lunedì 29 marzo 2021

MAMMA VOLPE IMPICCATA ALLA RETE DI RECINZIONE. SI CERCANO I PICCOLI

 SAN DONÀ - Impiccata alla rete di recinzione. Strangolata, stecchita, penzolante. Quando la hanno notata non dava più segni di vita. Deve aver lottato prima di arrendersi, ma la trappola a laccio (non consentita) che le cingeva il collo non ha lasciato scampo alla femmina di volpe, bloccata mentre stava cercando di entrare in un piccolo pollaio. Una scena raccapricciante che testimonia una morte crudele. A lanciare l’allarme ieri è stata l’Adas, Associazione per la difesa degli animali del Sandonatese che ha segnalato l’esemplare intrappolato alla recinzione di un allevamento di galline in via Isonzo, che forse per la volpe era diventato una meta abituale. Nella mattinata la Polizia provinciale è intervenuta provvedendo al sequestro dell’animale, dopo un sopralluogo ha trovato altre due trappole a lacci, e ha redatto un verbale nei confronti del proprietario del terreno. «La volpe era in allattamento come confermato dalla Polizia provinciale – spiegano dall’Adas – di solito si avvicinano ai pollai per sfamarsi, dovendo allattare i cuccioli, per cui l’autore della trappola con tutta probabilità ha condannato a morire anche i suoi piccoli». Nel pomeriggio, una ventina di volontari appartenenti ad Adas, Ada, le guardie zoofile dell’Oipa e di altre associazioni, hanno compiuto delle ricerche nel giro di tre o quattro chilometri per trovare la tana, battendo palmo a palmo il vicino boschetto.

«È vergognoso che siano usate queste trappole a laccio – spiegano i volontari - Siamo inorriditi per l’ennesimo atto di crudeltà. Quando scatta la trappola gli animali restano strangolati, e il cappio può causare sofferenza prima della morte, che arriva in modo lento e doloroso, come è probabile sia avvenuto per questa volpe». Tra i volontari che hanno partecipato alle ricerca anche la consigliera comunale di maggioranza Alessandra Patti (Fare civico): «Di sicuro l’atto è da condannare – commenta Patti - c’è preoccupazione anche per i piccoli che rischiano di morire. Un ringraziamento va alle associazioni animaliste, con alcuni volontari provenienti anche da Jesolo, che si sono attivate con sensibilità e in modo tempestivo. Ieri pomeriggio, purtroppo, non è stato possibile trovare la tana, anche a causa dei rumori e la presenza dei cittadini che hanno scelto di fare una passeggiata lungo la vicina via Canale Navigabile, una delle camminate più frequentate dai sandonatesi». Alcune ricerche sono continuate durante la serata, confidando che i rumori terminassero. La Polizia locale precisa che l’uccisione animali (domestici e non) è un reato, il Codice penale punisce chi uccide gli animali “per crudeltà o senza necessità” con una pena che può variare da quattro mesi a due anni di reclusione.