venerdì 10 febbraio 2012

CANI SPAGNOLI: QUEL GIRO CHE FA CAPO ALLA “MORETTINA”


CANI SPAGNOLI: QUEL GIRO CHE FA CAPO ALLA “MORETTINA”

La chiamano la morettina, qualcuno che la ama meno la chiama la piccoletta. In realtà il suo nome importa poco, anche perché rispetto al fenomeno che intendiamo analizzare  lei è una delle tante, se vogliamo marginale quasi invisibile nella persona, non certo nel ruolo. Stiamo parlando di quella strana organizzazione tutta online che raccoglie fondi, sistema cani, trova stalli, organizza viaggi ma che in realtà appare molto raramente, anche perché spesso si pone come un vero e proprio network a cui associazioni, gruppi di privati organizzati, singole persone che si sono dati come obbiettivo quello di salvare dalla pena di morte i cani della perreras si rivolgono per avere visibilità, far pubblicare le fotografie dei propri cani da adottare o semplicemente chiedere informazioni su come adottare un cane, e fare versamenti di contanti, tanti versamenti di contanti, che permettono di salvare, curare e trasportare i cani dalle perreras spagnole nel Bel Paese e in buona parte di questi casi trovare loro una famiglia, o in via alternativa una gabbia dove aspettare di trovare una famiglia, e poco importa se questa gabbia è di quelle di persone come la cara signora Ghezzi o di altre canare simili, poco importa se i cani una volta arrivati prendono la strada di pensioni in Emilia, o in Puglia (regione dove è nota la carenza di cani da fare adottare vero??) o in Sicilia e magari poco importa se queste pensioni si trovano di fianco a canili da dove ogni tanto parte qualche camion di cani destinati alla Germania o gli altri paesi del nord Europa dove in linea di massima un cane spagnolo, transitato per un canile pugliese, dovrebbe trovare casa magari a Berlino, poco importa poi se quella casa in realtà è uno stabulario ed il tavolo dove finisce il cane non è quello del veterinario ma quello di un laboratorio clandestino. Quello che conta è che quel cane sia scampato alla perreras dove , poverino sarebbe stato ammazzato,poco importa dicevo se poi finisce sul tavolo di un vivisettore, pace vorrà dire che è stato sfortunato. Insomma un opera altamente meritoria, questa dei network web che si occupano di salvare i cani spagnoli e attorno ai quali girano fior di soldini (ovviamente senza un bilancio, senza un riscontro ufficiale, senza nulla. Tutto sulla parola. Tutto cash). Ce ne sono diversi con nomi ammiccanti, ma quello di cui vogliamo parlare è quello più attivo, quello diretto dalla morettina, dal quale sito quasi tutti sono passati (ci risultano estranei i cani salvati dal Progetto Animalista e dal gruppo che fa capo a Sonia Reti),tutti hanno lasciato un “offerta speciale” per coprire le spese veterinarie, quelle di trasporto, di microchippatura e quant’altro serve per tirare fuori quei cani dalle perreras. Tutto quanto e quant’altro. Ora di questo ambiente si sta interessando da vicino qualcuno che vorrebbe vedere i conti, capire come vengono gestiti i soldi, a chi sono intestati i cani, come mai i cani portati da tizio, caio e sempronio poi sono intestati a Qui, Quo, e anche ai tre piccoli porcellini. Un giro che appare imponente e che ha attirato la curiosità non solo degli addetti ai lavori ma anche di chi si occupa di altri aspetti che non siano solo quello di salvare i cani (opera meritoria) e di leggere gli annunci dei cani salvati dalla perreras e che in fondo senza colpo ferire vorrebbero vederci un po più chiaro in quei giri di quattrini che ruotano  li attorno ma veder chiaro anche in quei giri di cani spagnoli intestati a strani prestanome che poi spuntano fuori dai posti più improbabili. Sia ben chiaro molto spesso la morettina ed il suo network si occupano solo di pubblicare fotografie e di mettere in contatto offerta e richiesta. Un lavoro meritorio senza dubbio che permette la salvezza di cani e apre la gioia alla famiglie che ritrovano con fido un poco di serenità. Ma rimane quella curiosità di capire, di sapere, di andare a fondo nelle cose, di verificare, quella curiosità chiamata voglia di trasparenza. E anche quell’altra curiosità di cui si stanno occupando “gli addetti ai lavori” di capire cioè e capire fino in fondo che percorso seguono gli altri cani, quelli meno fortunati di cui non vediamo le foto sui siti e sulle pagine facebook insieme alle loro meravigliose famiglie ma che ogni tanto vediamo spuntare qua e la come fossero la punta di iceberg di cui ancora non si conosce fino in fondo la superficie. Noi in fondo facciamo solo da apripista.
Lorenzo Croce