CASO ROBERTA GHEZZI: GLI ULTIMI (CLAMOROSI) SVILUPPI
La vicenda del sequestro dei cani
di Roberta Ghezzi a Busto Arsizio assume ogni momento dei contorni nuovi e francamente un poco inquietanti. Lasciando
perdere quelle che sono le diverse posizioni mi limito a citare i fatti di cui
sono venuto a diretta conoscenza in questi giorni e per i quali vale la pena
aprire una seria riflessione. Partiamo da ieri pomeriggio quando ricevo una
telefonata di un signore che conosce molto bene da vicino la situazione pregressa.
Parlando scopro che la signora Roberta era gia nota alle forze dell’ordine in
quanto negli anni scorsi contro la sua persona erano state presentate diverse
segnalazioni, ma anche una denuncia e un esposto sulla maltenuta dei suoi cani,
a dire delle persone che mi hanno contattato la denuncia e l’esposto (anzi due
esposti inviati a due diversi sindaci di Busto Arsizio nell’arco di 15 anni tra
cui l’ultimo all’attuale sindaco Gigi Farioli) non avevano sortito effetti, ma
era noto a tutti che la signora in questione non fosse semplicemente una
persona che teneva male gli animali ma era di fatto una allevatrice abusiva di
cani, in particolare molossi. Che Roberta Ghezzi non voleva castrare o
sterilizzare i suoi animali, lo posso confermare per conoscenza diretta in
quanto fu lei a dirmelo durante l’unico incontro di un certo rilievo che
abbiamo mai avuto ad un ricevimento per una raccolta fondi a favore
dell’associazione Vita una Zampa per la Spagna avvenuto a Vanzago nella
primavera dello scorso anno. Ma sempre secondo le testimonianze dei vicini in
procura dovrebbero esserci copie di queste denuncie e in comune a Busto
dovrebbero essere protocollati anche i due esposti. Rimane da capire come sia
possibile che in quindici anni non si sia mai avuto il buon senso di seguire le
segnalazioni che pervenivano da diverse parti e tutte coincidenti: allevamento
abusivo di cani tenuti in condizioni pessime. La seconda notizia che ho appreso
nei giorni scorsi è che la scorsa settimana avvisata probabilmente dalle persone
che stavano per procedere alla denuncia e poco prima del blitz Claudia Conte la
presidente dell’associazione Vita avrebbe portato via alla Ghezzi un cane di
razza galgo (spagnolo) ora non è ancora dato sapere se quel cane si trovava
dalla “volontaria” in semplice affido temporaneo, il stallo, oppure in pensione
oppure se il cane gli era stato affidato. In ogni caso questa è la prova
diretta che la Ghezzi ospitava cani dell’associazione Vita. Ma non solo,
infatti secondo un post pubblicato ieri sulla mia pagina facebook da una certa
Fra .... (COPIA inviata alla magistratura) risulterebbe che la Ghezzi aveva anche un cane (Baron?)
tenuto a pensione che gli sarebbe stato tolto dalla signora Serena Canizzaro
responsabile di ando perreras un sito che si occupa di adozioni spagnoli a
largo raggio e che infine tra i cani sequestrati ed ora al sicuro in canile ve
ne sono alcuni intestati ad altre persone che sarebbero riconducibili ad altri
gruppi che operano con i cani spagnoli di cui non sono in grado di fare
esattamente i nomi dei responsabili. Fin qui il quadro piuttosto inquietante,
appare infatti evidente che di questa persona si fidassero in parecchi, ma che
forse altrettanto frettolosamente si siano appoggiati a lei senza i dovuti
controlli. Ora che i cani spagnoli fossero fatti uscire dalla perreras per
salvarli dalla pena di morte è opera altamente meritoria, ma che non si
provveda a fare dei controlli a una che da anni stalla cani, e che ha subito
denunce e esposti da parte dei vicini e che in passato allevava cani forse in
maniera abusiva che dichiara pubblicamente di essere contraria alla
sterilizzazione dei medesimi è quantomeno da ingenui. Ora in tutto questo si
intrecciano diverse cose, diverse situazioni, e ci si pongono alcune domande?
Ad esempio visto come sono stati ritrovati i cani nella casa della signora i
due cani tolti nei giorni scorsi da Vita e dalla signora Canizzaro (stando al
post) in quali condizioni di salute sono stati ritrovati? Sono stati fatti i
controlli? E se i cani non erano in condizione di salute ottima ma presentavano
precarietà si è proceduto subito a segnalare la cosa alle autorità competenti?
E se non è stato fatto perché? Viene anche da chiedersi come sia possibile che
a fronte di cosi tante segnalazioni la ASL di Busto non abbia trovato il tempo
(o la volontà) di monitorare costantemente la situazione in cui venivano tenuti
non uno o due ma bensi tredici o quattordici cani (forse anche di più). Perché
il sindaco di Busto non ha dato corso ai controlli in seguito all’esposto dei
vicini?? Che fine ha fatto la denuncia presentata due anni fa? Domande queste
che sorgono partendo dal dato di fatto che le informazioni ricevute
corrispondono al vero. Domande che non vogliamo tenere per noi ma che abbiamo
infilato in un bell’esposto inviato alla procura di Busto nella persona del PM
Parola titolare di questa inchiesta. Le risposte a queste domande le persone
interessate non le dovranno dare a noi. Noi a differenza loro non facciamo
scrivere da avvocati e non ci affidiamo solamente a facebook o ai blog
denigratori per avere delle risposte. Poniamo i nostri dubbi nero su bianco
alla magistratura ed essa le persone a vario titolo implicate seppure in
maniera indiretta in questa vicenda dovranno fornire risposte sul perché i cani
si trovassero lì (se erano in pensione addiritutta in una pensione non
autorizzata ed in nero)e sul perché a fronte di questa situazione si è taciuto
o si è voluto tacere. Troppa gente non poteva non sapere, ora ci aspettiamo che
alla magistratura dicano quanto da loro conosciuto e chiariscano una volta per
tutte questa situazione, perché è troppo facile oggi gettare la croce addosso
solo a Roberta (che se ha sbagliato pagherà) facendo finta di non conoscerla
quando fino a ieri gli si affidavano cani (magari pagando una pigione) e la si
osannava come la salvatrice dei pelosi.
Lorenzo Croce