mercoledì 18 gennaio 2012

DENUNCIA AIDAA: ZOOMAFIA: SCOMMESSE E COMBATTIMENTI CANI: GIRO DA 70 MILIONI L’ANNO


ZOOMAFIA: SCOMMESSE E COMBATTIMENTI CANI: GIRO DA 70 MILIONI L’ANNO

Roma (18 gennaio 2012) Tra le attività criminali ed illegali gestite dalla Mafia (in ogni sua componente territoriale) quello delle scommesse legato ai combattimenti clandestini dei cani è sicuramente tra quelle maggiormente redditizie con un giro di affari illegali che supera abbondantemente i 70 milioni di euro l’anno con ricavi netti pressoché totali per i clan mafiosi e camorristici che gestiscono queste attività. Ad oggi non è facile fare una mappatura del fenomeno dei combattimenti clandestini che sappiamo essere diffusi sia a nord (Milano- Brescia e anche nel Lodigiano) sia al sud e prevalentemente in campanile Puglia ma anche Calabria , Sicilia e  Lazio hanno una fiorente organizzazione gestita direttamente dalla malavita organizzata locale, ma anche (fenomeno prevalentemente diffuso al nord) dalle bande di criminali slave e rumene. Questo tipo di reato presuppone un organizzazione ben strutturata, sia a livello logistico (scelta e controllo dei posti dove avvengono i combattimenti), sia a livello gestionale con il tam tam verso gli scommettitori contattati di volta in volta attraverso telefonini (sms) ma anche attraverso la rete. Ogni anno si calcola che siano oltre 3.000 i cani di grossa taglia (prevalentemente molossi, ma anche cani pastori di grossa taglia) utilizzati per i combattimenti spesso all’ultimo sangue. Dalle segnalazioni fin qui ricevute da AIDAA e inserite nell’esposto inviato in questi giorni alle procure di Roma, Napoli, Catanzaro, Bari, Palermo e l’Aquila, i combattimenti sono diffusi prevalentemente nelle provincie di Taranto, Lecce, Foggia, Napoli, Caserta, Salerno, Palermo, Catania, Messina, Catanzaro, Rieti e Frosinone oltre al triangolo lombardo Milano-Brescia-Lodi e spesso gli organizzatori di questi combattimenti ( e delle scommesse ad essi legati) dispongono di vere e proprie riserve di cani tenuti a disposizione in canili privati ma anche in canili pubblici gestiti da persone legate alla mafia.