martedì 25 giugno 2024

QUALI CAUSE PER LA MORTE DELL'ORSO MARSICANO TROVATO A ROCCA PIA?

ROCCA PIA (25 GIUGNO 2024)La carcassa di un esemplare di Orso bruno marsicano maschio di circa 10 anni è stata rinvenuta circa due settimane fa all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise tra i comuni di Scanno e Rocca Pia nell'Aquilano. Ora a distanza di due settimane gli animalisti dell'ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED AMBIENTE AIDAA si chiedono se gia si conoscono le cause della morte dell'orso o comunque di conoscere i tempi per i risultati dell'autopsia. "Si era subito escluso che si trattasse di un azione dei bracconieri- scrivono in un loro comunicato gli animalisti- ma sarebbe interessante conoscere i risultati dell'autopsia per capire effettivamente se l'orso sia morto a causa di uno scontro con un altro orso oppure sia morto per altre cause".


GLI ANIALISTI CHIEDONO L'ARRESTO IMMEDIATO PER I 2 ASSASSINI DEL CANE GIORGIO

 PORTA GALERIA (ROMA 25 GIUGNO 2024)  Gli assassini del caneGiorgio rapito domenica, poi ucciso a coltellate e la sua carcassa gettata nel torrente romano Galleria nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Galeria a Roma sono due fratelli di cui le forze dell'ordine conoscono le generalità in quanto sono stati individuati e denunciati proprio per questo barbaro reato. Ma gli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali  ed Ambiente non ci stanno e chiudono per i due fratelli l'arresto. "E' un abominio, una vera crudeltà inaudita gratuita- scrivono gli animalisti nel loro comunicato- questi due criminali vanno arrestati e vanno arrestati subito per il grave reato che hanno commesso".


lunedì 24 giugno 2024

ORSO MARSICANO AFFAMATO VISITA 6 POLLAI E SI MANGIA PARECCHI POLLI

  E’ stato avvistato anche sulla ferrovia, ma il suo passaggio lo hanno subíto soprattutto gli allevatori tra Castel di Sangro e Scontrone, dove almeno sei pollai sono stati visitati negli ultimi giorni da un orso bruno marsicano che ha divorato decine di galline e rotto alcune arnie di api. Si tratta di un esemplare “sconosciuto” ovvero non radiocollarato e che, per questo, è difficile da monitorare. Le incursioni sono state denunciate ai carabinieri-forestali che, insieme ai guardia parco, stanno cercando di controllare gli spostamenti del plantigrado: una nuova “star” a quanto pare destinata a far parlare di sé nei prossimi mesi.

I danni sono stati ingenti, lamentano i proprietari dei pollai, ma la preoccupazione è soprattutto per l’animale per tutelare il quale non sono escluse nelle prossime ore ordinanze da parte dei sindaci sulle zone frequentate di recente dall’orso.


BARI 6 CANI LANCIATI SULL'ASFALTO BOLLENTE DA UN FURGONE IN CORSA

 Abbandonati alle due di pomeriggio, con oltre 40 gradi, nei pressi dello stadio San Nicola: lanciati da un furgone che "hanno rincorso disperatamente e inutilmente". A denunciare la triste storia di abbandono di sei cagnolini, sono sui propri canali social i volontari del Canile sanitario di Bari.

"L’asfalto era bollentissimo - raccontano - erano già affamati e provati dopo essere rovinati al suolo e, nonostante tutto, tentavano di raggiungere colui che consideravano il loro proprietario. Hanno rischiato di provocare incidenti stradali e di morire, per poi gettarsi a terra collassati. Ora, in gabbia. Parole, già da tempo, non ce ne sono più. Gabbie, neanche".


domenica 23 giugno 2024

KILLER DEI GATTI A PALO DI COLLE. UCCISI CON IL VELENO OLTRE 20 GATTI

 


I residenti di Palo del Colle la definiscono una ennesima strage di gatti randagi, con almeno venti carcasse rinvenute negli ultimi giorni. Gli animali sarebbero stati avvelenati da una persona che è stata segnalata più volte nei gruppi sui social network. Nel quadrilatero della cittadina in provincia di Bari - viale della Resistenza, via Nunziante, via Nenni e via Pastore - sarebbero state lasciate delle esche contaminate e addirittura varichina spruzzata sul cibo, proprio nell'area presidiata dalle colonie feline.



