giovedì 11 maggio 2023

CUCCIOLO UCCISO SOFFOCATO PER PUNIZIONE

 Un cucciolo di cane ha trovato una tragica fine, praticamente impiccato a un palo, a causa del suo comportamento vivace che aveva rovinato il giardino di una villetta. Il proprietario dell'animale, un agente di polizia locale di 49 anni in servizio in un Comune della Bassa, si è presentato recentemente presso un veterinario con il cane esanime tra le braccia, chiedendo disperatamente di rianimarlo. Purtroppo, il veterinario, dopo aver ascoltato il racconto del vigile, ha dovuto constatare che il cane era morto per soffocamento causato dalla corda stretta intorno al collo, impedendogli di respirare e infliggendogli una morte atroce.

Il cucciolo era stato preso in affido da poco tempo e la sua vivacità lo aveva spinto a scavare buche nel terreno, danneggiando il tappeto erboso dell'abitazione. Come punizione, secondo quanto emerge dalla denuncia presentata dalla Lega antivivisezione (Lav) di Verona, il proprietario ha piantato un palo nel terreno e legato il cucciolo ad esso con una corda. L'animale ha cercato di liberarsi disperatamente, tirando la corda, fino a quando, dopo alcune ore, è stato trovato privo di sensi a causa della corda che gli impediva di respirare. I clienti presenti nell'ambulatorio veterinario hanno ascoltato orrorizzati il racconto dell'agente e una coppia, sconvolta dalla situazione, si è fatta carico di denunciare l'incidente.

"L'ho legato saldamente a un picchetto nel terreno", avrebbe raccontato il 49enne, "in modo che non potesse muoversi". Ha spiegato dettagliatamente come avesse immobilizzato il cane, con l'obiettivo evidente di educarlo. Il giorno successivo, la coppia ha contattato la Lav e ha fornito una testimonianza dettagliata di quanto avevano visto e sentito. Per l'uomo, che risiede a Legnago, è stata presentata una denuncia per maltrattamento di animali aggravato dalla morte, un reato punito dall'articolo 544 ter del codice penale. La presidente della Lega antivivisezione, Lorenza Zanaboni, ha presentato la denuncia presso la Procura di Verona, prendendo immediatamente a cuore questa terrificante storia