martedì 31 gennaio 2012

PIEMONTE: LEGGE CACCIA NON CI SONO BUONE NOTIZIE


Ieri  in Commissione agricoltura l'assessore Sacchetto ha proposto emendamenti che non solo non recepiscono i quesiti referendari, ma modificano l'attuale legge aumentando le specie cacciabili e i periodi di caccia.   Non ci resta che puntare sul referendum

Aumento dei mesi di cacciabilità per alcune specie, come la pernice o la starna. Per il camoscio, il capriolo, il cervo, il daino e il muflone la stagione aumenta addirittura di 2 mesi e mezzo.

Abolizione dei limiti previsti per volpe, fagiano e coniglio selvatico.

Liberalizzazione dei giorni della settimana: attualmente mercoledì, sabato e domenica (sulle Alpi solo mercoledì e domenica).

La nuova proposta prevede 3 giorni alla settimana a scelta del cacciatore, senza tutele aggiuntive per le Alpi. Sono respinti gli oggetti dei quesiti referendari per abolire la caccia di domenica e sulla neve.

Aumenta la capienza del carniere: ogni cacciatore può cacciare più capi rispetto a prima sull'intera stagione (aumentano da 4 a 5 i capi per il fagiano di monte, la pernice, la lepre bianca, coturnice. Da 2 a 5 capi per la starna e la pernice rossa, Da 20 a 30 per i fagiani, e nessun limite per il coniglio selvatico e la mini lepre...).

Sono questi gli esiti dell'ultimo emendamento presentato dall'assessore Sacchetto oggi in Commissione regionale, che svela le reali intenzioni della Giunta e di fatto modifica l'attuale legislazione, ma in direzione pro caccia.

Uno stop definitivo a chi sperava e lavorava come noi per recepire i quesiti referendari in una nuova legge regionale di regolamentazione della caccia

Tutti gli emendamenti della minoranza vengono regolarmente bocciati, quindi nonostante il lungo iter in commissione, non resta che sperare nel referendum.

Da parte della giunta regionale non c'è mai stata una reale volontà di assumere provvedimenti che accogliessero i quesiti referendari per evitare la strada dell'indizione della consultazione pubblica.

E' positivo l'esito dell'udienza del Tar, che dovrebbe condurre a breve alla nomina di un Commissario per le pratiche referendarie e porre quindi la parola fine su questo contenzioso ormai ultradecennale. Nell'assenza di una volontà politica chiara in merito all'abolizione della caccia il procedimento referendario deve concretizzarsi al più presto.