Sono stati necessari controlli e sopralluoghi, sia da parte dei Guardiaparco della Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno che da parte dei cani antiveleno dei carabinieri forestali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per bonificare una vasta area dopo che un cittadino di Posta Fibreno ha accidentalmente rinvenuto dei bocconi avvelenati nei pressi della sua abitazione posta all’interno del territorio dell’Area Protetta.
I controlli hanno interessato dapprima l’area dove sono stati ritrovai i primi bocconi e non hanno dato alcun esito, mentre il giorno successivo, grazie all’ausilio dei Nucleo Cinofilo Antiveleno operante nelle aree del PNALM ed avente sede in Villetta Barrea, i controlli hanno interessato una zona molto più ampia e si sono conclusi con il ritrovamento, da parte dei cani, di ulteriori due bocconi avvelenati.
L'operazione di bonifica dell’area si è resa necessaria per contrastare il rilascio di bocconi avvelenati, una pratica illegale purtroppo ancora diffusa, i cui motivi sono tradizionalmente legati al controllo delle specie cosiddette “nocive”, ovvero i predatori (volpe, tasso, rapaci, ma anche lupo) ma anche per la competizione nella ricerca dei tartufi, e, in ambito urbano, dopo liti tra vicini, per eliminare cani o altri animali domestici.
Da un primo esame dei bocconi che sono stati sequestrati dai Guardiaparco della Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno, sembra che gli stessi siano stati confezionati con carne macinata con aggiunta di metaldeide (un veleno usato contro le lumache) e pezzetti di vetro. Gli stessi ora sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico per il Lazio e la Toscana per le successive analisi.
I bocconi avvelenati, come quelli rinvenuti, spesso realizzati in maniera artigianale, una volta liberati nell’ambiente naturale provocano reazioni incontrollate, tanto che per circoscrivere il fenomeno il Codice penale prevede sanzioni a carico dei responsabili che vanno dalla reclusione alle ammende fino a 5.000 euro.