venerdì 24 ottobre 2014

CONTRO IL RANDAGISMO BOVINO AIDAA LANCIA "CORNUTI ITALIANI"

AUMENTA IL RANDAGISMO BOVINO. AIDAA LANCIA “CORNUTI ITALIANI”




ROMA – (24 ottobre 2014) Da alcuni anni è inrte espansione una nuova forma di randagismo, si tratta del randagismo bovino, mucche anziane lasciate al pascolo, vere e proprie mandrie clandestine che si muovono nei campi e nelle località della montagna del centro e sud Italia che molto spesso sono riconducibili alle attività parallele di gruppi malavitosi complessivamente si calcola che siano oltre 44.000 i “bovini randagi” che in alcuni casi vengono chiamati “mucche sacre”. AIDAA lancia dunque una nuova campagna per tutelare i bovini da latte e da lavoro randagi attraverso il gruppo dei Cornuti Italiani di AIDAA. Il gruppo (dotato di una propria pagina facebook in fase di apertura) si pone l'obbiettivo di lottare per superare lo sfruttamento animale anche nel settore dei bovini e vuole diventare punto di riferimento di tutti quegli allevatori che rifiutano come principio lo sfruttamento degli animali e la loro morte per macellazione e si pongono come vero e proprio “sindacato” a tutela dei bovini da lavoro e da latte e si dichiara senza se e senza ma contro gli allevamenti intensivi dei quali chiede l’immediata chiusura. Cornuti italiani inoltre vogliono avviare un serio confronto anche con le autorità sanitarie e veterinarie italiane al fine di tutelare la vita e l’alimentazione corretta di tutti i bovini. “ Il nome è chiaramente provocatorio, ma AIDAA anche in questo caso vuole puntare alla tutela reale e legale degli animali compresi i bovini da latte e da lavoro. – ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA – Con Cornuti Italiani di AIDAA nasce un nuovo gruppo di animalisti ed amanti dei bovini che non solo non li sfruttano ne li macellano ma che lavoreranno per la chiusura degli allevamenti intensivi e per far conoscere le condizioni di sfruttamento di questi meravigliosi animali che una volta portati allo stremo vengono poi abbandonati se non macellabili”.