martedì 22 ottobre 2024

SGOMBERATO NEL CAGLIARITANO UN CANILE ABUSIVO

 Carabinieri, polizia locale, Asl e operatori specializzati nella campagne di Quartu per lo sgombero di un canile abusivo con oltre centocinquanta cani.

Il caso era stato segnalato qualche mese fa: gli animali, ammassati nella struttura, vivevano in condizioni igienico-sanitarie precarie.

Il Comune questa mattina ha eseguito il provvedimento della Procura. Obiettivo: prelevare i cani non solo per proteggere gli animali, ma anche per tutelare le persone che abitano nella struttura.

Ci sono stati anche momenti di tensione, ma poi la situazione è stata riportata alla calma. Sarà sempre il Comune a occuparsi del mantenimento dei cani e della sistemazione delle persone, anche attivando i servizi sociali.

Contestualmente al trasferimento degli animali nella proprietà saranno posti i sigilli.


IINSEGUI E FILMO' L'ORSA "BAMBINA". SARA' PROCESSATO IL PROSSIMO 10 FEBBRAIO 2025

 a a processo il 62enne di Rivisondoli (L'Aquila) accusato di maltrattamento di animali per aver inseguito e filmato l'orsa Bambina il 27 giugno 2023, nel territorio di Roccaraso (L'Aquila).

Lo ha deciso la Procura della Repubblica di Sulmona che ha citato in giudizio l'imputato per il 10 febbraio 2025. Con la citazione diretta si evita il filtro dell'udienza preliminare.

Secondo l'accusa, l'orsa Bambina era stata inseguita in auto, mentre era insieme a un cucciolo; un inseguimento durato circa un minuto che aveva spaventato l'animale. L'imputato aveva immortalato la scena e pubblicato il video sui social. Il procuratore Luciano D'Angelo aveva poi disposto il sequestro del cellulare per analizzare il materiale video. L'indagine curata dai Carabinieri Forestale aveva portato in poco tempo alla denuncia del 62enne che ora rischia una pena da tre a diciotto mesi di carcere più una multa da 5mila a 30mila euro.


MUFLONE RESTA INFILZATO IN UNA RINGHIERA. SPETTACOLARE SALVATAGGIO DELLA FORESTALE

 Arbatax IERI mattina, 21 ottobre 2024, un muflone maschio, rimasto infilzato alla zampa posteriore sinistra in una ringhiera di ferro posto a delimitazione di una proprietà privata è stato soccorso personale della Base logistico navale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale di Arbatax, unitamente a un reparto dei vigili del fuoco di Lanusei e alla dottoressa Angela Scattu, veterinaria convenzionata con la Provincia di Nuoro.L’intervento è avvenuto nella via Amerigo Vespucci ad Arbatax. L’animale, molto provato dall’inconsueto incidente, è stato prontamente liberato e trasportato nell'ambulatorio della veterinaria, che ha provveduto alle prime cure di soccorso, mirate soprattutto ad arrestare l’abbondante emorragia dovuta al taglio provocato dal ferro penetrato abbondantemente nelle carni dell’animale. Il muflone sarà successivamente trasferito al centro zooiatrico di Monastir per essere completamente riabilitato e successivamente restituito alla sua colonia di appartenenza.

Il problema dei mufloni di Arbatax è stato recentemente affrontato dal Cfva, dall'assessorato all’Ambiente e dall'Agenzia Forestas. È già stato stilato un protocollo d'intervento che prevede la cattura, la ricerca della purezza genetica della specie di Ovis musimon e la loro liberazione in altri contesti territoriali della nostra isola. Questa colonia di mufloni, che a seguito della pandemia hanno allargato il loro areale anche all'interno del borgo di Arbatax, stanno generando non poche polemiche da parte della cittadinanza, in quanto spesso danneggiano giardini e alberi da frutto, saltano addirittura su barche e non di rado, durante le corse, saltano anche su cofani delle macchine. La loro presenza sul posto è da ricondurre a seguito della liberazione di una coppia alla fine degli anni Sessanta e la cui discendenza, perdendo la cosiddetta "consuetudo revertendi" non può essere più inquadrato nello stato giuridico di animale mansuefatto e, per tali motivazioni, è da dichiararsi patrimonio indisponibile della Regione Sardegna.



