VICENZA. Uccisi e poi fatti sparire. Sono in corso nel vicentino le indagini sull'avvelenamento di alcuni animali. La vicenda è stata portata a falla dalle Guardie Zoofile Enpa del Nucleo di Vicenza e a raccontarla è Renzo Rizzi Ispettore Regionale Enpa.
La vicenda parte dal paese di Montegalda, un luogo con diverse zone naturali dove gli animali selvatici cercano di continuare a sopravvivere. Tra questi spicca l'innocuo tasso che da oltre quattrocento anni ha costruito la sua residenza sopra il “Monte Roccolo”. Ed è qui che si è consumata l’ennesima uccisione contro questi pacifici e simpatici animali, già sotto assedio a causa del traffico veicolare.
Alcune settimane fa era stata segnalata alle Guardie Zoofile Enpa la presenza di due volpi adulte morte lungo una recinzione, il sopralluogo delle guardie avvenuto a un paio di giorni dalla segnalazione non ha dato risultato, in quanto i due corpi erano stati fatti sparire e a terra erano rimaste solo tracce di erba calpestata.
Il 18 maggio un'altra segnalazione, a meno di duecento metri dalla precedente, i documenti fotografici e video mostrano una famigliola di tassi due piccoli e due adulti morti lungo la recinzione all’interno della zona laghetto e un altro tasso identificato come femmina a distanza di una quindicina di metri in avanzato stato di decomposizione. La sera successiva alla segnalazione sono intervenute le guardie zoofile, ma anche in questo caso erano spariti degli animali, era rimasta solo la femmina, morta da qualche settimana.
“Vedremo le indagini a cosa porteranno – spiega Renzo Rizzi Ispettore Regionale Enpa - si deve attendere lo zooprofilattico, ma da quanto emerso e dalla metodologia dello svolgimento dei fatti, l’ipotesi più calzante o per dirla in breve, la vera e propria firma conduce ai 'cacciatori da pelo', in pratica i soggetti che uccidono quasi esclusivamente lepri, o comunque mammiferi”.
Una categoria riconosciuta da sempre come poco incline al rispetto delle regole - spiega in una nota Enpa di Vicenza - non è raro che si segnalino scontri con normali residenti quanto si verificano invasione delle proprietà private non autorizzate alla caccia, o scorribande dei loro segugi nelle corti e nelle aie, oppure quando ne pagano le spese animali da cortile o i poveri gatti che vengono terrorizzati e a volte uccisi da questi cani, o ancora direttamente con le armi perché questi ultimi “disturbano la pastura”. Ma il più sfortunato animale perché ritenuto il peggior nemico di questo cacciatore è la volpe, “perché – spiega Rizzi - è naturalmente un competitore temibile, caccia anche lei i leprotti, il cacciatore si sente defraudato e conseguentemente la volpe va eliminata con qualsiasi mezzo”.
La cosa si svolge in questo modo. “Dal mese di febbraio fino a maggio – spiega la guardia zoofila - in periodo di caccia chiusa ci sono delle figure che si preoccupano di dispensare bocconi avvelenati nel territorio dove precedentemente era stata segnalata la presenza della nostra volpe. Come ben si sa i bocconi avvelenati sono oramai una piaga del nostro tempo, ogni anno nei nostri boschi da dei delinquenti vengono sparse centinaia di queste sostanze ed è per questo che ci troviamo quando si va in quei luoghi tantissimi cani e gatti avvelenati, in questo caso ha colpito anche un’intera famiglia di tassi, la responsabilità è da ricercare sempre di questa dannosissima e inutile banda di distruttori della natura”.