martedì 8 marzo 2022

A LEOPOLI I PROFUGHI AFFIDANO CANI E GATTI AI RIFUGI

 «Piangevano quando li hanno lasciati qui. Ma ho promesso: non li darò a nessun altro e quando torneranno riavranno indietro i loro cani». Orest Zalipsky non sa bene se potrà mai mantenere la parola data. Da giorni anche il suo rifugio per animali abbandonati a nord della città di Leopoli è al lavoro per accogliere gli animali che gli sfollati non possono portare con sé. «Arrivano in tanti con cani, gatti, cavie, pappagalli», di tutto. Nessuno vuole lasciare indietro i propri animali da compagnia.

Sono centinaia gli sfollati che in queste ore si mettono in cammino con i loro trasportini (a Irpin la famiglia sterminata aveva con sé un cane), stringendo al petto o portando al guinzaglio i loro affetti. E sono almeno 30 i volontari che sono al lavoro al centro di Leopoli per dare aiuto e scaricare i sacchi di mangime in arrivo da tutta Europa.

«Quando Oleg e Mikahil, 11 e 6 anni, sono arrivati da Kiev ieri con i loro due Spaniel russi (che di russo hanno solo il nome), erano davvero disperati. I genitori cercavano di farli ragionare». Impossibile portare quei due cani in Polonia. Così hanno messo nelle mani di Orest un sacchetto pieno di monete. «Era il loro salvadanaio che avevano riempito per realizzare il loro sogno, andare in vacanza al mare. Me lo hanno lasciato perché io mi possa prendere cura dei loro cani e di quelli di tutti gli altri rifugiati».