Napoli
(6 gennaio 2011) Lunedì mattina l’ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED
AMBIENTE presenterà un esposto alla procura della repubblica di Napoli in
merito al ritrovamento delle carcasse di 60 cani avvenuti ieri nel lago di
Frezza a Marigliano in provincia di Napoli ai quali sono stati tolti i
microchip per non poter risalire ai proprietari degli animali uccisi. Diverse
le ipotesi che possono stare dietro questo vero e proprio cimitero dei cani
gettati in fondo al lago di Frezza. Potrebbe trattarsi semplicemente di un caso
di smaltimento illegale protratto nel tempo di cani soppressi “legalmente” e
poi gettati nel lago per intascarsi i soldi che i proprietari hanno versato per
la loro cremazione. Ma visto che negli anni scorsi nel napoletano si era
parlato di un vero e proprio rito usato dalla camorra per testare il coraggio
dei nuovi affiliati i quali venivano sottoposti ad una prova che prevedeva
l’uccisione e lo sgozzamento dei cani, quello scoperto a Marigliano potrebbe
anche essere il cimitero dove sono stati buttati i cani sgozzati dagli
affiliati alla camorra. Infine il fatto che sia stato asportato ilmicrochip
potrebbe essere anche sinonimo di traffico internazionale di animali: cani
mandati all’estero ai quali vengono applicati microchip di cani rapiti ed
ammazzati proprio con lo scopo di recupare il microchip. AIDAA nel suo esposto
chiederà alla procura di Napoli di indirizzare le indagini in queste tre
direzioni, in quanto sono molte le segnalazioni di cani che dal sud ed in
particolare dalla Campania partono per l’estero e non è escluso che all’ombra
dei viaggi regolari di cani da far adottare in Germania possano esservi traffici
di animali destinati alla vivisezione o destinati al mercato delle razze di
lusso che partono dall’Italia del sud verso il nord Italia o il nord Europa
dotati di microchip falsi che in realtà appartengono ai cani ritrovati uccisi.