sabato 22 giugno 2024

ZUFFA TRA CANI A BELLUNO. UNO E' SCAPPATO

 BELLUNO. Attenti ai cani, Una zuffa a quattro zampe, a mezzogiorno, a fianco di Palazzo Rosso. Pieno centro, in una tarda domenica mattina. Ma hanno dovuto per forza partecipare alla violenta discussione anche i rispettivi, preoccupatissimi padroni. Se non altro per provare a calmare i cani e riportarli a cuccia. Una delle bestiole si è anche persa in giro per la città, dopo essere scappata in preda ad un grande spavento. Era appena stata azzannata da un cane più grande di colore nero, mentre il terzo, un husky o almeno qualcosa di molto simile veniva trattenuto a terra con la forza, addosso alla sede comunale. I tre animali si sono incrociati all’altezza del passaggio pedonale che porta giù, al parcheggio di Lambioi, ed è scoppiato un mezzo finimondo, tra zampate, morsi e grida di aiuto degli umani.

Ad avere la peggio proprio il cane di taglia più modesta, che è stato gravemente ferito da quello di colore scuro. Quest’ultimo ha mollato la presa soltanto a forza di calcioni da parte di un uomo, mentre la signora era a terra spaventatissima. Tutto questo non è avvenuto in silenzio, tra guaiti e urla disperate. La baruffa ha richiamato un certo numero di persone e qualcuno si è impegnato nella ricerca di una soluzione, il più possibile pacifica e indolore. Ma metti che passa un bambino, proprio in quei momenti, meglio non immaginare quello che può succedere, in mancanza di guinzagli o museruole.

Una volta libero dalla presa, il cagnolino ha cercato un rifugio dall’altra parte della strada, sotto le Poste, rischiando di essere travolto da un automobilista di passaggio verso piazza Duomo. A quel punto, se ne sono perse le tracce. La donna ha chiamato il 115 dei Vigili del Fuoco, che hanno cominciato le ricerche per le strade del centro, ma fino a ieri sera non c’erano stati risultati concreti. Non è che il cane si sia allontanato a chissà che velocità, ma evidentemente era così impaurito da andarsene il più lontano possibile, incurante degli inviti a tornare della padrona.


QUALI ANIMALI NON SONO CONSIDERATI DOMESTICI?

 Koala, iguane, pantere o una scimmia: sono animali che, spazi e impegni permettendo, si possono, almeno in teoria, tenere in casa in Italia come animali domestici?

La risposta è no. Non tutti gli animali possono essere considerati domestici e perciò non tutti si possono tenere in casa.

La legge, infatti, vieta il possesso in casa di alcuni animali, soprattutto alcune categorie di animali definiti solitamente “esotici”, perché molti di questi sono rari o in via d’estinzione, oppure perché potrebbero essere pericolosi o aggressivi.Sempre più famiglie italiane possiedono un animale domestico: un cane, un gatto, un criceto. I più appassionati invece si avventurano nell’impegno di prendersi cura di animali domestici esotici, come le iguane o i serpenti.

Il possesso di alcuni di essi però può essere vincolato da certe limitazioni, disciplinate dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (il cui acronimo è CITES).

Esiste infatti una lista delle specie animali vietate e concesse in casa e chi non rispetta le indicazioni rischia pene molto severe: dall’arresto con fino a 3 anni di reclusione, a multe fino a 150mila euro.

Un discorso a parte riguarda i cani “aggressivi”. Al contrario di quanto accadeva in passato, non esistono infatti più specie definite come pericolose a priori.È vietato, ad esempio, tenere in casa animali come lupi, orsi, marmotte, castori, volpi, cerbiatti e cinghiali, perché sono classificati nella categoria degli animali selvatici, la cui detenzione è illegale, poiché sono animali autoctoni la cui vendita e cattura sono vietate.

