CACCIA. SARA' ANCORA UN
ANNO DI MORTI E FERITI
SU CINQUE UNO RISCHIA DI RESTARCI SECCO E' STATISTICO |
Roma (11 Settembre 2014)
– I numeri parlano chiaro e non lasciano dubbi. Nell'ultima
stagione di caccia i morti sparati dai cacciatori o in incidenti di
caccia sono stati 56 di questi 15 uccisi dalle fucilate di cacciatori
mentre altri 41 sono morti per cause collaterali. L'età media dei
morti dell'ultima stagione di caccia si aggira attorno ai 70 anni tra
i cacciatori stessi. Mentre cresce l'età media dei possessori di
permesso di caccia che sale oltre i sessantanni, nel corso di questo
2014 nonostante negli ultimi anni siano stati centinaia gli incidenti
di caccia con morti e feriti assisteremo ad una vera e propria parata
di cacciatori con il pannolone ma l'incontinenza è il minore dei
problemi, infatti molti di questi signori hanno problemi di vista
oltre che di prostata. Ma non è tutto secondo fonti di una delle
maggiori associazioni di cacciatori la Federcaccia mediamente ogni
anno i cacciatori oltre ad ammazzarsi e cavarsi gli occhi a fucilate
tra loro uccidono anche 2500 cani da caccia scambiati per lepri o
fagiani e presi a fucilate ed inoltre ne feriscono 2.000 e causano
danni a cose o persone in 900 casi. Secondo altre associazioni
venatorie questi dati sarebbero gonfiati e servirebbero a truffare le
assicurazioni. “I numeri sono incontrovertibili- ci dice Lorenzo
Croce presidente nazionale di AIDAA- qui non si tratta di posizioni
personali ma di numeri ufficiali riconosciuti e in alcuni casi
diffusi dalle stesse associazioni venatorie. Ora noi crediamo-
conclude Croce- che non sia accettabile questa somma di morti e
feriti ogni anno ai quali si sommano centinaia di migliaia di animali
ammazzati in una pratica ancestrale che viene definita come pratica
sportiva. I cacciatori dovrebbero pagarsi le spese ospedaliere, ma
sopratutto lo Stato dovrebbe mettere il limite di divieto di caccia a
60 anni in modo che oltre a ridurre il numero di cacciatori si riduca
ogni anno anche il numero di lutti e il numero di invalidi
permanenti”.