TRENTO (30 NOVEMBRE 2024) Anche se ufficialmente non ci sono ancora gli esiti dell'istituto di zooprofilassi delle Venezie della ricognizone cadaverica dell'orso trovato morto nei mesi scorsi nei frutteti di CIS in provincia di Trento dalle notizie che trapelano e che sono state ripoortate anche nei giorni scorsi dalla stampa Trentina i forestali della provincia autonoma stanno indagando per bracconaggio e a quanto si dice sono vicini ad individuarne i responsabili. Ma come mai questa svolta nelle indagini che punta dritto al bracconaggio? (come da noi sempre sostenuto) . Perchè oramai è evidente che il ritrovamento di otto orsi morti in pochi mesi che si sommano a quelli fatti fucilare da Fugatti sono tanti. Troppi anche per gli amministratori della provincia di Trento. L'Augurio è che almeno questa volta oltre alla parole ed alle belle intenzioni si arrivi a scovare e prendere i responsabili di tali uccisioni.
TUTTE LE INIZIATIVE ED I COMMENTI RIGUARDANTI L'ASSOCIAZIONE AIDAA E LE SUE ATTIVITA'
sabato 30 novembre 2024
IL VELENO UCCIDE IL CANE PEDRITO
C’è preoccupazione e rabbia a Cagnano Varano per la morte sopraggiunta nella notte appena trascorsa di Negrito, uno dei 20 cani del rifugio di Contrada San Michele, alla periferia di Cagnano Varano, avvelenati con due ciotole di pasta contenente presumibilmente metaldeide, il cui materiale è stato sequestrato e inviato agli esperti dell’Istituto Zooprofilattico di Roma.
Sul posto sono intervenuti i veterinari di area C. La carcassa di Negrito è stata invita, invece, allo Zooprofilattico di Foggia. La scoperta è stata fatta domenica mattina, intorno alle 10.30, da parte delle volontarie di 'Odv Lilly e il Vagabondo', l'associazione che da dieci anni si occupa di accudire, dar da mangiare e sterilizzare i cani. Al loro arrivo, alcuni pelosetti, tra cui Negrito, erano agonizzanti.
Al momento, due amici a quattro zampe risultano dispersi, un altro è ricoverato in fin di vita. Ad altri, negli istanti appena successivi all'avvelenamento, è stata fatta ingerire dell’acqua ossigenata per stimolare il vomito e sono state fatte delle iniezioni con farmaci. Quella mattina le volontarie si sono adoperate per evitare il peggio, in quanto non c’erano veterinari disponibili. Fortunatamente alcuni cani si sono ripresi nel giro di poche ore.
Sul posto, un terreno di proprietà comunale senza acqua ed energia elettrica, dove i cani sono liberi di uscire e di muoversi, sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano. L’area, quando scriviamo, non sarebbe stata ancora bonificata.
venerdì 29 novembre 2024
CERVI D'ABRUZZO. IL TAR DECISONE DEL TAR IL PROSSIMO 14 MAGGIO
AIDAA. FERMARE ABBATTIMENTO VELE DI SCAMPIA PERCHE' SI RISCHIA UNA STRAGE DI GATTI
SCAMPIA (29 NOVEMBRE 2024) Anche l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA lancia un appello al prefetto ed al sindaco di Napoli di procedere alla messa in sicurezza degli oltre cento gatti presenti nella colonia felina prima di abbattere le Vele di Scampia. "E' vero che sono stati salvati in questo mese decine di gatti ed anche 28 animali esotici presenti negli appartamenti sgomberati delle Vele di Scampia- scrivono gli animalisti di AIDAA- ma ci risulta che vi siano altre decine di gatti ancora presenti negli appartamenti delle Vele per questo chiediamo a Prefetto e Comune di non procedere all'abbattimento prima della totale messa in sicurezza dei gatti e di altri animali presenti".
