mercoledì 9 luglio 2025

CANE BRUNO. SULLA SUA MORTE INDAGANO I CARABINIERI. DISPOSTA L'AUTOPSIA

 Toccherà ai carabinieri della compagnia di Taranto, guidati dal maggiore Francesca Romana Fiorentini e coordinati dal pubblico ministero Vittoria Petronella, capire cosa è accaduto a Bruno, il cane-eroe morto nei giorni scorsi a causa, secondo quanto raccontato dal suo proprietario Arcangelo Caressa, di polpette infarcite di chiodi lanciate nel recinto in cui era ospitato a Taranto. Ieri il magistrato ha firmato il decreto con il quale ha disposto la riesumazione del corpo per eseguire accertamenti tecnici: un’autopsia o anche più semplicemente una radiografia dovrà sostanzialmente confermare le gravi accuse formulate dall’uomo nei giorni scorsi. Nel pomeriggio del 6 luglio, infatti, Caressa è stato convocato e ascoltato nella caserma dell'Arma e ha raccontato agli investigatori il tragico ritrovamento avvenuto nella mattinata del 4 luglio. Un racconto fatto non solo a distanza di giorni dalla tragedia, ma anche dopo decine di interviste concesse alle principali emittenti televisive italiane. Saranno quindi gli inquirenti a fare luce su una storia che per giorni ha sconvolto l'intera Italia al punto che anche la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni è intervenuta definendo l'uccisione «un atto vile, codardo, inaccettabile».Tutto è cominciato il 4 luglio quando sulla bacheca social di Caressa è apparso il post nel quale l'uomo svelava che «Bruno è stato ucciso, gli hanno buttato dei wurstel con dei chiodi dentro» e ringraziando «la Procura e le forze di polizia che congiuntamente stanno cercando i responsabili di questo atroce delitto». Eppure quel giorno, gli inquirenti erano completamente all'oscuro di tutto. L'inchiesta, quindi, dovrà cominciare proprio dalla causa della morte: alla Gazzetta, Caressa ha spiegato che il povero animale è stato esaminato da una veterinaria tarantina, ma ora la procura nominerà un suo consulente.