MUORE IL CANE E LORO ASSALTANO L'OSPEDALE VETERIARIO

 Un raid punitivo, in diretta social, per vendicare la morte di cane: è successo oggi al Dipartimento di Veterinaria dell'Università di Napoli Federico II, dove si sono dati appuntamento i padroni dell'animale, familiari ed amici.

Le immagini dell'aggressione hanno fatto subito il giro del web e i carabinieri, intervenuti sul posto, hanno arrestato quattro persone.

Cinque quelle rimaste ferite.Una decina di persone hanno aggredito, dopo un acceso diverbio, il personale medico e i tirocinanti universitari, scrive Borrelli. Che riporta la testimonianza di una persona che ha assistito all'assalto ed è stata costretta a fuggire. "La classica spedizione punitiva in stile criminale - afferma il testimone - questa volta dopo il decesso di un cane. Gli studenti universitari sono stati portati nelle aule sopra, due medici sono stati aggrediti brutalmente. Addirittura due delle donne hanno divelto i pali di ferro dal prato del cortile. I carabinieri sono arrivati mezz'ora dopo, loro continuavano a minacciare e inveire anche contro di loro. Per nostra fortuna siamo riusciti - cani, gatti e animali vari al seguito - ad uscire".

Ad avere la peggio sono stati un medico veterinario, un borsista di ricerca, un addetto alla vigilanza, un addetto alla portineria e una studentessa. Ciascuno di loro è stato giudicato guaribile in sette giorni. In manette sono finite quattro persone, per concorso in aggressione a personale sanitario e interruzione di pubblico servizio. Si tratta di due uomini - di 23 e 49 anni - e di due donne - di 42 e 46 - tutti già conosciuti dalle forze dell'ordine e ora ai domiciliari, in attesa di giudizio. Secondo Borrelli, "siamo alla più totale ed inequivocabile barbarie.



ALLARME BOCCONI AVVELENATI A CREMA

 Nelle ultime ore, a Crema, si sono verificati casi di avvelenamenti di cani lungo il fiume Serio, in particolare nel quartiere di san Bernardino e Castelnuovo. Stamattina è stata segnalata la presenza di bocconi sospetti in zona via Piacenza e via Libero Comune. La polizia locale ha prelevato i bocconi, consegnandoli alle autorità sanitarie per i dovuti accertamenti, mentre sono stati predisposti dei cartelli per richiamare l'attenzione dei cittadini. Come spiega il sindaco Fabio Bergamaschi, “in attesa dell'esito delle analisi, che saranno svolte da Ats, raccomandiamo ai proprietari dei cani di prestare un'attenzione particolare, specialmente in queste zone. Quella dei bocconi avvelenati è una pratica barbara, incomprensibile e inconcepibile. Qualora fosse accertata l'effettiva natura di esche avvelenate, mi auguro che i responsabili possano essere individuati e perseguiti ai sensi di legge”.


lunedì 21 ottobre 2024

AGGREGGIONE ORSO. AIDAA INVIA ESPOSTO IN PROCURA PER CHIEDERE INDAGINI SU DINAMICA DEI FATTI

TRENTO (21 OTTOBRE 2024) L'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA ha inviato questa mattina un esposto alla Procura della Repubblica di Trento per chiedere indagini in merito alla reale dinamica dei fatti dell'aggressione avvenuta sabato 19 ottobre nei boschi di Bleggio Superiore nel gruppo montuoso delle Gudicarie in Provincia di Trento. "Sono diverse le inconguenze present nelle dichiarazioni del givane operario comunale di 33 anni di origine piemontese in merito all'aggressione di cui sarebbe stato vittima- scrivono gli animalisti-in particolare chiediamo alla procura di acquisire i referti medici relativi alle ferite che il giovane ha imputato all'aggressione di un orso, di chiarire come mai in diverse occasioni ha parlato di aggressione mentre al sindaco del suo paese di residenza ha invece raccontato di aver sentito solo poggiare la zampa ed inoltre abbiamo chiesto alla procura di verificare la ricostruzione di quanto avvenuto aldilà del racconto del soggetto che ha denunciato l'ahhressione". Ma gli animalisti di AIDAA danno una spiegazione chiara sulle motivazioni che hanno  portato alla presentazione dell'esposto. "Abbiamo voluto che questa vicenda fosse attenzionata dalla Procura per evitare che venga ammazzato inutilmente un altro orso sulla base di dichiarazioni contraddittorie che qualora fossero accertate potrebbero avere sbocchi di natura giudiziaria quali le dichiarazioni mendaci e il maltrattamento di animali".