TRE CIGNI MORTI SUL GARDA E TRE SALVATI. POTREBBE TRATTARSI DI INTOSSICAZIONE
DESENZANO. Potrebbe essere legata a un'intossicazione alimentare causata da lancio di cibo inadeguato (forse patatine, pizza, pane e quanto di più deleterio c'è dal punto di vista alimentare per questi animali). A perdere la vita tre cigni, trovati morti sulla spiaggia mentre altri tre sono stati salvati dal Cras (il centro di recupero per animali selvatici presente nell’oasi Wwf in Valpredina).
Gli uccelli sono stati trovati sulle spiagge del Basso Garda tra Desenzano e Sirmione in un ambito, quindi, dove già da tempo si cerca di combattere la pessima pratica di nutrire gli uccelli. Il cibo dato loro in grandi quantità, infatti, come accade dopo il passaggio di turisti o anche da residenti che magari pensano di fare del bene a questi animali dando loro da mangiare, può essere deleterio.
Il Comune di Desenzano ha più volte avvertito la popolazione che si rischiano sanzioni fino a 500 euro se pizzicati a nutrire gli uccelli. La ragione è proprio da ricercare nel fatto che la dieta di questi animali dovrebbe essere essenzialmente erbivora e il pane può causare dei gravi disturbi oltre al fatto che ciò provoca una ''domesticazione'' di animali che dovrebbero restare selvatici.
La raccomandazione è sempre la stessa in qualsiasi contesto ci si trovi e in qualsiasi situazione di contatto con animali selvatici: si regolano da soli e l'intervento dell'uomo per nutrirli, attirarli, coccolarli è sempre sbagliato. Limitiamoci ad osservarli.
giovedì 28 novembre 2024
BOCCONI MORTALI CON GLI SPILLI A GERMANEDO
"Attenzione! A tutti gli amici di Germanedo, questa mattina è stato trovato questo osso con all’interno una spilla da balia al Parco dell’Eremo, pericolosissimo per i cani. Prestate attenzione e scusate se ho approfittato di questo gruppo per segnalare questo atto di delinquenza".
Un avviso molto utile, e allo stesso tempo allarmante, quello lanciato nei giorni scorsi da una lecchese sul gruppo social "Germanedo caput mundi" che raccoglie info e commenti relativi al rione cittadino.
Utile perchè, informando i proprietari, può evitare che qualche cane possa rimanere ferito o vittima del boccone con la spilla. Allarmante perchè ancora una volta si ripete un gesto vigliacco e criminale che prende di mira gli amici a quattro zampe. Tra i commenti anche tristi conferme: "Mesi fa erano già state fatte segnalazioni di esche avvelenate al parco villa Eremo. Ormai la situazione è fuori controllo! Grazie per l'info".
INCENDIO IN APPARTAMENTO. MUOIONO TRE CANI
Due donne, madre e figlia, intossicate, dodici carcasse di cani uccisi da fuoco e esalazioni. Sono la conseguenza di un pauroso incendio sviluppatosi nel pomeriggio di ieri al primo piano di in un appartamento di tre piani ubicato in via Umberto I a Montisi. L’allarme è stato dato dai vicini di casa delle due donne (madre di 89 anni, figlia di 62), tempestivo l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Montalcino. Le donne sono state poste in salvo, le fiamme domate. Quindi il sopralluogo dei vigili che hanno dichiarato inagibile l’intera palazzina. Due donne salvate, tanti cani, pare che all’interno della casa ne fossero ospitati una trentina, morti e tanti altri in fuga. Nel piccolo borgo di Montisi sono arrivati anche i carabinieri della compagnia di Montalcino, uomini della Asl che hanno soccorso madre e figlia trasportandole all’ospedale di Nottola. Sono state ricoverate per essere sottoposte alle terapie del caso. Non sono in pericolo di vita. Morti, come detto, almeno dodici cani. Tante le carcasse rinvenute dai vigili del fuoco. Un gruppo folto che ha sorpreso i vigli e gli stessi uomini dell’Arma. Ben presto il perché sarebbe stato chiarito: tutto per l’affetto delle due per questi animali. Tanti, fino al punto che molti vicini avrebbero manifestato dissenso perchè abbaiavano spesso. Tutto chiarito su questa nutrita presenza. Invece i vigili del fuoco sono al lavoro per individuare quali sono state le cause dell’incendio che, come detto, ha provocato danni anche alla palazzina. Non ci sarebbe stata nessuna esplosione, quindi qualche fonte di fuoco potrebbe aver causato il divampare delle fiamme. Il lavoro dei vigili del fuoco è ancora in corso.
