CORBARA - Sfiora quota 30 la conta di animali morti o scomparsi nel territorio cittadino di Corbara, tra campagne e strade, comprendendo cani e gatti domestici e randagi, per quella che assume i contorni di una strage caratterizzata da polpette avvelenate. Sulla vicenda l’indagine è ufficialmente avviata, con accertamenti svolti in più riprese da parte dei carabinieri, arrivati in zona per una accurata ispezione alla ricerca di altre esche avvelenate, con l’ausilio di unità cinofile a confermare la presenza di sostanze chimiche letali.
Tra gli animali, numerosi sono i gatti scomparsi che popolavano i giardini di via Acquapendente, in particolare, ma l’azione incriminata riguarda in realtà una zona molto ampia. Dalla prima conta di sette cani avvelenati, le ricostruzioni hanno aggiunto sparizioni e altri animali morti, uccisi da bocconi di carne e stricnina imbottiti di cocci di vetro: gli animali sono deceduti senza scampo dopo lunghi minuti in preda a spasmi violentissimi, per gli effetti della sostanza in grado di provocare convulsioni fino al collasso del sistema nervoso. Il lavoro degli inquirenti non è finito, con l’ascolto di numerosi proprietari degli animali a sommarie informazioni e l’intervento sul posto dell’ambulanza veterinaria arrivata da Cava de’ Tirreni.
Tra le vittime dell’ecatombe, innescata da una mano umana con deliberata intenzione, c’era una femmina che aveva appena partorito, con i cuccioli scampati per un caso fortuito. Sono al vaglio ulteriori ipotesi sui responsabili delle esche avvelenate, letali in pochissimo tempo dall’ingestione anche in quantità minime, con un lavoro di verifica svolto sulle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona. Gli autori volevano lo sterminio, senza possibilità di fallire, per ragioni tuttora da accertare e con il movente a costituire ulteriore obiettivo dell’indagine avviata sul posto.