CACCISTORE UCCISO DAL CINGHIALE A VICOFORTE

 Nella tarda mattinata di ieri, domenica 20 ottobre 2024, Giovanni Cappellino, 74enne pensionato di Mondovì (Cuneo) è stato ucciso da un cinghiale nel corso di una battuta di caccia nei boschi intorno alla zona denominata Le Acque a Vicoforte. Alcuni amici che erano con lui hanno provato a soccorrerlo, ma senza successo. L'anziano è morto dissanguato a causa di una profonda ferita a una gamba. Dal primo esame del corpo da parte del medico legale è emerso che l'animale gli ha reciso la vena safena. Secondo il racconto dei testimoni, Cappellino, che aveva con sé un bastone, è stato aggredito quando ha cercato di difendere i suoi inseparabili cani da caccia, che lo stavano accompagnando nella battuta. L'ungulato, del peso di circa 100 chili, era a propria volta ferito. Nell'agosto dello scorso anno, Cappellino aveva partecipato in prima persona, con i suoi cani, alle battute di ricerca di Sacha Chang, il giovane olandese protagonista di una rocambolesca fuga nei boschi dopo avere ucciso il padre e un medico suo connazionale a Montaldo di Mondovì.


I VIGILI DEL FUOCO SALVANO I CANI DEL CANILE DI CASTELNUOVO SOTTO DURANTE L'ALLUVIONE

 CASTELNOVO SOTTO (Reggio Emilia) – I vigili del fuoco hanno salvato 15 cani in un canile che stava per essere sommerso dall’acqua in via S. Martino 14 a Castelnovo Sotto. Per fortuna, quando i pompieri sono arrivati sul posto, l’acqua non era ancora entrata nelle gabbie e aveva invaso solo la parte sotto della struttura. Sul posto i vigili del fuoco di Reggio Emilia con squadre arrivate anche da Udine e Pordenone.


domenica 20 ottobre 2024

CANI SENZA MICROCHIP E IN CONDIZIONI FATISCENTI. MA NON LI SEQUESTRANO PERCHE?

 Il nucleo di polizia giudiziaria della Sezione provinciale di guardie zoofile di Salerno A.I.S.A ha condotto un’ operazione per contrastare casi di maltrattamenti di animali e la loro cattiva detenzione in contrasto alle normative di loro tutela. L’operazione ha portato al controllo di 7 cani in diverse proprietà del comune di Padula; inoltre sono stati effettuati altri due ricontrolli a seguito di intimazioni dei scorsi sopralluoghi dove si costatava il rispetto di quanto prescritto (senza catena, chippati, vaccinati e in ottime condizioni).

Dei 7 della giornata di ieri, alcuni sono risultati chiusi all'interno di box fatiscenti, cucce in legno in fase di degrado; altri legati in catene, senza chip, mancata registrazione all'anagrafe canina regionale, non vaccinati e in critiche condizioni igieniche sanitarie dove sono scattate per alcuni la sanzione amministrativa di 60 euro per cani tenuti a catena, e altre per assenza di chip e con verbale di prescrizione dove si è intimato il ripristino delle condizioni igieniche sanitarie, la creazione di box idonei alla taglia.Altra segnalazione di cane tenuto in luogo chiuso dove - fanno sapere le guardie zoofile - si procederà ad un intervento con le autorità competenti. “Questa è la 3 operazione di controllo in ordine tempo susseguitisi a quelli scorse settimane, e continueranno prossimamente, così come dichiarato dal responsabile delle Guardie zoofile dell'area Centro sud Italia Vincenzo Senatore al fine di contrastare la cattiva detenzione degli animali e il rispetto delle normative regionali e nazionali a tutela degli animali e dell'ambiente”.


LA PROVINCIA DI TRENTO VUOLE ABBATTERE L'ORSO CHE HA AGGREDITO IL FUNGAIOLO.

 Anemmeno 24 ore dall’aggressione del fungaiolo da parte di un orso nei boschi di Bleggio Superiore sono già cominciate le reazioni sulla vicenda. Le prime parole sono state quelle dell’assessore alle foreste e alla caccia della Provincia di Trento Roberto Failoni che ha chiaramente parlato di provvedimenti severi per evitare che la vita delle persone sia messa in pericolo da situazioni analoghe.