RITROVATO DOPO 10 GIORNI SANO E SALVO EFRA IN CANE CHE SI ERA PERSO IN VALGRANDE
VAL GRANDE – E’ stato ritrovato e sta bene il cane disperso da dieci giorni nel Parco Nazionale della Val Grande. Si tratta di un pastore bergamasco che si era perso insieme al suo padrone. Quando l’uomo è stato recuperato l’animale si era però allontanato e se ne erano perse le tracce.
Sono passati dieci giorni ed ora anche Efra, questo il nome del cane, è stato ritrovato. Era nella zona di Cicogna, da dove era partita l’escursione con il suo padrone. E’ stato recuperato, sta bene ed è stato riconsegnato alla sua famiglia.
mercoledì 27 novembre 2024
CIRUZZO IL CANE DI PADOLA MORTO FOLGORATO DOPO AVER APPOGGIATO LA ZAMPA SU UN TOMBINO DI FERRO
Stava camminando assieme al suo padrone per le vie di Padola, frazione di Comelico Superiore nel bellunese, Ciruzzo, il cane rimasto folgorato e ucciso lo scorso fine settimana dopo aver messo una zampa in un tombino di ferro vicino a un lampione. Per l’animale non c’è stato nulla da fare.
A raccontare la vicenda sui social è Giuseppe Clemente, padrone dell’animale, che lo stesso aveva trovato come randagio sull’isola di Puerto Rico, adottandolo poi quando viveva a New York, con il cane che lo ha seguito fedelmente nel corso di questi quattro anni fino al ritorno in Italia e alla tragica fatalità.
“Mi è morto tra le mani in un mare di lacrime per la negligenza e incuria di qualcuno in comune, dove il problema è stato segnalato. Perdere in questa maniera durante una passeggiata chi ti è stato fedele fa male al cuore”.
2 GATTI MORTI AVVEOENATI A VILLA SANTO STEFANO
Uno spettacolo agghiacciante quello che si è parato davanti agli occhi dei santostefanesi nella mattinata di domenica 24 novembre. Alle prime luci dell’alba due gatti randagi, “adottati” dagli abitanti dei vicoli adiacenti a piazza Umberto I, sono stati trovati senza vita, probabilmente avvelenati nella notte: intorno alle mezzanotte alcuni testimoni li avrebbero sentiti strillare.Già nei giorni e nelle settimane precedenti i malumori serpeggiavano tra gli abitanti della zona, che si lamentavano per via degli escrementi lasciati dai mici, tanti tra i vicoli, tanto da dichiarare la colonia felina, della quale uno dei due poveri animaletti uccisi, faceva parte. «Nei giorni scorsi ho sentito molte persone dire "se mi ricapitano sotto la ruota ci passo sopra”, "ammazzateli" e “ancora dei cani mi interessa ma i gatti possono anche morire”» racconta una delle persone che si prendeva cura dei felini.
martedì 26 novembre 2024
ORSO FA RAZZIA DI POLLI E UOVA IN UN POLLAIO A FONTECCHIO
FONTECCHIO – Ancora una incursione dell’orso in un pollaio nella media valle dell’Aterno: questa volta ad avere la peggio è un abitante di Fontecchio, che ha ritrovate uccise e sbranate le sue 28 galline ovaiole. Il plantigrado ha sfondato la porta d’ingresso e poi ha portato a termine la razzia.
Spiega il proprietario, agricoltore di professione, che commercializza anche uova fresche: “ciò che inquieta e preoccupa molto è che per arrivare al pollaio l’orso ha percorso i vicoli della frazione di San Pio di Fontecchio per almeno un centinaio di metri. La domanda alle Istituzioni competenti, ovvero a Parco, Prefetto, Regione, è proprio questa: ma si aspetta che ci scappi il morto prima che vengano presi provvedimenti? Finché sono galline ok, ma siccome il vicolo accede alle abitazioni, se dovesse succedere che una persona si trova a uscire di casa o a rientrare, cosa potrebbe succedere?”
