ROMA (28 SETTEMBRE 2021) La legge in Italia non contempla la pratica dell'eutanasia sui cani come modello di contenimento del randagismo, ma in realtà una forma larvata di eutanasia, praticata nei confronti di cani cosi detti mordaci e di decine di cani randagi considerati ingestibili è purtroppo all'ordine del giorno e abbondantemente tollerata in particolare, ma non solo, nelle regioni del sud Italia. Infatti in Italia vengono uccisi da questa vera e propria eutanasia legale non mano di 5.600 cani di questi solo 450 vengono soppressi mediamente ogni anno in quanto morsicatori riconosciuti dai veterinari oppure su diretto mandato delle autorità giudiziarie e di polizia dopo la quarantena prevista dalla legge nei canili sanitari, mentre gli altri vengono soppressi secondo metodi non sempre legali (non mancano i cani fucilati) in tutta Italia, il sistema di solito prevede l'intervento sotto banco di alcuni personaggi che al di fuori della legge procedono a questa eutanasia nascosta. "Purtroppo il problema è reale ed i numeri in nostro possesso sono a parere di molti in difetto rispetto alla realtà che non è quantificabile specialmente per quanto riguarda l'eliminazione di intere cucciolate nel centro sud Italia, - scrive in una nota l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA- nostro scopo è denunciare il fenomeno in maniera che si possa porre un rimedio, infatti l'eutanasia nascosta dopo il veleno è la seconda causa di sterminio illegale dei cani in Italia e coinvolge appunto quasi 6.000 cani ogni anno uccisi nel silenzio delle associazioni e delle autorità pubbliche comprese quelle veterinarie".