SULMONA - Ennesimo cervo ucciso e decapitato sul posto dai bracconieri, questa volta tra Introdacqua e Bugnara, in provincia dell'Aquila.
La denuncia arriva da Marco Liberatore, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus.
"Stamattina un passante ci ha segnalato il fatto - spiega Liberatore - Purtroppo chi abita nelle campagne e nelle aree montane può testimoniare che il fenomeno del bracconaggio è diffusissimo, con colpi sparati di notte e auto che girano indisturbate con tanto di fari direzionali visibili. Nonostante questo ci sono intollerabili resistenze da parte delle amministrazioni alla chiusura delle strade montane ai non autorizzati, come prevede la legge da molti anni. Sentiamo scuse risibili, come ad esempio quella del turismo, quando in Trentino le strade forestali montane vengono chiuse normalmente e il turismo non solo ne soffre ma ne viene incentivato".
"Un escursionista a piedi o in mountain-bike non la prende bene se si vede impolverare dal passaggio di un'auto - prosegue Liberatore - , a parte l'aspetto culturale della fruizione sostenibile di ambienti sensibili. Inoltre la chiusura delle strade sterrate è una misura fondamentale per la prevenzione degli incendi boschivi innescati dai delinquenti. Serve un controllo capillare del territorio, visto che oggi abbiamo tecnologie facilmente utilizzabili e a basso costo come le fototrappole".
Il nostro paese ha precisi obblighi rispetto alla conservazione della fauna. Mi riferisco alle direttive comunitarie Habitat ed Uccelli che prevedono un'azione pro-attiva e preventiva di tutela della fauna. Purtroppo in prestigiose riviste e TV internazionali il nostro paese viene additato come uno dei più arretrati e incivili dal punto di vista del bracconaggio: questa foto sta lì a testimoniarlo. Fermiamo questo scempio!", conclude Liberatore.