martedì 10 settembre 2019

NON IL CINGHIALE MA UNA FUCILATA HA UCCISO L'ANZIANO CACCIATORE

Non un cinghiale ma un colpo di fucile ha ucciso l’anziano cacciatore Antonio Mazzoni, 78 anni, trovato senza vita nella notte di venerdì scorso nel terreno davanti  alla sua casa di campagna a Rovegno, in Valtrebbia.
La clamorosa notizia che cancella lo spettro di un cinghiale killer che ha diviso l’opinione pubblica e scatenato tanto polemiche arriva dall’esito dell’autopsia svolta oggi pomeriggio dal medico legale Camilla Tettamanti.
La specialista, contraddicendo la tesi sostenuta dai carabinieriha riferito agli inquirenti  che l’uomo è stato ucciso da un colpo di fucile sparato nella zona dell’inguine, di fatto avvallando la tesi del primo medico legale intervenuto sul posto, Alessandro Bonsignore, che dopo l’ispezione esterna sul cadavere aveva escluso che ad uccidere l’uomo fosse stato un cinghiale. La prova di questo da alcuni pallini e la borra, una parte della cartuccia, rinvenuti nella ferita e che proverebbe che il colpo è stato sparato da distanza molto ravvicinata, probabilmente dallo stesso cacciatore.
Come detto non erano d’accordo, sino ad oggi, su questa tesi i carabinieri che nel sopralluogo svolto nel terreno teatro della tragedia avevano sequestrato 4 cartucce a pallini probabilmente esplosi dal cacciatore per scacciare i cinghiali, la cui presenza nella zona era stata confermata dai vicini di casa della vittima che avevano sentito i grugniti e altri rumori prodotti dagli animali e anche gli spari. Non solo: per i carabinieri la ferita che ha ucciso il cacciatore non era compatibile con un colpo di fucile sparato da distanza ravvicinata ma con l’aggressione di un animale selvatico come un cinghiale.