LOTTA ALLA VIVISEZIONE: UN ERRORE CHE PAGHEREMO CARO
Sembra che sia scesa una patina
di silenziosa polvere sulla battaglia contro la vivisezione. Dopo i mesi di
entusiasmo, le dichiarazioni davanti ai taccuini dei giornalisti e delle
telecamente delle televisioni dell’on. Michela Brambilla che annunciava come
una vittoria oramai sicura l’approvazione da parte della Camera dei Deputati
del suo ininfluente emendamento come se dal giorno dopo in Italia non ci
sarebbero stati più esperimenti. Dopo i grandi proclami sulla chiusura definita
come imminente dell’allevamento di Green Hill (ancora aperto e che pare voglia
ampliare la propria attività) e ancora peggio sulla salvezza data per certa
sempre dalla stessa ex ministro del turismo (che fece uno spot per promuovere l’Italia
con testimonial Silvio Berlusconi) delle scimmie di Harlan (delle quali a
questa mattina non si conosce ancora il destino). Dopo tutto questo fumo negli
occhi che non ha prodotto nulla, rimane al momento solo la fuliggine figlia di
quel fumo. Sono seguiti altre lodevoli iniziative per contrastare la
vivisezione come una proposta di legge del senatore Filippi che propone la
totale abolizione della vivisezione, una sorta di libro dei sogni che non ha
alcuna possibilità di essere approvata e che serve solo a mettere in evidenza
ancora una volta la intempestività di questi interventi (Questa proposta di
legge avrebbe avuto un minimo di credibilità e di seguito se presentata magari
lo scorso anno appena dopo la votazione della legge europea sulla vivisezione
da parte del parlamento europeo) che spesso sono sponsorizzati da questa o
quella associazione molto spesso in buona fede ma sempre e solo sull’onda dell’emotività
e che quindi sono destinati a essere insignificanti sotto il profilo pratico e
tecnico. Ora invece scontiamo in maniera molto forte l’unico errore che è stato
fatto all’inizio di questa vicenda. La mancanza di un comitato etico e scientifico
di altissimo livello che avrebbe da subito dovuto supportare le proposte di
coloro che erano contrari alla vivisezione. Le grandi associazioni si sono
mosse su una logica del tentativo di essere gli esclisivisti della
rappresentatività del mondo animalista, e non hanno voluto alcun confronto con
chi come Leal ed Equivita ha tentato e sta tentando di contrastare con
argomenti scientifici prima che emotivi la legislazione europea sulla
vivisezione. Questa loro presunzione di autoreferenzialità ora rischiamo di
pagarla cara. Infatti la lobby dei vivisettori ha atteso che si cessassero le
grida brambilliane e sono passati all’attacco al momento giusto. Inutile non riconoscerlo,
hanno avuto la forza di attendere e contrattaccare con le loro becere
motivazioni al momento giusto. Ed hanno trovato spazio sui giornali, sulle
televisioni e su tutti i media possibili immaginabili. Hanno chiesto ed
ottenuto di spiegare le loro ragioni al Senato ed il rischio che vincano è tutt’altro
che improbabile. E da questa parte? Da questa parte il silenzio assoluto. Ci si
trincera dietro un rifiuto a confrontarsi con i vivisettori lasciando a loro
campo libero. Si spera di ottenere il voto sull’emendamento approvato alla
Camera che di fatto non cambia nulla e che ha come unico risultato rilevante la possibile chiusura degli allevamenti. I vivisettori sono contrari anche a questo. Non ci concedono
nulla. L’errore è stata la autoreferenzialità pensando di poter affrontare solo
a livello politico una questione che ha implicazioni economiche e scientifiche.
Se si fosse data autorità a coloro i quali seriamente potevano contrastare
questa legge europea, se anziché sedersi al tavolo della trattativa fidandosi
di chi ha portato l’Italia in queste condizioni ci si fosse messi sulle
barricate lasciando aperte le porte della trattativa ma portando la discussione
su argomenti ben più alti e scientificamente supportabili da centinaia di
medici e scienziati forse avremmo avuto qualche chance in più. Ora ci troviamo
con le braghe di tela, con il cartello delle associazioni guidate dalla
Brambilla che lottano per salvare il nulla, e gli altri, i vivisettori che
premono per non concedere nemmeno quel poco di buono che porta l'emendamento del governo Berlusconi. In mezzo ci sono loro gli animali,
quelli torturati dai vivisettori e traditi da coloro che dicono di amarli. Abbiamo
ancora una carta da giocare ma prima vediamo come finisce il primo tempo di
questa partita giocata maldestramente male dai burocrati dell’animalismo della
banda Brambilla.