Il prete di Villasanta Don Simone Sanvito che nei giorni scorsi è finito sui giornali per una vicenda riguardo alla morte dell'oca Reginaldo ci ha scritto dandoci la sua versione dei fatti. Lettera che riportiamo qui sotto per correttezza di informazione. Dico solo che dal nostro punto di vista la situazione non cambia sotto l'aspetto etico e sostanziale, don Simone ci scrive che lui non è responsabile della morte dell'oca e che non l'ha mangiata. ma che l'ha solo consegnata al macellaio. Dal nostro punto di vista non cambia molto, quell'oca poteva e doveva essere salvata punto. il resto sono modalità formali che hanno comunque portato alla morte dell'animale,che poteva essere salvato e poteva, quello si sarebbe stato un bel gesto, diventare un esempio per tutti i bambini di quell'oratorio. Il resto sono solo parole che come scrive lo stesso don Simone, altro non fanno che dimostrare la diversità di vedute sul diritto alla vita tra noi e lui. (Lorenzo Croce)
ECCO LA MAIL INVIATA IERI SERA DA DON SIMONE SANVITO
Buonasera, sono Don Simone Sanvito, sacerdote impegnato negli Oratori di Villasanta.
Volevo semplicemente rettificare alcune cose importanti comparse sull’articolo del Giornale di Vimercate il giorno 23 Febbraio 2021 inerente all’oca Reginaldo.
Innanzitutto ringrazio il Presidente Lorenzo Croce per la chiacchierata avuta questa sera dove ho potuto spiegare come sono andate veramente le cose. L’oca Reginaldo era già destinata al macello per decisione del contadino allevatore. Una volta prelevata dall’allevamento, ho tenuto con me l’oca un giorno e mezzo facendola scorrazzare in Oratorio (chiuso per il Covid) prima che il macellaio (autorizzato) la venisse a prendere. Non era nemmeno una mascott come dichiara l’articolo. Ma sopratutto io l’oca non l’ho uccisa, anche perché non ci sarei mai riuscito. E neppure mangiata! L’articolo del giornale sopracitato purtroppo riporta una storia inventata e che descrive una situazione che non è mai accaduta.
Aldilà delle vedute diverse che abbiamo, spero possiate comprendere come le cose sono andate veramente.
Cordiali saluti,
Don Simone