SAFA – LA SCUOLA ALTA FORMAZIONE ANTIBRACCONAGGIO
Festeggia il suo primo anno e mezzo di attività con i primi 7 cani antibracconaggio diplomati SAFA e addestrati per ricercare reti, armi, munizioni, lacci, trappole e tagliole per contrastare i bracconieri
Ogni giorno vengono registrate 20 infrazioni contro gli animali selvatici
Legambiente e Arma dei Carabinieri rinnovano il loro impegno per fermare gli ecocriminali e i commercianti di frodo di animali selvatici grazie al lavoro delle prime unità cinofile antibracconaggio dell’Arma dei Carabinieri operative sul territorio
Reti, armi, munizioni, lacci, trappole, tagliole e veleno sono gli strumenti che utilizzano i bracconieri. Secondo gli ultimi dati Ecomafia in Italia ogni giorno vengono registrate 20 infrazioni contro gli animali selvatici e sono avviati 3,5 procedimenti e indagate 3,2 persone per reati contro la fauna. Una pressione criminale facilitata dal fatto che le sanzioni sono solo contravvenzionali e risolvibili con un’oblazione e non scoraggiano di certo i bracconieri, che nei casi più eclatanti rischiano un’ammenda da 774 a 2.065 euro.
Da oggi, però, nel contrastare i bracconieri il fiuto dei cani può essere preziosissimo come dimostra l’esperienza avviata da SAFA, la prima Scuola di Alta Formazione Antibracconaggio che ha preparato le prime unità cinofile dell’Arma dei Carabinieri specializzate in questo campo e che quest’anno festeggia il suo primo compleanno. Nata nel 2018 in Italia per volontà di Legambiente in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri — e grazie alla partnership con l’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana e Almo Nature e con il patrocinio di Federparchi -, la scuola oggi ha presentato il bilancio del suo primo anno e mezzo di attività formativa che ha visto: 7 cani — Titan, Puma, India, Lapa, Mora, Kenia e Africa – diplomati insieme ai loro conduttori cinofili con i quali hanno seguito 208 ore di formazione altamente qualificata, tra lezioni frontali ed esercitazioni pratiche condotte da 5 docenti con esperienze internazionali (Jens Frank, Patrick d’Artois, Tobias Gustavsson, Louise Wilson, Roberta Bottaro). In questo periodo di formazione hanno affinato le tecniche di detection (ricercare e rilevare differenti sostanze organiche e inorganiche). Dopo un anno di corso, organizzato a Rispescia (Gr) presso il centro Girasole – sede di Festambiente -, i cani già operativi nella ricerca di bocconi avvelenati, hanno imparato a individuare anche reti, armi, munizioni, lacci, trappole e tagliole comunemente usate dai bracconieri. Ora sono operativi in diversi territori italiani per mettere in pratica quello che hanno appreso al corso SAFA con ottimi risultati nelle varie fasi di ricerca.
L’esperienza SAFA è stata presentata oggi a Roma presso il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri e all’incontro, che si è aperto con i saluti di Angelo Agovino, Generale CA, Comandante CUFAA Carabinieri e Giorgio Zampetti direttore generale di Legambiente, sono intervenuti, tra gli altri: Antonino Morabito Responsabile nazionale Ambiente e Legalità Legambiente, Giancarlo Papitto, Comandante Ufficiale Studi e Progetti del Comando Biodiversità Parchi del CUFAA, Giampero Sammuri, Presidente Federparchi, GianFranco Di Fiore, Comandante del Centro Cinofili dell’Arma dei Carabinieri, Dino Muto, Presidente Ente Nazionale Cinofilia Italiana.
A seguire la dimostrazione delle Unità Cinofile Antibracconaggio dei Carabinieri forestali che hanno seguito il Corso e che oggi hanno ricevuto l’attestato di merito: Brig. Capo Alessandra Mango con INDIA, App. sc. Simona Palmieri con LAPA / MORA, App. Andrea Corsi con KENIA, App. Andrea Lamarucciola con AFRICA, App. Nicola Gonfiacani con PUMA / TITAN.
