Le sostanze stupefacenti attraggono l'uomo al punto tale che le ricerca ovunque, anche quando si parla di animali e piante. Per provare gli effetti di queste droghe, poi, i trafficanti non si fanno scrupoli a commerciare flora e fauna sul dark web. Una ricerca ha confermato che gran parte del commercio illegale di animali è legato proprio alle sostante stupefacenti.
Animali e sostanze stupefacenti
Cosa hanno a che fare il commercio illegale di animali sul dark web e le sostanze stupefacenti? Diversi organismi viventi producono delle tossine che hanno effetti allucinogeni se vengono assunte dall'uomo. Per questo vengono commercializzate sul dark web, dove esiste un vero e proprio marketplace specializzato. Questo genere di attività ha ripercussioni negative non solo sulla salute umana, ma anche sulla biodiversità e gli ecosistemi.
Questi dati sono stati confermati da uno studio condotto dagli scienziati dello Invasion Science & Wildlife Ecology Group dell'Università di Adelaide (Australia). Gli esperti hanno analizzato 51 marketplace del dark web ed hanno registrato il commercio illegale di 153 specie legate alle loro proprietà stupefacenti e psicoattive. I dati sono stati pubblicati sulla rivista People and Nature.
I più venduti sul dark web
I ricercatori sono rimasti sbalorditi dalla scoperta che la maggior parte del commercio illegale sul dark web fosse costituito da piante ed animali che producono sostanze stupefacenti. Tra le specie commercializzate c'è anche il rospo del fiume Colorado. Questo anfibio è il più grande rospo degli Stati Uniti ed è dotato di una pelle in grado di secernere una tossina psicoattiva.
Invece, la pianta più cercata sul dark web è la Mimosa tenuiflora. Si tratta di una pianta sempreverde della famiglia delle Febacee che si può trovare in America centrale e meridionale. Questo vegetale è venduto perché contiene il Dmt, un potente allucinogeno. Non mancano poi i funghi: sono vendute 19 specie dalle proprietà allucinogene.
Commercio illegale
Dalla ricerca svolta sugli animali venduti sul dark web per le loro proprietà stupefacenti è emerso un dato che fa riflettere. Infatti, il numero delle vendite e degli acquisti di queste specie sul dark web è nettamente inferiore rispetto al numero di esemplari che vengono trafficati tramite canali più "tradizionali". Infatti, per i trafficanti di animali conviene concludere le trattative alla luce del giorno. Ciò significa che le norme volte a tutelare la fauna selvatica non sono ancora sufficienti.
La Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatica e minacciata di estinzione (CITES) protegge circa il 5% delle specie
Medicina tradizionale
Il commercio degli animali sul dark web non avviene solo per far uso delle loro tossine con effetti stupefacenti. Infatti, parte degli acquirenti impiegano le specie in vendita per realizzare composti della medicina alternativa e capi di abbigliamento, ma anche per tenerli come animali domestici. Una pratica che danneggia un patrimonio di tutti per soddisfare il piacere di poc commercializzate. Per questo motivo, gli autori della ricerca hanno chiesto di incrementare gli sforzi volti a tutelare la flora e la fauna selvatica.