martedì 7 agosto 2018

TAGLIANO LE ORECCHIE AL CANE. A PROCESSO PROPRIETARIO E VETERINARIO


l pubblico ministero di Milano Maura Ripamonti ha rinviato a giudizio - con citazione diretta - il padrone di un american stafford terrier, un avvocato milanese di 36 anni, e un veterinario perché ritenuti responsabili del taglio dei lobi delle orecchie dell'animale. 
Entrambi si sono giustificati dicendo che si trattava di ragioni sanitarie, ma l'ipotesi della procura è che il taglio sia stato fatto per motivi "estetici". Le razze con amputazioni di orecchie o code, infatti, spesso hanno migliori possibilità di vincita ai concorsi di bellezza canini.
L'accusa di cui devono rispondere i due è maltrattamento di animale, con l'aggravante di avergli procurato lesioni senza necessità. 



Il veterinario rinviato a giudizio aveva sempre sostenuto di aver effettuato una 'conchetomia terapeutica', ovvero il taglio delle orecchie, nel 2014 quando il padrone si era presentato nel suo studio mostrandogli un taglio che l'animale si era procurato dopo essersi introdotto in un roveto, e le medicazioni non erano servite a nulla. Non è stato creduto.
Ora il Tribunale deve fissare la data in cui prenderà il via il dibattimento, che verrà celebrato da un giudice monocratico.

Questa è solo una parte dell'inchiesta avviata a Reggio Emilia dopo i controlli della Asl locale nel corso del concorso "Golden Edition Show" che si è svolto a febbraio 2017 a Scandiano, nella provincia emiliana. Allora i cani trovati con le orecchie mozzate furono 16.
Il taglio di orecchie o code di animali per motivi estetici è reato dal 2010: infatti - con la legge 201 - si ratifica la Convenzione europea animali da compagnia del 1987 che vieta "interventi chirurgici destinati a modificare l'aspetto di un animale da compagnia o finalizzati ad altri scopi non curativi". Tra le razze più colpite da queste mutilazioni ci sono rottweiler, dobermann e, appunto, american stafford terrier.