"Era una di noi, per quattro anni ha riempito la nostra casa d'affetto e di gioia". Con un nodo alla gola Lisa Bianchi, insegnante di 48 anni, racconta di Tea, il suo labrador morto il 29 dicembre scorso. Una fine "difficile da accettare": è uno dei cani "avvelenato da qualcosa sparso nel giardino di San Bartolo a Cintoia", Firenze, quartiere Isolotto. Il giardino da ieri è chiuso con ordinanza del sindaco: verranno fatti accertamenti per capire se, dove e quale veleno sia stato disperso. Lì dove Tea veniva accompagnata spesso e giocava con gli altri Il 30 dicembre però il buio: al rientro dalla passeggiata alle 18,30: Tea ha "un irrigidimento del corpo improvviso, dalla punta della coda al naso, con gli occhi che le andavano all'indietro", ricorda Lisa. La corsa dal medico veterinario, che dopo la prima ripresa non ha riscontrato problemi respiratori o al sistema nervoso. Tempo venti minuti, il rientro a casa e "la scena si ripete: ma non siamo riusciti a far nulla - spiega Lisa - Si è accucciata sotto il tavolo, impaurita da qualsiasi cosa. Mentre ansimava molto forte, ho chiamato David dicendogli di correre con delle dosi di Valium". del quartiere. Insomma, una perdita "dolorosa, soprattutto perché era parte della nostra famiglia". C'è dolore nella voce di Lisa: "Ha lasciato un grande vuoto in casa, che neanche un altro cane potrebbe mai sopperire. Sentiamo addosso il senso di ingiustizia per quello che è accaduto". Tea "era giocherellona - riprende Lisa - Era vaccinata regolarmente, sterilizzata e veniva sottoposta alla profilassi filaria quando necessario". Insomma era un cane in salute, seguito fin da piccola dal direttore sanitario dell'ambulatorio veterinario San Bartolo, David Sacchi.