Non sembra profilarsi insomma una strada diversa rispetto all’abbattimento. Ma, in fondo, sin dalla prima comunicazione la Provincia è stata chiara: “I reperti genetici lasciati sui vestiti potranno essere utili all’identificazione del grande carnivoro al fine di procedere con il provvedimento di rimozione previsto dal Pacobace per orsi riconosciuti come pericolosi”.Come era ipotizzabile sin dal primo istante dell’accaduto, così come la Provincia ha già messo in chiaro le proprie intenzioni, lo stesso è stato fatto dal mondo animalista.


TROVATI 3 CANI MORTI AVVELENATI NEL SALERNITANO

 Sconcerto a Monte San Giacomo dove tre cani sono stati trovati morti in località Paramicito. I cani, tutti muniti di microchip, sarebbero stati avvelenati da mano ignota. 

Le indagini

La notizia sta facendo in queste ore il giro del piccolo comune della zona sud della provincia, dove i carabinieri hanno avviato le indagini ed informato il Servizio Veterinario dell’Asl. Nei prossimi giorni i tre cani saranno sottoposti a tutti gli esami di rito per risalire alla sostanza velenosa che li ha condotti alla morte. 


sabato 19 ottobre 2024

IL CARCERE DI IVREA APRE LE PORTE AI CANI DEI DETENUTI

 La Casa Circondariale di Ivrea sta vivendo un momento di svolta: per la prima volta, i detenuti possono accogliere i propri cani durante le visite dei familiari, e nel frattempo, tra le mura del carcere, i ristretti si prendono cura di alcuni gattini. L’iniziativa, accolta con entusiasmo dai garanti per i diritti delle persone private della libertà, Bruno Mellano e Raffaele Orso Giacone, rispettivamente garante regionale e garante di Ivrea, rappresenta un importante passo avanti per garantire ai detenuti un diritto spesso negato: l’affettività.Giacone ricorda che una sentenza della Corte Costituzionale del 1999 aveva già riconosciuto questo come un vero e proprio diritto soggettivo. "Progetti come questo mettono al primo posto il detenuto," spiega Giacone, "permettendo loro di mantenere i legami con l’esterno e coltivare relazioni affettive anche all’interno delle strutture detentive."Molti detenuti sentono la mancanza dei loro amici a quattro zampe, e ora, grazie a questa novità, chi si trova ristretto a Ivrea potrà finalmente rivedere il proprio cane durante le visite, un momento che promette di restituire un po' di umanità a chi sta scontando la propria pena. Tuttavia, non mancano le polemiche. Il sindacato Osapp ha sollevato preoccupazioni, chiedendo una revisione della disposizione, ritenendo che l'introduzione degli animali possa creare problematiche logistiche e di sicurezza.


FRANA DI ALBISSOLA. ANIMALI MORTI TRAVOLTI DAL FIUME IN PIENA

 Una frana ha colpito nella serata di venerdì il comune di Albisola Superiore: nove persone sono state evacuate, lungo lavoro per i Vigili del fuoco, anche con le unità cinofile per cercare di salvare alcuni animali che si trovavano nei terreni abitati interessati dall'evento franoso. Tra questi diversi esemplari purtroppo sono morti, salvati alcuni cavalli.


Gli eventi franosi sono stati due, tutti nello stesso punto, all'altezza di una vecchia cava, che si trova in via Poggi, tra Albisola Superiore e la frazione di Ellera nello stesso comune. La frana si è riversata sulla strada provinciale 2 e i materiali caduti, tra terra e pietre, sono confluiti nel torrente Sansobbia, che era già in piena a causa delle forti piogge degli ultimi giorni. Inizialmente ostruito, il fiume e la strada sono stati subito liberati utilizzando anche gli escavatori della cava.

Ma a poca distanza temporale una seconda frana ha interessato lo stesso tratto: il fiume è esondato, i Vigili del fuoco presenti con le squadre di Varazze e Savona sono intervenuti anche con le unità cinofile per il timore che abitanti e animali si trovassero in difficoltà.