In Italia è presente anche il Decreto del Ministro per l’Ambiente del 19/4/1996, modificato con Dm del 26/4/2001, che vieta il possesso di alcuni animali, perché ritenuti potenzialmente pericolosi e di cui è proibita la detenzione.Nell’elenco, che comprende circa 10 ordini animali e 54 famiglie della classe dei mammiferi e dei rettili, troviamo:

  • elefanti;
  • tigri;
  • pantere;
  • iene;
  • scimmie;
  • lontre;
  • lemuri;
  • alligatori;
  • varie specie di serpenti (come il serpente corallo, l’anaconda, il mamba e la vipera);
  • aracnidi pericolosi.

venerdì 21 giugno 2024

PRESICCE.- GATTO MORTO SULLA PORTA STUDIO DEL SINDACO. ANIMALISTI PRESENTANO ESPOSTO

 PRESICCE (LE 21 GIUGN 2024) Sul ritrovamento della carcassa di gatto morto davenati alla porta dello studio legale del sindaco interviene l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA:"Intanto esprimiamo al sindaco tutta la nostra solidarietà- scrivono gli animalisti di AIDAA- ma da animalisti ci concentriamo sul povero gatto, pesenteremo nei prossimi giorni un esposto per chhiedere indagin approfondite sia sulle cause della morte del gatto sia sopratutto per scovwrne il responsabile e punirlo".



PRESICCE. GATTO MORTO LASXIATO DAVANTI ALLO STUDIO LEGALE DEL SINDACO

 PRESICCE/ACQUARICA - La carcassa di un gatto morto da alcuni giorni è stata lasciata davanti allo studio legale del sindaco di Presicce-Acquarica, avvocato Paolo Rizzo. E’ stato lo stesso sindaco a darne notizia sui social postando anche una foto.«Se volevano intimidirmi - scrive - sappiano che hanno sbagliato bersaglio, perché non mi faccio intimidire da nessuno. E se volevano estremizzare la segnalazione di un problema sappiano che questi sono metodi mafiosi».

Rizzo non ha escluso che si possa trattare anche di uno scherzo sebbene di pessimo gusto, e ha annunciato di aver informato i carabinieri che indagano per capire la matrice del gesto e individuare i responsabili.


giovedì 20 giugno 2024

COME PROTEGGERE IL TUO CANE DAL CALDO TORRIDO

 ROMA (20 GIUGNO 2024) E' arrivarto il grande caldo e come ogni anno si rinnova l’appello dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) a tutti gli italiani proprietari di cani è  molto chiaro e diretto: “Non lasciate mai i vostri cani sul balcone senza dare loro la possibilità di entrare in casa, ed ancora peggio non lasciateli in questo periodo di caldo intenso, dove si stima che nei prossimi giorni in alcune località le temperature possono superare i 40 gradi i vostri cani potrebbero stare male e morire”. Ecco di seguito alcuni consigli stilati dagli esperti dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente su cosa fare se si vedono cani abbandonati sul balcone o chiusi sotto il sole in un’automobile.

SE VEDETE UN CANE A DISAGIO ABBANDONATO SUL BALCONE

Se si conosce il padrone si deve intervenire subito con lui invitandolo a mettere il cane in sicurezzaQualora non si trovi il padrone ed il cane rimane oltre quattro ore al sole, chiamare subito i carabinieri, la polizia o i vigili urbani o le guardie ecozoofile in modo che possano intervenire per metterlo in sicurezza. Allo stesso tempo occorre avvertire il veterinario asl o un veterinario di zona che interverrà a sua volta presso le forze dell’ordine per chiedere di mettere in sicurezza il cane, oppure chiamare le associazioni protezionistiche di zona.

SE VEDETE UN CANE IN AUTO SOTTO IL SOLE

Per prima cosa dobbiamo accertarci che ci sia effettivamente una situazione di pericolo per il cane. Se la temperatura esterna è molto elevata e l’auto è al sole, è probabile che ci sia un forno dentro l’abitacolo. Poco importa che ci siano 5 centimetri di finestrino aperto. La temperatura sarebbe comunque eccessiva. Un cane che salta da una parte all’altra dell’abitacolo e vi abbaia quando vi avvicinate al finestrino può trarre in inganno. Ci sta chiedendo aiuto? Non proprio. Sta semplicemente difendendo il suo territorio (l’auto è anche sua). Se è molto attivo è probabile che la temperatura del suo corpo non abbia ancora raggiunto temperature elevate.