AULETTA. ROTT UCCISO A COLPI DI ARMA DA FUOCO
Una vicenda drammatica ha scosso le comunità di Auletta e Salvitelle nei giorni scorsi. Joker, un bellissimo esemplare di rottweiler, si era smarrito nei pressi di un’abitazione situata tra i due comuni. Dopo giorni di ricerche disperate da parte dei proprietari, la storia ha avuto un epilogo tragico: Joker è stato ritrovato senza vita.La scoperta ha sollevato sgomento e indignazione. Secondo quanto riportato dai proprietari sui social, il cane potrebbe essere stato ucciso con un’arma da fuoco. “Lo hanno trovato ammazzato, molto probabilmente fucilato. Si attende l’autopsia per confermare le cause”, hanno scritto, esprimendo rabbia e dolore per l’accaduto.
Le autorità sono state immediatamente informate e sul caso è stata presentata una denuncia formale. Sarà l’esame autoptico a fornire risposte certe sulla morte di Joker, che potrebbe essere l’ennesima vittima di un episodio di brutale violenza contro gli animali.
A GIUDIZIO IL VICINO DI CASA CHE HA SPARATO AL CANE DENTRO AL RECINTO
PINE’. Nella "guerra di nervi" tra vicini, a farne le spese è stato il cane. Come capita spesso, purtroppo, sono gli indifesi a venire colpiti in maniera meschina. In questo caso è stato uno degli esemplari allevati con cura ed addestrati alla caccia dal proprietario, un settantenne residente sull'altopiano di Piné: l'animale è stato impallinato, rimanendo ferito in maniera grave ad una zampa posteriore.
Sono stati necessari un intervento chirurgico e terapie lunghe e costose per estrarre il piombino calibro 4,5 e per curare l'ascesso. L'uomo accusato di aver sparato al cane con un'arma ad aria compressa è ora a processo. L'imputato, un 46enne trentino accusato di maltrattamenti di animale, era in aula accanto all'avvocato che lo difende, Giuliano Valer.
Sono una quindicina i testi chiamati a ricostruire la vicenda, accaduta tra dicembre 2019 e i primi mesi del 2020 nell'abitazione in cui vivono sia la parte offesa che l'imputato.
Davanti al giudice Massimo Rigon ha parlato il proprietario del cane, che si è costituito parte civile con l'avvocato Andrea de Bertolini. «Non lascio mai i miei animali liberi lungo la strada: a loro tengo troppo» ha evidenziato più volte l'uomo, spiegando che da parte sua non c'è mai stato astio nei confronti del vicino, arrivato da poco tempo ad abitare nel suo stesso caseggiato.
Ha però raccontato di essere stato costretto a chiamare i carabinieri quando si è trovato l'intonaco del muro completamente scrostato: il danno era stato causato dal pallone dei figli dell'imputato, che erano soliti calciare contro la parete di casa sua, nonostante avesse più volte chiesto di smettere. Ma ha pure specificato che il vicino mai si sarebbe lamentato dei cani.
Eppure, secondo un testimone che verrà sentito nella prossima udienza, il pallino che ha colpito il cane del pensionato sarebbe partito proprio dalla finestra dell'abitazione del 46enne, che si trova sopra il recinto dove c'erano gli animali: il teste, sentito il colpo di arma da fuoco, aveva visto le ante semichiuse della finestra e una canna che veniva ritratta. Una decina di pallini avevano raggiunto un'asse che si trovava nel cortile in cui c'erano i cani.
«Si tratta dello stesso tipo di pallini che hanno ferito l'animale, ossia calibro 4,5, e che sono stati trovati a casa dell'imputato nel corso della perquisizione, assieme alla pistola ad aria compressa» ha detto uno dei carabinieri che ha condotto le indagini. Il militare ha specificato che «l'unico punto da cui quei pallini potevano essere sparati è da quella finestra».