Tutti gli abitanti - nove in tutto, residenti in via Poggi tra i civici 15 e 21 - sono stati portati in salvo e hanno trascorso la notte in sicurezza fuori dalle loro abitazioni. Al momento non possono fare rientro a casa. E' andata peggio purtroppo per alcuni animali domestici che si trovavano nelle aie di alcune tra queste abitazioni. I vigili del fuoco hanno salvato un gruppo di cavalli, ma per altri animali da fattoria non c'è stato nulla da fare.  


venerdì 18 ottobre 2024

UCCISIONE CANI BIANCO E ACHILLE. ANCHE AIDAA PRESENTA UN ESPOSTO E CHIEDE PENE PIU' SEVERE

 MAZARA DEL VALLO (18 OTTOBRE 2024) "La sconvolgente notizia del ritrovamento dei corpi dei cani di quartiere Bianco ed Achille uccisi in maniera violenta e a quanto pare dopo essere stati torturati ci sconvolge- scrivono gli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA- e unendoci allo sdegno generale per questo vile atto di crudeltà nei confronti di due cani di quartiere benvoluti a Mazaro ed al dolore dei volontari della locale sezione dell'Enpa che li seguivano quotidianamente annunciamo a nostra volta la presentazione di un esposto per chiedere indagini chiare ed approfondite per arrivare almeno in questo caso alla individuazione dei responsabili dell'odioso crimine".


CATTURATO IL MONTONE CHE HA PROVOCATO LA MORTE DELLA DONNA DI FROSINONE. AIDAA CHIEDE LA SUA RICOLLOCAZIONE IN UN SANTUARIO


Il montone che, ieri, ha caricato e ucciso la pensionata 76enne, Silvana Minotti, mentre si trovava nel cortile di casa ferendola a morte alla schiena e sulla testa, è stato ritrovato e catturato questa mattina dai carabinieri del corpo Forestale.Al momento la bestia, che non presenta alcune timbro che possa identificarne il proprietario, è stata affidata al Comune di Frosinone. Ovviamente noi come AIDAA manteniamo e formalizzeremo a breve la nostra richiesta di non abbattere ma ricollocare il montone in un santuario dove possa vivere per il resto dei suoi giorni.


LUCIANO SOMMARONE CONFERMATO DIRETTORE DEL PARCO DI ABRUZZO, MOLISE E LAZIO

 Pescasseroli. Luciano Sammarone è stato confermato direttore generale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. A firmare il decreto di nomina è stato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

Sammarone è un ufficiale dei carabinieri forestali e ha lasciato la divisa nel 2019 (è in aspettativa) per ottenere l’incarico da direttore del Pnalm. Originario di Capracotta, in provincia di Isernia, in Molise, Sammarone lavorava in Abruzzo già da qualche decina di anni. Arriva ora il secondo mandato che lo vedrà alla guida del Parco per altri cinque anni.


STRAGE DI GATTI A SPOLLETO UCCISI DAL VELENO PER TOPI

 E' stata una vera e propria strage di gatti quella che nei giorni scorsi ha visto sparire da via del Tiro a Segno a Spoleto almeno una decina di felini. Gran parte, tra l'altro, soprattutto le gatte, già sterilizzate grazie all'intervento di una associazione ma anche di privati. Fatto ancora più grave, cuccioli. Qualcuno addirittura nato da appena due o tre mesi. Gatti che erano stati in qualche modo adottati da gran parte della popolazione della via spoletina ma che qualcuno ha pensato bene di sterminare magari solo per il gusto di farlo e probabilmente con bocconi contaminati con veleno per topi. “Una persona che è esperta in materia – spiega una signora di via del Tiro a Segno – adduce la morte ad ingestione di veleno per topi perchè il micio, che non ho fatto in tempo a salvare e che mi è morto tra le mani, aveva il palato bianco. E questo, a suo dire, sembra riconducibile a quel tipo di veleno”. Gatti senza fissa dimora ora letteralmente decimati, dato che ne sono rimasti davvero pochi rispetto alla ventina che si aggirava tra le case di via del Tiro a Segno e qualcuno anche ben disposto a ricevere carezze. Al di là della modalità che ha portato a quella che è stata una vera e propria strage di felini, non documentabile perchè il forte temporale che si è verificato in quei giorni ha sicuramente “lavato” la scena del crimine, sta di fatto che la gente di via del Tiro a Segno è veramente indignata rispetto a ciò che è successo a quelle povere creature che non hanno mai creato alcun problema nella zona e, anzi, sono stati sempre molto coccolati dai residenti. Quegli stessi residenti che non ci stanno a un massacro di animali di tale entità e che, in alcuni casi, si sono rivolti anche alle istituzioni e alle forze dell'ordine. Sta di fatto che, fino a qualche giorno fa, erano almeno una ventina i mici che frequentavano stabilmente via del Tiro a Segno e ai quali, grazie alla generosità di molte famiglie non mancava certo un pasto sicuro. Anzi, più di uno. Da un confronto tra i residenti nel post evento, è emerso infatti che erano davvero molte le famiglie che si prendevano cura di quelle creature a quattro zampe, morte a causa di un gesto che di civile ha davvero poco e che ora continueranno comunque a sfamare quelli rimasti. “Quello che è successo ha davvero dell'incredibile – dice un'altra delle signore che provvedeva ogni giorno a sfamare i gatti di via del Tiro a Segno – erano animali che non davano fastidio a nessuno e che sapevano bene dove andare per potersi sfamare. Era bellissimo vedere che quando arrivavo con l'auto, mi venivano incontro in attesa che potessero avere qualche prelibatezza che puntualmente compravo appositamente per loro. Ora lo farò per chi è rimasto, ma ciò che è successo non ha alcuna giustificazione”.


