Un report pubblicato da Compassion in World Farming, organizzazione benefica internazionale operante nella protezione degli animali da allevamento, rivela otto motivi per cui l'allevamento intensivo del polpo è crudele, dannoso per il pianeta e deve essere fermato. Il documento è reso noto in occasione della Giornata Mondiale del Polpo.
Il report, dal titolo "Octopus Factory Farming - A Recipe for Disaster" ("Allevamento intensivo del polpo - Un disastro annunciato") - mette in luce in particolare "come i piani per espandere l'allevamento intensivo dei polpi causerebbero grandi sofferenze a questi animali di natura solitaria e curiosa, esponendoli, inoltre, a metodi di macellazioni inumani, in quanto al momento non è disponibile un metodo di macellazione che risparmi loro sofferenza".
Inoltre lo studio sottolinea che "non c'è attualmente alcuna legislazione per proteggere il benessere dei polpi negli allevamenti e la loro dieta carnivora ne rende l'allevamento insostenibile e dannoso per l'ambiente". Una nota informa che i polpi catturati in natura sono consumati in tutto il mondo, specialmente in alcuni Paesi mediterranei europei, così come in Asia e in Messico. L'Italia ha il primato nell'Ue per il consumo, con oltre 60.000 tonnellate nel 2018