parchi cittadini, nei giardini e nelle aree cani dei Comuni di Torino e delle prima e seconda cintura. È stato completato il censimento delle aree cani comunali, che consentirà di disporre di una mappatura utile per la programmazione dei controlli degli agenti metropolitani e l’affissione di cartelli di informazione ai cittadini. I Comuni sono stati invitati a rispondere a un questionario e a fornire le mappe delle aree cani presenti sul loro territorio. Al censimento hanno risposto 38 Comuni che hanno individuato complessivamente 167 aree su cui vigilare.

167 aree cani in 38 Comuni   

 Beinasco (2 aree censite), Borgaro Torinese (3 aree), Bruino (1 area), Cambiano (1), Candiolo (1), Carignano (1), Carmagnola (3), Caselle Torinese (1), Chieri (2), Collegno (5), Druento (2), Grugliasco (13), La Loggia (1), Leini (1), Mappano (3), Moncalieri (4), Nichelino (5), None (2), Orbassano (8), Pianezza (1), Pino Torinese (1), Piobesi Torinese (1), Piossasco (3), Poirino (1), Rivalta di Torino (4), Rivoli (10), San Mauro Torinese (2), San Benigno Canavese (1), Sangano (1), Santena (2), Settimo Torinese (2), Torino (64), Trofarello (2), Venaria Reale (4), Villarbasse (1), Villastellone (3), Vinovo (4), Volvera (1).

Avviata una campagna di sensibilizzazione

In parallelo al censimento delle aree cani, è stata avviata una campagna di sensibilizzazione, rivolta sia ai proprietari dei cani perché facciano prevenzione - non solo controllando i loro animali, ma segnalando tempestivamente la presenza di esche - sia a dissuadere chi lascia le esche sul territorio. "Le esche avvelenate sono ovviamente motivo di grande preoccupazione per gli esperti di conservazione della fauna selvatica e per i proprietari di animali. Spesso persone senza scrupoli utilizzano sostanze tossiche per controllare le popolazioni indesiderate di parassiti o animali considerati dannosi. L’uso indiscriminato di tali sostanze può avere effetti devastanti sull'ambiente e mettere in pericolo la vita degli animali, siano essi domestici che selvatici. Gli animali selvatici e domestici che entrano in contatto con le esche avvelenate possono subire gravi danni alla salute o morire. Uccelli, mammiferi, rettili, sono spesso vittime di avvelenamenti secondari, ingerendo esche avvelenate a causa del consumo di prede già avvelenate, o accidentalmente durante le loro attività quotidiane. Le aree cani sono luoghi ad alto rischio, poiché i cani esplorano e annusano tutto ciò che li circonda, perciò sono particolarmente vulnerabili a questo pericolo. Anche i gatti che vagano liberamente negli spazi verdi possono incorrere negli stessi rischi. Nelle aree montane e rurali le esche avvelenate vengono usate pensando di difendere il bestiame dai lupi, ma anche per liberarsi della concorrenza di volpi e rapaci nella caccia di lepri e fagiani o addirittura, nelle aree urbane, per eliminare gli animali dei vicini. Ma il veleno non sceglie le sue vittime e le esche possono contaminare corsi d’acqua e terreni provocando danni incalcolabili agli ecosistemi anche nel tempo", spiegano gli esperti della città metropolitana.

L’unità cinofila antiveleno della Città metropolitana di Torino 

Da alcuni anni la Città metropolitana di Torino dispone di un’unità cinofila antiveleno della Polizia locale, di cui fanno parte l’istruttore direttivo di vigilanza e vice commissario Carlo Geymonat e il cane pastore australiano Myrtille, di cui Geymonat è conduttore. Le ispezioni dell’unità cinofila hanno una funzione di prevenzione e deterrenza, per far capire a chi si macchia di questo reato che non sempre può farla franca. I cani antiveleno sono specializzati nell’individuare quantità anche minime di sostanze tossiche sparse sul terreno. L’importante è quindi che i padroni dei cani rispettino le regole di comportamento, raccogliendo le deiezioni dei loro amici a quattro zampe, ma soprattutto non lasciandoli liberi nei parchi e controllando il loro comportamento, per evitare che durante le passeggiate al guinzaglio possano trovare e ingoiare cibo non sicuro. Ma cosa si può fare in caso di emergenza? Chi trova bocconi avvelenati deve segnalarlo alle forze dell’ordine o agli uffici sanitari competenti: Vigili Urbani, Carabinieri Forestali, Polizia Metropolitana, Asl, ecc. I soggetti competenti sul territorio lavorano in sinergia e, chiamando il numero di emergenza 112, si consente alla rete di attivarsi per interventi di emergenza per la bonifica dei luoghi in cui sono stati segnalati bocconi avvelenati.