lunedì 4 febbraio 2019

BRACCONIERI DEVASTANO IL DELTA DEL PO 9 DENUNCIATI

ROVIGO – Denunciate in soli sei giorni 9 persone nelle Provincie di Venezia e Rovigo, tra cui 7 cacciatori, un ristoratore ed il proprietario di un’armeria – Contestate 38 sanzioni amministrative. Si è conclusa nella giornata  di ieri l’Operazione “DELTA del Po”, finalizzata al contrasto del bracconaggio, che ha coinvolto i Carabinieri Forestali dei Gruppi di Venezia e Rovigo e del Nucleo Carabinieri CITES di Venezia, con il supporto del Reparto Operativo Cites – Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli animali di Roma, che si sono avvalsi della continua collaborazione dei reparti terrioriali dell’Arma dei Carabinieri interessati dall’operazione.
I militari sono stati impegnati in sei giorni di controlli notturni e diurni negli ambienti umidi e lungo gli scanni deltizi delle due Provincie, dove hanno sorpreso e denunciato 7 cacciatori,  4 dei quali esercitavano attività venatoria con ausilio di potenti richiami elettronici vietati, tre invece sorpresi in possesso di un esemplare di oca selvatica appena abbattuto e con munizioni e parti di armi non denunciate alla competente Autorità di Pubblica Sicurezza. Denunciati anche il titolare di un noto ristorante ed il proprietario di un’armeria in Comune di Campagna Lupia (VE).
Sequestrati complessivamente 5 fucili, 2 canne per fucile non denunciate, 541 munizioni spezzate, 27 munizioni a palla, 4 richiami elettronici vietati, 48 anatre, 1 oca, 1 picchio verde, 1 totano moro impagliato, 8 anatre prive di testa e piume pronte per essere somministrate da un ristorante. I 4 cacciatori sorpresi all’interno di due capanni lungo un noto scanno in Comune di Porto Tolle (RO), sono stati osservati dai militari mentre utilizzavano ripetutamente richiami elettronici potentissimi, espressamente vietati dalla vigente normativa. Uno dei cacciatori aveva anche un arma modificata, che poteva esplodere un numero di colpi, superiore a quelli consentiti dalla vigente normativa. Poi le perquisizioni domiciliari condotte presso le abitazioni di due di questi hanno consentito di accertare detenzioni illecite di munizioni, parti di armi e l’omessa custodia di un fucile.
3 cacciatori sono stati denunciati in Comune di Campagna Lupia (VE), in quanto sorpresi al rientro dall’attività venatoria, con un esemplare di oca selvatica occultata in un telo. Le perquisizioni domiciliari condotte in Provincia di Padova hanno poi consentito di individuare e sequestrare 1 esemplare particolarmente protetto di picchio verde, un totano moro impagliato, oltre ad una canna di fucile calibro 12 e 27 munizioni a palla non denunciate.
Controlli anche presso un’armeria in Comune di Campagna Lupia (VE), dove il titolare è stato denunciato per frode, per aver commercializzato munizioni spezzate, caricate con piombo, con scritto esternamente “STEEL”, in modo da indurre in inganno eventuali acquirenti o organi di controllo sulla reale natura del munizionamento, che nelle aree umide deve essere obbligatoriamente di acciaio o altro metallo non inquinante.
I controlli lungo la filiera che dal prelievo venatorio portano al consumo hanno anche condotto i militari presso un noto ristorante sempre in Comune di Campagna Lupia (VE), dove si è accertato che il titolare stava preparando 7 anatre provenienti dalle valli di caccia, il cui commercio è espressamente vietato, per la somministrazione ai clienti.
Controlli amministrativi condotti in tre valli da caccia, dei Comuni di Porto Tolle (RO) e Campagna Lupia (VE), hanno portato alla contestazione di 34 verbali amministrativi, per abbattimenti di anatre in numero superiore a quanto consentito, mancate annotazioni sui tesserini di caccia e sui registri, oltre ad un verbale per abbandono di rifiuti sul terreno a carico di un Capovalle. Sequestrate amministrativamente 47 anatre.