Particolare attenzione è stata posta al controllo di questa forma di bracconaggio in quanto l’anguilla europea è registrata come “in pericolo critico” nella lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, che è il gradino immediatamente precedente l’estinzione; trattasi inoltre di una specie compresa nella convenzione di Washington (Cites) che regola il commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione. Le principali cause della rarefazione dell’anguilla, specie poco sensibile all’inquinamento, sono proprio da ricercare nell’eccessivo sforzo di pesca soprattutto a carico dei giovani.
Le abitudini riproduttive delle anguille, rimaste avvolte nel mistero per secoli, sono proprio tra le ragioni percui questa specie riveste un elevatissimo interesse. Solo recentemente è stato definitivamente conosciuto il complesso ciclo riproduttivo di questa specie: quando raggiungono la maturità riproduttiva, le anguille femmina discendono i fiumi per raggiungere il mare, incontrando così gli individui maschi che vivono nelle acque salmastre alle foci. È da qui che in autunno comincia la sorprendente migrazione verso il mar dei Sargassi, un viaggio lungo oltre 6mila chilometri.