Il proprietario del cane si era accorto del problema alla zampa posteriore sinistra solo qualche giorno dopo lo sparo.Inizialmente pensava che si trattasse di una ferita da scheggia di legno, a seguito di una passeggiata nei boschi devastati dalla tempesta Vaia. Quando ha visto che la ferita non guariva ha portato il cane dal veterinario (che pure ieri è stato sentito in aula), scoprendo che si trattava di un ascesso infiammatorio. È stato durante l'intervento chirurgico che si è scoperto che la ferita era stata causata da un pallino.
lunedì 25 novembre 2024
CANI INTRAPPOLATI IN UNA BUCA PROFONDA SALVATI DAI POMPIERI
Questa mattina sono riprese le operazioni di salvataggio di quattro cani da caccia rimasti intrappolati in una tana a Canzano, nel comune di Teramo. I cani, durante una battuta di caccia, avevano inseguito un istrice che, per difendersi, aveva causato il crollo di parte del cunicolo, intrappolando gli animali a circa dieci metri di profondità. I vigili del fuoco sono intervenuti tempestivamente, ma a causa della fragilità del terreno, reso instabile dalle recenti piogge, le operazioni sono estremamente delicate e rischiose. I soccorritori stanno scavando manualmente, con grande cautela, per evitare frane che potrebbero seppellire i cani e complicare ulteriormente il salvataggio.
IL CENTRO DESTRA DICE NO AL BOLLINO "SENZA GABBIA" IN ENTICHETTA
La maggioranza di centro-destra dice no all’indicazione “senza gabbie” (cage free) in etichetta. La scorsa settimana è stato dichiarato dalla Commissione Bilancio inammissibile l’emendamento alla legge finanziaria presentato in pratica da tutti i partiti di opposizione.
“Sì alla trasparenza, no alle gabbie, sì al segno distintivo cage-free” è l’appello che dopo la bocciatura alcune associazioni – Animal Equality Italia, Animal Law Italia, Ciwf Italia, Enpa, Essere Animali, HSI/Europe, Lav, Legambiente e Lndc Animal Protection – a nome della coalizione italiana End the Cage Age hanno rivolto al Parlamento. In una conferenza stampa giovedi 21 novembre le associazioni e alcuni parlamentari hanno rilanciato la proposta della creazione di un segno distintivo “cage-free” (“senza gabbie”) per tutte le specie allevate nell’ambito della specifica etichettatura relativa al Sistema di qualità nazionale per il benessere animale (Sqnba) che sarà sul mercato dall’anno prossimo.
La certificazione “cage-free”, spiegano le associaizoni, darebbe rilievo positivo ai prodotti provenienti da sistemi che non fanno uso di gabbie, riconoscendo l’impegno delle numerose aziende agroalimentari – tra cui molte italiane – che stanno eliminando gradualmente le gabbie dalle proprie filiere. Sono già oltre 1.400 le aziende alimentari europee che si sono impegnate a non utilizzare le gabbie per l’allevamento delle galline ovaiole e ben oltre la metà di queste aziende hanno già realizzato i loro impegni per vendere o utilizzare solo uova cage-free anche per i prodotti confezionati, mentre altre si sono impegnate ad eliminare le gabbie per l’allevamento di scrofe e conigli. In Italia, tre importanti produttori del settore suinicolo hanno preso impegni pubblici e concreti per eliminare le gabbie per le scrofe dalle proprie filiere, generando un impatto economico positivo e allargando le possibilità per l’export del made in Italy verso mercati esteri ed europei che presentano standard più elevati, come Regno Unito e Svezia.
