LEGGE VIVISEZIONE: LO STRANO COLLABORAZIONISMO DELLA LAV
La Lav sostiene in un suo comunicato che : “Chi contrasta questo
emendamento è chi vuole, di fatto, continuare a fare di tutto, su tutti gli
animali, e continuare a tenere aperti allevamenti come quello di Green Hill in
Lombardia. Per l’utilizzazione dei randagi, infine, l’Italia ha già in vigore il
divieto del loro utilizzo, contenuto fin dal 1991 nella Legge 281 su cani e
gatti”. Sono parole offensive ed inaccettabili che respingiamo al
mittente. In una democrazia il dibattito su posizioni diverse è legittimo e
solo il riconoscimento della legittimità delle diverse posizioni garantisce la
possibilità del confronto. LAV con queste parole offende non solo noi, ma
associazioni che da anni lavorano per la lotta alla vivisezione da una
posizione diversa. Ma soprattutto il buon senso di milioni di italiani che
sanno e conoscono benissimo cosa vuol dire lottare CONTRO LA VIVISEZIONE. La pura
offesa contro chi la pensa in maniera diversa è paura del confronto. Un
confronto che i signori della Lega “anti”Vivisezione Italiana non accettano
sapendo di uscirne sconfitti senza appello. Tutti sappiamo infatti quali sono i
limiti di quell’emendamento e di quella legge. Un paese civile deve avere anche
il coraggio di dire di NO a leggi e direttive oscurantiste come quella europea
sulla Vivisezione, che l’emendamento del governo non solo non mitiga ma peggiora. Capiamo che il collaborazionismo
con il nemico è un’antico retaggio storico molto noto in periodi oscuri anche
del nostro paese. ma in questo caso ci appare assolutamente fuori luogo anche perché
si tratta di collaborazionismo con chi effettua esperimenti spesso inutili
sulla pelle degli animali, ben sapendo che non ci saranno fondi per la ricerca
alternativa e che questa non potrà mai svilupparsi in maniera scientificamente seria
in un paese dove non è assolutamente ancora permessa ad esempio la ricerca
sugli embrioni umani. Dire NO alla direttiva europea sulla vivisezione è ancora
possibile, non cambierebbe nulla per l’Italia che continuerebbe ad avere la
stessa legge che ha oggi in materia di sperimentazione, ma porrebbe un problema
politico di non poco conto in Europa. Ma si preferisce fingere che
non si possa fare altro mentendo sapendo di mentire. Ci si dica una volta per tutte se si vuole
tutelare la vita degli animali o gli interessi delle multinazionali che
praticano gli esperimenti di vivisezione con cui dal nostro punto di vista ogni
collaborazione è assolutamente impensabile ed impossibile. Ma tanto a soffrire
nei laboratori sono gli animali non è vero?