“Anche in Italia – ha spiegato Giorgio Zampetti Direttore generale di Legambiente — l’aggressione alla fauna si sviluppa secondo due fasi, non sempre gestite dagli stessi criminali: gli atti di cattura delle specie protette e il commercio delle stesse specie animali, vive o morte. Un mercato, anche molto lucroso, che deve essere assolutamente fermato. Il primo corso nazionale della Scuola di Alta Formazione Antibracconaggio mette insieme più figure professionali che si specializzano per dare un utile supporto al presidio dei territori e alle azioni preventive e repressive. L’obiettivo della Scuola, che vede operare insieme Legambiente e Arma dei Carabinieri, è proprio quello di promuovere e sviluppare, adeguandole alla realtà italiana, le tecniche adottate con successo all’estero per il contrasto del bracconaggio di specie animali selvatiche. L’ottimo risultato raggiunto con le prime sette unità cinofile fa bene sperare che, già da domani, a partire dai sette black-spot del bracconaggio in Italia (Prealpi lombardo-venete, Delta del Po, Coste pontino-campane, Zone umide pugliesi, Stretto di Messina, Sicilia occidentale e Sardegna meridionale), si potrà operare con uno strumento in più per fermare i bracconieri”.
“Abbiamo fatto un salto di qualità nella lotta al bracconaggio — sottolinea Angelo Agovino, Generale C.A, Comandante CUFAA Carabinieri — , la nostra battaglia prosegue perche’ il contrasto al bracconagio e’ una delle attività più importanti per la difesa della biodiversità tra le oltre 4mila stazioni territoriali dei Carabinieri e le circa mille del Cufaa; infatti — spiega — ogni anno circa il 25% dei controlli sul territorio riguardano la tutela della fauna”. “La Safa — continua Agovino — rappresenta la capacità di fare progetti e quindi la capacità di collaborare tra istituzioni e altri enti e inoltre è il frutto di una grande evoluzione culturale: l’animale era definito cosa di nessuno oggi l’animale è un bene riconosciuto dalla collettività e di sua proprietà che quindi avverte il bisogno di proteggerlo”.
I 7 cani dell’unità cinofile antibracconaggio dell’Arma dei Carabinieri - Ci sono Titan (labrador) e Puma (pastore belga malinois) guidati da App. Nicola Gonfiacani, con alle spalle una solida esperienza nella ricerca dei bocconi avvelenati e che danno già importanti soddisfazioni. Titan, che vanta già alle spalle 170 ispezioni, dopo il corso SAFA ha portato la positività degli interventi oltre al 70%. Numerose anche le attività presso l’ospedale Pediatrico Meyer di Firenze e gli incontri formativi con scuole locali.La seconda, Puma ha partecipato a quasi 200 ispezioni, ritrovando esche avvelenate, trappole e materiali utilizzati per il confezionamento dei bocconi (guanti, sacchetti ecc.). Grazie a lei sono stati scovati due criminali che usavano regolarmente bocconi avvelenati ed oltre al lavoro contro i bracconieri, partecipa anche ad eventi per bambini presso l’Ospedale Pediatrico del Meyer e del S. Donato di Arezzo, eseguendo dimostrazioni e giocando con i bambini. C’è poi Kenia, una femmina di pastore belga malinois di 3 anni, che sta dando grandi soddisfazioni al suo conduttore App. Andrea Corsi che l’ha vista migliorare di giorno in giorno. Kenia, oltre ad essere operativa sull’antiveleno segnalando con l’abbaio, è attiva anche nella ricerca di cartucce, munizioni e armi da caccia segnalando tramite congelamento. Un aiuto enorme per fermare i bracconieri.
Tra gli altri cani diplomati SAFA c’è Africa, pastore belga malinois che con il suo conduttore App. Andrea Lamarucciola, dal 2016 ha effettuato 225 ispezioni e rinvenuto 77 esche/bocconi avvelenati e 50 carcasse di animali avvelenati (tra cui quella di un lupo). Durante una recente ispezione, Africa, dopo aver rinvenuto 4 esche in una zona montana, ha iniziato a correre nelle fitta vegetazione fermandosi in prossimità di alcuni rovi, abbaiando insistentemente. Era lì nascosto un cucciolo di cane che aveva da poco ingerito un’esca avvelenata ed iniziava a stare male: salvato grazie ad Africa. Ci sono poi Mora (labrador) e Lapa (pastore belga malinois), operative nella ricerca dei bocconi avvelenati e ora di munizioni e accompagnate dal loro conduttore App. sc. Simona Palmieri. In particolare Mora con il suo carattere affettuoso ed innamorata dei bambini, ha dato inoltre la possibilità di effettuare molte attività di educazione ambientale con le scuole medie, con asili, soggiorni estivi, nei reparti di pediatria e con i ragazzi di un’associazione di ragazzi con disabilità. E poi c’è India, pastore belga malinois, con il suo conduttore Brig. capo Alessandra Mango, un binomio affiatato che è cresciuto nell’efficacia dei risultati e adesso avvia un percorso ancora più sfidante contro i troppi bracconieri che uccidono specie protette.