In Europa, ogni anno oltre 300 milioni di animali allevati a fini alimentari – di cui almeno 40 milioni in Italia – trascorrono ancora tutta la vita o gran parte della vita in gabbia. Gli animali tenuti in gabbia sono rinchiusi in ambienti spogli, in condizioni di sovraffollamento o di totale privazione di contatti, incapaci di girare su sé stessi o di esprimere anche i più basilari comportamenti naturali della specie. La ricerca scientifica dimostra che le gabbie sono gravemente dannose per il benessere degli animali: posizione da cui non si discostano, ma che anzi confermano, i più recenti pareri scientifici dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
“Siamo sorpresi e sconcertati che l’emendamento per la creazione del bollino ‘cage-free’ sia stato dichiarato inammissibile” – dichiarano le associazioni. “Sarà stata una svista o un mero errore formale, sarebbe inspiegabile perdere l’occasione, a costo quasi zero, per migliorare le condizioni degli animali allevati e, soprattutto, far uscire dal buio e dall’anonimato l’impegno delle tante aziende agroalimentari italiane che stanno eliminando gradualmente le gabbie dalle proprie filiere. Per far ciò queste aziende hanno compiuto investimenti a proprie spese ed il minimo che Parlamento e governo possono fare è permettere loro di rendere riconoscibili i propri prodotti da quelli che invece arrivano da animali in gabbia. Questa svista non chiude la questione, ci attendiamo che la battaglia politica per il riconoscimento di questo importante strumento di giustizia e trasparenza venga, con eventuali modifiche, raccolta e vinta da tutto il Parlamento sin da questa legge di Bilancio”.
domenica 24 novembre 2024
OMICIDIO ORSA AMARENA. TRA UN MESE INIZIA IL PROCESSO AD ANDREA LEOMBRUNI
ANCHE A RAVENNA ACCUMULATORI SERIALI DI GATTI IN AZIONE
Numeri in crescita e un'attività che diventa sempre più impegnativa. Parte la ricerca da parte del Comune di Ravenna per il nuovo gestore del gattile comunale, con un lieve aumento dei fondi a disposizione. Nei giorni scorsi, infatti, la Giunta ha approvato la delibera per avviare la procedura di affidamento dell'attività di gestione del gattile comunale di via Trieste 342, tramite la sottoscrizione di una convenzione triennale (dal 2025 al 2027) con un’associazione di volontariato. La gestione, per il biennio 2023-2024, era stata affidata all'associazione Soli a quattro zampe.
Come previsto dalla legge regionale, ogni comune deve garantire "la presenza e il funzionamento di strutture pubbliche di ricovero per gatti", che si occupino inoltre "della cattura dei gatti in stato di libertà per comprovati motivi sanitari". Questa la funzione portata avanti in questi anni dal gattile di via Trieste. Come però spiegato nella delibera della Giunta, "risultano sempre più frequenti le istanze provenienti dai servizi sociali per la collocazione di diversi animali, in particolare di cani e di gatti, appartenenti a persone non più in grado di custodirli adeguatamente". Situazioni che per la maggior parte sarebbero urgenti e senza preavviso, richiedendo spesso la collocazione di numeri considerevoli di animali. In particolare, "nell’ultimo anno anche il Servizio veterinario della Ausl ha richiesto la collocazione urgente di più di 20 gatti, relativamente a due diverse situazioni di disagio, con disturbo di accumulo seriale".
MILANO. ALLARME BOCCONI AVVELENATI NEI GIARDINI PUBBLICI DI PESCHIERA BORROMEO
È caccia a Peschiera all’avvelenatore di animali, un individuo ancora sconosciuto che ha messo in pericolo la vita di cani e gatti, attirandoli con esche pericolosissime. Würstel riempiti di topicida, spilli e chiodi sono stati infatti rinvenuti in diverse aree della città, in particolare nei pressi di piazza Lombardia e nelle aiuole tra via 2 Giugno e via Dante. L’Ufficio per i Diritti degli Animali ha raccolto numerose segnalazioni, lanciando un allarme per tutelare non solo gli animali, ma anche i bambini che potrebbero accidentalmente entrare in contatto con queste trappole letali. «È chiaro che questo gesto è pericoloso per tutti – ha sottolineato Edgar Meyer, responsabile dell’Ufficio –. Fortunatamente, ad oggi non abbiamo segnalazioni di cani avvelenati, grazie all’attenzione dei proprietari, ma la situazione è preoccupante». La polizia locale è intervenuta con sopralluoghi e attività investigative, bonificando le aree colpite e cercando indizi per risalire al responsabile. Chi si macchia di simili atti rischia non solo denunce penali, ma anche sanzioni molto pesanti. Intanto, i cittadini sono stati esortati a prestare massima attenzione: chi porta a spasso il cane dovrebbe mantenere sempre l’animale al guinzaglio e controllare con cura il terreno. Le trappole rappresentano un serio rischio anche per la fauna selvatica, oltre che per i gatti randagi, i cui movimenti sono più difficili da monitorare. L’appello delle autorità è chiaro: segnalare prontamente qualsiasi sospetto e mantenere alta la vigilanza per evitare tragedie.
