mercoledì 10 gennaio 2018

SGRIDA I CACCIATORI CHE LO PICCHIANO


PISA. «Che ci fate nel mio terreno? Andate via». Il “consiglio” del proprietario del fondo non fu accolto. Ma neanche ignorato. La reazione fu un pugno a un orecchio con danni al timpano tradotti in un referto di 40 giorni. Ora quell’aggressione è diventata un processo e dei quattro querelati iniziali il numero si è ridotto a uno, l’unico che non ha risarcito il pensionato di Navacchio protagonista del faccia a faccia con le doppiette nella sua proprietà.


Imputato di lesioni personali è un livornese di 44 anni difeso dall’avvocato Luca Di Rosa, mentre la parte civile è assistita dal legale Maria Concetta Gugliotta. La storia risale al 2013. Nella campagna di Navacchio il pensionato incrocia sei cacciatori. Non è la prima volta che qualche doppietta attraversa i suoi terreni. E a lui non sta bene. Li affronta e inizia una discussione. I toni non sono sereni sia per l’esasperazione del proprietario che per le risposte dei cacciatori.



A un certo punto due si staccano dal gruppo e proseguono per conto loro. Restano in quattro. Il pensionato, “armato” di macchina fotografica vuole trasformare in immagini il passaggio a suo dire illegale dei cacciatori nella sua proprietà. È l’innesco di una lite che, secondo l’accusa, vede uno dei quattro strappare la macchina fotografica dalle mani del settantenne per evitare gli scatti. I toni si alzano al pari delle mani. E così, stando alla querela, l’imputato livornese arriva a sferrare un cazzotto al volto del pensionato. Lo raggiunge a un orecchio provocandogli lesioni al timpano. L’incontro-scontro finisce sul tavolo dei carabinieri. Nel frattempo i tre amici dell’imputato accettano di pagare un risarcimento e nei loro confronti la querela viene ritirata. Una decisione non seguita dal 44enne labronico. Che resta sotto processo.

Ieri sono stati sentiti i tre cacciatori sottoposti a un lungo fuoco di fila di domande dell’avvocato Gugliotta su dichiarazioni e contestazioni tra quanto riferito ai carabinieri e ciò che hanno risposto in aula. Prossima udienza a giugno.