martedì 12 febbraio 2019

SPARO' E UCCISE IL GATTO. ORA IL TAR GLI RIDA' IL FUCILE. VERGOGNOSO

Spara e uccide un gatto, ma dopo tre anni per la Prefettura e i Carabinieri deve continuare a non detenere armi. Non la vede così il Tar. Era il 2015 quando la Prefettura ha imposto all’uomo il divieto di detenere armi perché colto ad utilizzare la propria arma nei confronti di un gatto.
Questi, maltrattando gli animali, non avrebbe insomma offerto sufficienti grazie di non abusare delle armi. Tre anni dopo il ricorrente chiede la revoca del divieto, ma la Prefettura - anche sulla base di una nota del Comando provinciale dei Carabinieri - risponde picche. Per i giudici di via Zima però questo rigetto è viziato sotto i profili della carenza di istruttoria e di motivazione.
«Indicazioni quanto al giudizio prognostico di non affidabilità ad un corretto uso delle armi, si svolgono - si legge nella sentenza - su un piano meramente ipoteticoprobabilistico, atteso che anche il deferimento del ricorrente, peraltro risalente a quasi tre anni fa, non ha formato oggetto, quanto alla condotta dall'interessato successivamente tenuta, di alcuno approfondimento».
La Prefettura quindi - secondo il Tar - non avrebbe preso in considerazione la condotta dell’uomo degli ultimi tre anni. «Nulla evidenzia in ordine all’emersione di eventuali profili di non affidabilità del ricorrente, suscettibili di condurre ad una valutazione personologica di quest’ultimo».