sabato 23 novembre 2024
LITE FURIBONDA A SASSARI PER LA PIPI' DEI CANI
Un colorito scambio di battute in sassarese ha movimentato un tranquillo venerdì di quartiere a Sassari, dove due vicini sono stati protagonisti di un battibecco esilarante andato avanti a suon di accuse a tema cinofilo-glottologico e messaggi di risposta affissi su un muro.
Lo scenario è la centralissima e placidissima via Marsiglia, l'ultima traversa che taglia via Tempio prima che questa, dopo aver attraversato di netto il settore meridionale dello storico quartiere di San Giuseppe, si inserisca nella via Napoli delle fiorenti attività commerciali, caffè e ristoranti frequentati da professionisti e studenti.
Un contesto urbano assolutamente regolare, le cui giornate sono scandite dal passaggio dei tram e dal vociare dei clienti di market e uffici che si affacciano sulle strade dominate da anonime palazzine anni '70. In una simile realtà capita, a volte, che basti una piccola disattenzione o un dettaglio fuori posto per spezzare la quiete mattutina di una quotidianità tediosa. Un insolito ingorgo stradale, ad esempio, il turbolento passaggio di un ambulanza a sirene spiegate, o un cane che espleta i propri bisogni sul portone sbagliato.
Ecco, proprio quest'ultimo caso è stato motivo di un vero e proprio botta e risposta su pubblica via nella giornata di ieri, 22 novembre, quando il proprietario di un animale che aveva fatto pipì per strada ha ricevuto un ruspante ultimatum comparso sul muro di fronte al suo condominio: "Lu pisciu di lu gani tuo hai di bittìru!". Tradotto: "Le urine del tuo amico a quattro zampe dovresti ingerirle!".
Un messaggio dal contenuto severo, che ha scatenato la reazione indignata del proprietario del cane. "Il tuo vernacolo da volgare beone di zilleri (bar, ndr) di infimo livello è più disgustoso e vomitevole del contenuto cui si riferisce", recita il messaggio di risposta appeso proprio sotto il primo.
In breve tempo, la sorprendente controreplica: "Cara signora o caro signore proprietari di un amabile amico a quattro zampe. Innanzitutto, il mio non è vernacolo ma lingua cosiddetta alloglotta. In secondo luogo non sono un beone da zilleri, ma un semplice avventore dei vari circoli cittadini dove si giuoca anche a mariglia tra una ridotta di vino novello e qualche "caz" di troppo".
"Il sassarese definito da lei volgare — prosegue l'iniziatore del confronto con un lessico a questo punto sorprendentemente forbito — è anche definito "lingua romanza" ed è presente, oltre che negli Statuti Sassaresi, anche nelle migliori commedie di Giovanni Enna, nonché studiato da illustri professori di linguistica. Infatti il sassarese è riconosciuto come lingua minoritaria e v'è ca lu fabédda cu la certificazioni in busciaccara (c'è chi lo parla con la certificazione in tasca, ndr)".
"Questa premessa — incalza l'accusatore — per dirle che non mi sfiorano minimamente le sue parole di disappunto. Per poter dare un parere così dettagliato forse vosthè abitualmente frequenta i zilleri d'infimo livello, che anche se fossero di infimo livello avranno sicuramente la loro dignità e identità rispettabile e sicuramente non gradiscono aprire la serranda farcita di tortine al cioccolato e tazzine di the al limone servito al vostro Fuffi-Jack-Dick o cumé lu ciameddi (come lo chiamate, ndr)".