giovedì 17 ottobre 2024

IL MINISTERO DELL'AMBIENTE VALUTA LA STERILIZZAZI9NE DEGLI ORSI DEL TRENTINO

 sono in corso presso Ispra valutazioni tecniche sull'attuabilità di programmi di sterilizzazione degli esemplari" di orso del Trentino, "da considerare come metodologia alternativa al mero abbattimento selettivo, che devono valutare attentamente le ricadute in chiave demografica sulla specie, nei limiti consentiti dalla legislazione vigente".

Lo ha detto il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, al question time al Senato, rispondendo a una interrogazione dei parlamentari Cinquestelle sulle iniziative a tutela dell'orso in Provincia di Trento.
    "Lo scorso anno - ha proseguito Pichetto - l'Ispra ha prodotto uno specifico rapporto, con l'obiettivo di definire strategie di intervento per la prevenzione dei rischi di sicurezza pubblica legati alla presenza di orsi.Nel rapporto, Ispra riferisce che spesso le condotte potenzialmente pericolose sono la conseguenza di comportamenti umani non adeguati alla presenza della specie sul territorio, per cui è prioritario agire su tali fattori, oltre che sugli individui potenzialmente pericolosi. In ogni caso, le strategie di intervento devono tener conto di tutte le misure possibili, dai corridoi faunistici alla fornitura di bidoni anti orso".

    "È alquanto inesatto parlare di inerzia amministrativa dinanzi a tale azioni nazionali e alle attività regionali - ha concluso Pichetto -. Basti pensare a tutte le attività e ai finanziamenti messi in campo dalla Provincia autonoma di Trento dall'avvio del progetto 'Life Ursus', dai progetti di comunicazione alle attività di messa in sicurezza dei rifiuti organici con dispositivi anti-orso, alla costituzione di tavoli che vedono la partecipazione attiva di associazioni ambientaliste e di esperti in tale ambito".

DONNA UCCISA DAL MONTONE. AIDAA :"SI RISPARMI L'ANIMALE"

FROSINONE (17 OTTOBRE 2024) "La tragica morte di Silvana Minotti uccisa ieri pomeriggio dalle cornate di un montone è un dramma e ai suoi familiari e amici va il nostro cordoglio e la nostra vicinanza- Ma chiediamo che l'animale una volta catturato e messo in sicurezza e che non si abbatta e si trovi per lui una soluzione che gli permetta di vivere. Sulla vicenda invece chiederemo alla procura di Frosinone un indagine approfondita che garantisca la precisa ricostuzione di quanto accaduto e sopratutto che accerti eventuali responsaibilità di terzi, in quanto in quel giardino il montone nn può essere apparso dal nulla. Qualora fosse necessario ci impegnamo a trovare una collocazione al montone in tempi rapidi". Questo il comunicato dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA in eìmerito alla tragedia di ieri che ha portato alla morte di una donna di 77 anni aggredita da un montone nel suo giardino di casa in via Selva Casilina alla periferia di Frosinone.

