venerdì 6 gennaio 2023

L'UNIVERSITA' DI TORINO LANCIAIL CORSO DI DIRITTO PRIVATO PER GLI ANIMALI

 Gli animali sono da sempre oggetto di attenzione da parte del codice civile, anche se le norme che li riguardano sono frammentarie e obsolete.  Esse regolano i danni causati dagli animali e, per il resto, considerano questi ultimi come beni mobili, oggetti di diritti altrui: cose di proprietà dell’uomo, non troppo diverse dagli altri beni che possono essere acquistati e ceduti. La sola differenza è data dalla natura di cose “vive” e “animate” che è connaturata agli animali, i quali possono dunque spostarsi, fuggire ed essere inseguiti dal proprietario: nascono di qui gli articoli – tuttora presenti nel codice – che disciplinano gli sciami d’api che volano sul terreno altrui, i colombi che passano a un’altra colombaia e i conigli che si spostano in un’altra conigliera.

Nasce il corso di diritto privato degli animali

Queste norme, spesso legate al mondo contadino del passato, trascurano del tutto quanto gli animali siano centrali per l’uomo al giorno d’oggi: essi sono diventati “da compagnia” oltre che da allevamento. Ma non per questo hanno cessato di essere importanti dal punto di vista economico, trovandosi anzi al centro di un mercato in costante sviluppo, che crea un giro d’affari di miliardi di euro l’anno.

Per rispondere a queste radicali trasformazioni sociali ed economiche, il Consiglio del Corso di laurea magistrale a Ciclo Unico in Giurisprudenza dell’Università di Torino ha approvato, su proposta del Prof. Luciano Olivero, l’attivazione dell’insegnamento in diritto privato degli animali. Un nuovo corso avanzato da 40 ore e 6 CFU a cui potranno accedere le neo matricole quando giungeranno al IV e V anno, che ha l’obiettivo di preparare i giuristi di domani ai nuovi problemi che la “questione animale” pone intersecandosi con i temi cruciali del diritto privato: dalla proprietà ai rapporti contrattuali, dal fatto illecito alla disciplina della famiglia e delle successioni.

Studenti al quarto e quinto anno di Giurisprudenza

La centralità degli animali da compagnia nella società contemporanea ha già avuto modo di tradursi in principi normativi di primaria importanza. La protezione degli animali quali “esseri senzienti” nel Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea e la recente riforma italiana che ha introdotto nell’Art. 9 della Costituzione la difesa degli ecosistemi e degli animali rappresentano perfettamente questa tendenza. In essa si iscrivono anche alcuni codici civili stranieri, come quello svizzero e tedesco, i quali si sono spinti ad affermare che gli animali “non sono cose”. Ma questa affermazione di principio, pur importante, ancora non chiarisce quale sia il loro esatto statuto giuridico e molti problemi restano aperti.

In Italia 60 milioni di animali da compagnia

In Italia gli animali da compagnia sono oltre 60 milioni, tanti quanti gli abitanti. Questo significa che ogni famiglia, in media, ne possiede più di due e per mantenere e curare tali animali, spende mensilmente cifre che oscillano da 30 a oltre 300 euro e che sono andate negli anni progressivamente aumentando. Tra il 2007 e il 2021 le spese per il cosiddetto “pet food” sono più che raddoppiate; ed anche le spese veterinarie, per i giochi, gli accessori, i prodotti farmaceutici e per l’igiene degli animali sono in progressivo, costante aumento.