"Mi scuso se con le mie parole ho urtato la sua sensibilità e il suo zimino (piatto tipico sassarese, ndr) ma poiché vosthè non è in grado di gestire il suo simpatico quadrupede, la invito a farlo mingere (cosi sarò meno volgare) sulla soglia di casa sua, perché le assicuro che dover fare il salto della pozzanghera di pisciu non è piacevole, anzi addirittura e vomitevole. Tandu si addaboi non ha un cazzu di fà, lu pisciu e la merdha di lu gani caggoni, si la pò magnà o a lu mancu hai d'annità lu macciapiè a chi feddi aschamu! (Allora se poi non hai un c... da fare, le urine e le feci del tuo cane incontinente te le puoi mangiare o almeno pulisci il marciapiede che fa schifo!, ndr)".
La controversia, ovviamente, è presto divenuta argomento di discussione per gli abitanti dell'isolato, che per alcuni giorni converseranno animatamente dibattendo su quale delle due posizioni sia più legittima, prima di deliberare, magari nella sala di rappresentanza del circolo di quartiere, per decretare il vincitore dell'intensa disputa.
SANDRIGO. ESCHE AVVELENATE NEI PARCHI VICONO ALLE SCUOLE
Avviso alla cittadinanza e soprattutto per la tutela degli animali domestici e non quello che è stato diffuso nelle scorse ore a Sandrigo, dai canali di comunicazione del Comune, dopo il rinvenimento di possibili esche avvelenate in alcune aree verde. Si parla di bocconi impastati con carne tritata e pallini blu, forse del veleno topicida.
Un mix tossico potenzialmente letale se ingerito da cani di qualsiasi taglia a passeggio con i loro padroni o gatti selvatici, un reato grave, di rilievo penale (vedi articolo 544 del codice dove si tratta il maltrattamento e l’uccisione animale) da imputare a chi avesse intenzionalmente prodotto e distribuito le “esche”.
venerdì 22 novembre 2024
SEREGNO. RAPITO CANE FUORI DAL SUPERMERCATO
Giusto il tempo di pagare una piccola spesa alla cassa e quando Ludovica è uscita non ha più trovato la sua Nina. Il cane, un meticcio di 10 anni docile e coccolona, era sparita. “Impossibile che si fosse slegata da sola - racconta Ludovica a MonzaToday -. Come sempre era legata molto bene, e comunque proprio mentre stavo mettendo la spesa sul nastro della cassa l’ho vista: era tranquilla fuori che mi aspettava e mi guardava. Dopo neanche due minuti non c’era più”.
Il fatto è accaduto a Seregno, intorno alle 18.30 di mercoledì 20 novembre all’uscita di un supermercato. La storia, per fortuna è a lieto fine. Ludovica il giorno dopo, giovedì 21 novembre, ha potuto riabbracciare la sua Nina che è stata ritrovata in tarda mattinata non lontano dal supermercato. Senza il guinzaglio e senza la pettorina.
Ludovica è certa che qualcuno l’abbia presa e che il cane non si sia liberato da solo. “È abituata ad essere lasciata fuori dai negozi da sola - racconta -. Sempre ben legata e per un breve periodo. Giusto pochi minuti per la spesa giornaliera. Non soffre della sindrome di abbandono, e se anche avesse voluto scappare avrebbe provato ad entrare nel supermercato, non a fuggire. Temo che qualcuno l’abbia slegata e portata via. Nina è un cane docile”.
Ludovica ha subito denunciato la scomparsa ai carabinieri e ha chiesto aiuto al responsabile del supermercato. Oltre che a denunciare il fatto sui social, su numerosi gruppi brianzoli (ma non solo). “Purtroppo le telecamere puntano sul parcheggio e non sull’ingresso dello store, quindi non siamo riusciti a vedere il momento in cui Nina si è allontanata - conclude -. Ringrazio i carabinieri e il dirigente del negozio che si sono dimostrati gentili e disponibili, con una straordinaria sensibilità. Dobbiamo prestare massima attenzione e da oggi, certamente, non la lascerò mai più fuori da sola, neanche se la guardo a vista”.
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