mercoledì 8 gennaio 2020

ECCO DOVE FINISCONO I VOSTRI CANI RUBATI E DEPORTATI IN GERMANIA

ROMA (8 gennaio 2020) La tratta dei cani verso il nord Europa è considerata da molti una favola o una leggenda metropolitana. No non è affatto cosi, si tratta purtroppo di un fatto notorio che risale addirittura al 1993 quando il governo di allora lanciò un allarme sugli strani traffici di migliaia di cani che prendevano la direzione della Germania ed in particolare verso Colonia e la Sassonia. Migliaia di cani partiti dal centro sud Italia di cui non si ebbero più notizie.
Ma lo strano traffico non si è fermato ed ogni anno tende ad aumentare. Al traffico dei cani dei canili si sono aggiunti i cani rubati e quelli "esportati dopo essere stati raccolti tra i randagi".
Complessivamente i cani esportati in maniera regolare in questi ultimi trentanni sono stati oltre 2 milioni mentre non è dato sapere quante sono le migliaia di cani esportati clandestinamente verso la Germania.
Il traffico si è esteso nel tempo anche verso altre nazioni del centro nord Europa ed in Italia esistono una trentina di associazioni che si occupano di trovare casa in Germania in maniera apparentemente legale, ma solo tre di loro presentano bilanci regolari come prevede la normativa italiane per le associazioni e le Onlus, mentre delle altre poco o nulla si sa se non che il giro di affari complessivo in questi trenta anni ha superato abbondantemente i 500 milioni di euro. 
Alle associazioni diciamo regolari si affiancano decine di gruppi e singoli che si occupano di esportazione di cani (e parlo di esportazione a ragion veduta) non controllata e spesso illegale.
Dove finiscono questi cani? Cominciamo da quelli che trovano casa. Sono circa trecento mila i cani che hanno trovato casa passando dal portale tedesco http://zergportal.de/baseportal/tiere/HappyEnd mentre degli altri non si hanno notizie. Non si trovano piu nei canili e di loro non ci sono tracce nelle anagrafe canine dei paesi dove sono stati inviati.Che fine hanno fatto? Semplicemente scomparsi come se non fossero mai esistiti. 
Ovviamente una cortina di silenzio che ogni tanto si squarcia con il ritrovamento in laboratori di vivisezione tedeschi di cani rubati di cui viene poi modificata l'identità (ultimo caso quello del laboratorio in Sassonia). Della vicenda dei cani scomparsi se ne è parlato negli anni scorsi anche in parlamento dove l'onorevole Mancuso presentò nel 2009 un interrogazione dove era scritto: «Sotto la falsa facciata delle adozioni di animali all’estero si nasconde in realtà una speculazione sulla pelle dei poveri animali che passano di mano in mano sino, in alcuni casi, a diventare cavie per i laboratori del Nord Europa». Vi sono poi anche delle testimonianze di poliziotti uno di loro  G.F. di Tortoreto, ha presentato un esposto alla Procura: lui ha visto. «Sorge il sospetto - scrive il poliziotto - di traffici poco chiari. Sospetto avvalorato anche dal fatto che i cani vengono portati all’estero tramite intermediari tedeschi. Tra l’altro, gli animali, per lo più meticci, di taglia grande, sono in età avanzata, per cui non si comprende come tali possano essere adottati».
Insomma in un intreccio tra legalità ed illegalità i milioni di cani finiti in Germania negli ultimi 30 anni sono per la maggior parte spariti nel nulla. Negli scorsi anni qualche cane fu ritrovato anche grazie al controllo delle associazioni che come l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente - AIDAA monitorano i portali e incrociano i dati con le segnalazioni dei cani spariti dall'Italia. Ma si tratta di bricciole rispetto al grosso del mercato dei cani scomparsi.
Ma dove sono finiti i cani di cui non si conosce piu la destinazione? Laboratori di vivisezione, scuoitati per farne pellicce e inserti di pelliccia dopo magari essere stati a loro volta trasferiti dalla Germania all'est. Un mercato florente, in mano ad organizzazioni spesso che hanno solo una facciata legale (ci sono anche quelle serie ma sono poche) gestite da intermediari tedeschi di cui si conosce a mala pena l'identità. 
"Il traffico potrebbe se non essere fermato almeno limitato- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- e per fare questo basterebbe fare i controlli incrociati sui bilanci delle associazioni chiudendo quelle non in regola e chiedendo conto a coloro che le gestiscono della documentazione di trasferimento e incrociarla con quella dei canili da cui partono i cani destinati all'estero, sarebbe facile, ma nonostante le mille denunce ancora non si è fatto niente o quasi perchè per questi signori si tratta in fondo solo di cani che se rimangono nei canili italiani costerebbero ai comuni tanti soldi, mentre cosi vengono comprati e destinati in gran parte poi alla tortura ed all'uccisione, ma di questo parleremo in altra occasione"

lA DENUNCIA DEL 2009