VIVISEZIONE : ORA LA BATTAGLIA SI FA DURA DAVVERO.
Ne parla il corriere della sera
in un articolo molto chiaro ed esplicito: I vivisettori (loro si vogliono far
chiamare ricercatori, noi li consideriamo torturatori) si sono riuniti, e sono
scesi in campo per sostenere il loro diritto a sperimentare sugli animali. E
alla riunione in un famoso hotel di Milano c’erano quasi tutti i pezzi grossi
della sanità italiana insieme ai noti torturatori ed ai direttori scientifici di
ospedali e noti centri di tortura per animali quali il signor Garattini del
Mario Negri. Non poteva mancare ovviamente il direttore scientifico del
progetto Theleton. (che raccoglie i fondi destinati alla tortura). Quello che
ci preoccupa non sono le loro posizioni, ma il loro peso politico. Questi
signori hanno avuto il coraggio di definire gli animali torturati durante gli
esperimenti come “loro partner nella sperimentazione” e questo da solo dimostra
quale “rispetto” abbiano questi signori per la vita non umana. La cosa che ci
preoccupa è che la loro discesa in campo per “garantire il loro diritto a
sperimentare” (sich!!) è stata studiata a tavolino, il tempismo è perfetto e le
argomentazioni che metteranno in campo (senza ricerca sugli animali l’aids era
ancora una malattia letale) sono sicuramente destinate a far breccia sull’opinione
pubblica (e anche sui deputati chiamati al voto) con il chiaro scopo di far fare ulteriori passi
indietro alla già assolutamente inaccettabile legge in discussione in
parlamento, per la quale a nostro avviso si è gridato troppo presto alla
vittoria. Dopo questi signori arriveranno in televisione malati che si diranno
miracolati dall’utilizzo di farmaci testati su animali, e cosi via. Con il
rischio che nei prossimi mesi saremo costretti a vedere un arretramento del
fronte della discussione dalla richiesta di abolizione totale della vivisezione
sostenuta dalle avanguardie serie della lotta alla vivisezione (altri sono gia
su posizioni cedevoli e crediamo che cederanno ancora di piu con il passare del
tempo) ad un rischio di peggioramento della gia pessima legge in vigore. Cosa
bisogna fare?
Sicuramente serrare le fila del
fronte di coloro che sono davvero contrari alla vivisezione senza cedimenti ed
anche con impegno personale nella riduzione dei farmaci inutili e nella
denuncia delle torture di cui siamo a conoscenza sugli animali. Non è
scavalcando i cancelli di harlan davanti alle telecamere o facendosi
accompagnare da Formigoni da persone a cui sono stati sequestrati gli animali
che si arriva ad ottenere risultati seri. Occorre una tripla azione: denunciare
il fenomeno del maltrattamento degli animali in laboratorio (e qui chiediamo l’aiuto
di tutti gli universitari e di coloro che conoscono realmente e possono
testimoniare cosa avviene in laboratorio sui poveri animali), impegnarsi
personalmente nella lotta anche rinunciando ai farmaci inutili che provocano
minor business per i torturatori e minor necessità di nuove torture e colpire
laddove si trovano i centri di tortura a partire dal boicottaggio di Telethon. Rendiamoci
conto che la battaglia contro la vivisezione è lunga e difficile. Non saranno
certo quattro manifestazioni a bloccare il fenomeno. Occorre costruire la
cultura dei diritti degli animali a partire dal proprio impegno personale. E
soprattutto occorre costruire centri di controinformazione territoriale in
merito alle attività di stabulari e altri centri di ricerca. Sarà una battaglia
lunga, una lunga marcia la cui legge odiosa in votazione rischia di essere il
primo scoglio che dovremo superare insieme non lasciando tutto com’è ma
chiedendo a gran voce in tutti i modi legali possibili (referendum e ricorso
alla consulta per esempio) che questa legge contenga davvero i germi per la
fine della vivisezione. UNICO OBBIETTIVO DA RAGGIUNGERE DAVANTI AL QUALE SAREMO
PRONTI A FERMARCI.