Non solo i gatti mutilati, anche i cani maltrattati. In un paese in cui senza dubbio gli animali domestici sono più degli uomini (il conteggio degli abitanti si ferma solo a 98) emerge un altro caso di violenza su bestie indifese. Un cittadino deteneva una trentina di cani senza rispettare gli standard minimi per garantire il loro benessere. Violava le norme vigenti in materia di custodia di animali.
La vicenda è emersa a neanche tre mesi da quella dei gatti, denunciata dalla Lega Anti Vivisezione dell’Oltrepò. Una delle colonie feline più fiorenti della Lomellina era stata decimata ad agosto, tra mutilazioni e presunti bocconi avvelenati (di cui però le analisi non hanno fornito prove certe).
Il proprietario dei cani invece ha un nome e un cognome, e vive a Velezzo. Da molti è stato indicato a suo tempo come uno dei più solerti difensori dei gatti. Predicava bene e razzolava malissimo. La storia dei cani, invece, è emersa solo ora nonostante in paese la conoscessero in tanti.
“Insieme ai carabinieri di Zeme e a un medico di Ats – dichiara il sindaco Luigi Pasqualetto (nella foto) – già ad agosto avevamo ispezionato la casa di questa persona. Questa visita è stata stranamente osteggiata da un’associazione che si occupa della tutela degli animali. Poi la direzione centrale di Ats ha disposto lo sgombero degli animali da quella abitazione. Le irregolarità erano evidenti e insanabili, e riguardavano sia la precarietà dell’edificio sia la custodia di quei poveri cani. Per questo abbiamo ritenuto necessario che la custodia di questi animali fosse affidata ad Ats".
Pare che questa situazione fosse nota ad una sezione locale di una importante associazione animalista nazionale, la Lav.