venerdì 10 giugno 2022

NELL'ANTICHITA' I POLLI ERANO CONSIDERATI ANIMALI SACRI

 Durante l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro i primi polli non venivano allevati per essere macellati, al contrario questi uccelli domestici erano ritenuti animali sacri da rispettare e venerare. Chiunque osava cibarsi delle loro carni e delle loro uova infrangeva un tabù agli occhi dell’intera comunità.

A rivelarlo è un nuovo studio inglese pubblicato di recente sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences in cui un team di ricercatori internazionali ha esaminato i resti ossei di polli trovati in oltre di 600 siti in 89 paesi. Di questi i più antichi sono stati rinvenuti nel villaggio thailandese Ban Non Wat e datati intorno al 1650-1250 a.C..

Nei differenti siti archeologici gli esperti hanno studiato i luoghi di sepoltura dove sono state scoperte le principali ossa, ma anche la documentazioni storica sulle culture che abitavano queste zone. I resti analizzati sono stati trovati sepolti singolarmente o in tombe accanto ai defunti e non presentano alcun segno di macellazione.

Questo fa pensare che nell’antichità ai polli fosse affidata la funzione di guidare le anime dei morti nel mondo ultraterreno, accompagnandoli nell’aldilà. In particolare i ricercatori hanno notato che i galli erano associati il più delle volte alle sepolture maschili, mentre le galline a quelle femminili.

Successivamente gli esperti hanno osservato come la relazione con i polli sia cambiata significativamente con i Romani. I polli giunsero nell’attuale Europa grazie ai mercanti greci, etruschi e fenici. I volatili venivano venduti lungo le principali rotte marittime come animali esotici, come confermato dalla datazione al radiocarbonio che ha consentito di risalire alle primissime interazioni con i polli nel nostro continente.