VAL SERIANA. AVVELENANO LA CARCASSA DI UN CERVO PER UCCIDERE I LUPI. INCONCEPIBILE

 VALBONDIONE. "Avvelenare volontariamente una carcassa e lasciarla nell’ambiente naturale non è solo un atto barbaro e illegale contro la fauna, ma è anche una minaccia per l’ambiente, per gli animali domestici e per la sicurezza delle persone". A parlare sono i referenti dell'associazione  Io non ho paura del lupo, che commentano quanto accaduto di recente in Val Seriana.

 

"Il veleno si diffonde di specie in specie, colpendo non solo grandi predatori ma anche tutta quella fauna che può alimentarsi su queste carcasse all’interno della catena trofica", viene fatto sapere. Il riferimento è al recente caso di avvelenamento (con del liquido antigelo) di una carcassa di cervo ("utilizzata presumibilmente come esca per uccidere lupi") e per cui risultano indagati dalla polizia provinciale di Bergamo due allevatori della Val Seriana.

 

"Non solo lupi, ma anche rapaci e piccoli uccelli, altri mammiferi, animali da allevamento, cani e gatti domestici e persino esseri umani, possono venire a contatto con il veleno nei modi più svariati, anche indirettamente - spiegano da Io non ho paura del lupo -. Un animale morto avvelenato, consumato a sua volta da altri animali, selvatici e non, continuerà a contenere veleno e a causare morti e/o a compromettere lo stato di salute di ulteriori animali. Inoltre sono elevati i rischi di diffusione nell'ambiente e nelle falde acquifere. Il veleno è una minaccia ambientale enorme che non può essere accettata".

 

E proseguono: "Ormai si è superato il limite: non esiste alcuna giustificazione per chi avvelena una carcassa con l’intento di uccidere, tra atroci sofferenze, i lupi. E tanto meno è giustificabile un sindaco che approva un gesto così grave, gesto che dovrebbe solo essere condannato. Per questo l'associazione si riserva il diritto di presentare un esposto per apologia di reato presso la procura di Bergamo nei confronti del sindaco di Valbondione che, secondo quanto riportato dal Corriere di Bergamo, avrebbe detto che i due allevatori 'hanno fatto bene' a compiere questo gesto, invitando la procura ad accertare se esistono estremi di reato".

 

"Esistono da decenni metodi efficaci per ridurre i danni da lupo, strumenti funzionali messi a disposizione degli allevatori spesso anche gratuitamente - concludono -. È quindi ora di intraprendere e incentivare l'adozione di strumenti anti-predatori invece di giustificare pratiche medievali che non dovrebbero trovare più spazio nella nostra società e che invece meritano una condanna esemplare".


AVVOCATO LANCIO' GATTO INFUOCATO DAL 4 PIANO. CONTINUA IL PROCESSO

 Udienza interlocutoria ieri, 16 ottobre, per il processo diventato noto per un fatto singolare e increscioso. Si tratta del caso dell’avvocato di Latina che, in preda a un raptus, ha lanciato il gatto della ex compagna fuori dalla finestra di casa. Il particolare ancora più macabro è che il gatto aveva preso fuoco.

Nel corso della breve udienza odierna, è stato ascoltato l’ultimo testimone dell’accusa: si tratta del direttore sanitario della clinica Pacifico di Latina – il medico veterinario Gianmaria Urso – che si era occupato di curare, invano, il gatto. Il dottor Urso ha spiegato che l’animale entrò in terapia intensiva dopo l’episodio violento di cui fu vittima ma, dopo pochi giorni, morì. Non ce la fece per via dei traumi riportati.

A marzo scorso, il processo era entrato nel vivo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio, sostituita per il proseguo del dibattimento dal giudice Rosmunda Zampi, la quale ha rinviato al prossimo 8 luglio quando verranno ascoltati due testimoni della difesa, tra cui un medico veterinario e un agente della Polizia Locale, e si svolgerà eventualmente l’esame dell’imputato.


mercoledì 16 ottobre 2024

VARESE. SOCCORRE UN GATTO. INVESTITA

 Soccorsi in azione all’alba di ieri, martedì 15 ottobre, a Varese. In via Del Molino, a ridosso della Schiranna, una donna di 51 anni è stata investita. Subito è partita la richiesta di aiuto e sul posto sono arrivate un’ambulanza e un’automedica del 118: dopo le prime cure sul posto, la donna è stata soccorsa e trasportata al Pronto soccorso dell’ospedale di Varese.

Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Polizia locale per chiarire con precisione la dinamica.

In base alla prima ricostruzione, sembra che la donna fosse scesa dalla sua automobile per soccorrere un gattino investito, rimasto sull’asfalto, quando è stata a sua volta travolta.


7 CANI IN CONDIZIONI FATISCENTI E 2 CARCASSE RINCHIUSE NEL BOX. DENUNCIATI DUE GIOVANI

 Custodivano 7 cani molossoidi in pessime condizioni igienico sanitarie in box fatiscenti e con carcasse di altri animali. Tra loro anche una tartaruga appartenente a una specie protetta. I carabinieri di Palazzolo Acreide, con i carabinieri dello squadrone eliportato cacciatori Sicilia, del Nucleo Cites di Catania, di personale Asp, tecnici del comune e dell’Enel, hanno effettuato una serie di controlli nel centro storico, ed hanno denunciato un 21enne e un 19enne, per furto di energia elettrica mediante allaccio diretto alla rete pubblica, maltrattamento di animali e detenzione illecita di specie protetta.

I due giovani occupavano abusivamente alcuni immobili. Nei terreni di pertinenza trovati rottami di ciclomotori di verosimile provenienza illecita e sui quali sono in corso accertamenti. I cani sono stati sequestrati. La tartaruga è stata trasferita presso una struttura gestita dai carabinieri forestali di Catania e sarà presto reimmessa in natura.


PSICOSI DA ORSI IN TRENTINO. DECINE DI CHIAMATE AL 112 PER AVVISTAMENTI IMMAGINARI DI ORSI CHE NON ESISTONO

 Sono diverse le persone che, nelle ultime settimane, hanno segnalato agli operatori del 112 la presenza di orsi nei boschi, dopo aver sentito quello che a tutti gli effetti sembrava il loro ruggito. Si è trattato, tuttavia, di un falso allarme.

Quello che tutti hanno scambiato per il verso del grande carnivoro era, in realtà, il bramito dei cervi in amore. È proprio a inizio autunno, infatti, che i cervi si accoppiano. Per riuscire nel loro intento, specialmente in orario crepuscolare e notturno, gli esemplari maschi emettono dei vocalizzi molto simili a quelli degli orsi quando si sentono minacciati.

Per saperne di più, è possibile consultare il report sui grandi carnivori pubblicato dal servizio faunistico di Trento, disponibile online sul sito della provincia.


RITORNA LA GUERRA DEI TARTUFI? 3 CANI AVVELENATI IN MOLIISE DUE SONO MORTI

 Sono tre in tutto i cani avvelenati, tre pastori abruzzesi. Due sono morti, l'altro - in cura da un veterinario - forse si salverà. 

E' accaduto a Vastogirardi, in contrada Pantanelli. Il sindaco del paese altomolisano, Antonio Cea, ha firmato l'ordinanza che ha interdetto l'area interessata agli uomini e a qualsiasi animale domestico, in primis cani da caccia e da tartufo. 

I due animali morti sono stati trasferiti all'istituto zooprofilatico di Isernia che nei prossimi giorni potrà fonire un quadro più preciso sulle cause dei decessi. 

Oggi i Carabinieri forestali - con l'ausilio delle unità cinofile arrivate da Scanno - hanno bonificato l'area. Domani ascolteranno il proprietario dei pastori abruzzesi, un allevatore altomolisano titolare di un'azienda agricola. 

Al momento sulle cause dell'avvelenamento si possono fare solo ipotesi. L'unica certezza è che non sono stati trovati bocconi avvelenati, né sono stati segnalati altri episodi simili in zona. 

Certo è che in Alto Molise gli avvelenamenti di animali non sono una novità. Poco meno di un anno fu messa a segno una vera e propria strage di cani da tartufo a San Pietro Avellana. 

Ma a Vastogirardi questa ipotesi almeno per ora non trova riscontri: dal primo ottobre, da quando cioè è stato dato il via alla raccolta del bianco, a ridosso di contrada Pantanelli si aggirano cani da tartufo e da caccia, ma finora nessuno ha segnalato la presenza si sostanze sospette o animali avvelenati.