CANE MORTO AVVELENATO IN PROVINCIA DI CATANIA

 CATANIA – Un cane è stato ucciso con il veleno a Camporotondo Etneo, in provincia di Catania. A renderlo noto il Partito Animalista italiano, che ha presentato un esposto alla Procura del capoluogo etneo. Il cane è stato trovato agonizzante in via Falcone da una volontaria, ma nonostante i soccorsi il cane non è riuscito a salvarsi.Michy, come era stato chiamato dai volontari che hanno soccorso – ha trovato la morte in una strada periferica dove in passato si sono già registrati altri casi di avvelenamento


mercoledì 19 giugno 2024

MORTE ORSA F36. NON CI SONO I RISULTATI DELL'AUTOPSIA

  Il 30 luglio 2023 l’orsa F36 aveva seguito due escursionisti sui monti sopra Roncone, nelle Giudicarie. Un episodio classificato da Ispra e dalla Provincia quale corrispondente al livello di pericolosità 15 su 18 del Pacobace (fattispecie “orso attacca con contatto fisico per difendere i propri piccoli”), per il quale il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali prevede la rimozione.
Una settimana dopo l’attacco, il 6 agosto 2023, sempre sul territorio comunale di Sella Giudicarie, un’altra coppia di escursionisti aveva subìto un falso attacco da parte di F36. L’animale era stato catturato ai fini dell’applicazione del radiocollare e rilasciato il 29 agosto 2023.

Il 7 settembre 2023 era scattato il ecreto di abbattimento dell’animale a firma del presidente della Provincia, successivamente sospesa dal Tar di Trento e dunque modificata in ordine di cattura. Le attività condotte nei confronti di F36 per eseguire l’autorizzazione alla rimozione non hanno avuto successo. Il 27 settembre 2023, la carcassa dell’animale è stata rinvenuta morta in val di Bondone (comune di Sella Giudicarie).
Il 25 ottobre 2023 il Tar ha infine dichiarato l’improcedibilità dei ricorsi proposti dalle associazioni animaliste contro la rimozione dell’animale, alla luce della sua morte. Il 19 febbraio 2024 era stato comunque presentato appello al Consiglio di Stato e dunque la Provincia ha depositato la documentazione in proprio possesso il 30 maggio, tra cui quella relativa all’esame autoptico di un esemplare diverso da F36. Un errore materiale compiuto evidentemente in buona fede, dato che l’Amministrazione non è ancora entrata in possesso della documentazione relativa agli esami necroscopici compiuti sull’animale dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, come peraltro riportato anche nel Rapporto Grandi carnivori 2023 di recente pubblicazione.

LA STRAGE DI DONNOLE PER REALIZZARE I PENNELLI

 Non ne se parla abbastanza. Sembra quasi che il non sapere ci protegga dal dolore che proveremmo se venissimo a conoscenza di quello che si cela dietro ai pennelli per la pittura. Morbidi, precisi ed eleganti…ma quanti sanno che i pennelli Kolinsky sono fatti con code di donnole siberiane maschi, che si trovano nelle meravigliose foreste di Russia e nord della Cina? Non a caso, i famosi pennelli prendono il nome proprio dal nome russo di questo animale: kolinsky.

Per quanto sia poetico dipingere, purtroppo, utilizzando questi pennelli, non c’è nulla di diverso da indossare una pellicciLa PETA riporta “Alcuni animali la cui pelliccia viene utilizzata per la produzione di pennelli, vengono catturati in natura usando trappole e lacci con mascelle d'acciaio e molti di loro muoiono congelati prima del ritorno dei cacciatori. Altri vengono gassati nelle loro tane o picchiati a morte con bastoni. In alcuni casi, come con cinghiali, buoi, tassi, capre e cavalli, il pelo può essere tagliato o strappato mentre l'animale è ancora vivo”
Il vero problema alla base è che spesso per ingannare i consumatori, i pennelli non Kolinsky (anche quelli per il make-up) sono spesso privi di etichetta o etichettati in modo errato. Vengono a volte venduti come peli di "zibellino” ma non provengono affatto dagli zibellini: provengono da visoni o donnole e alcuni di questi animali sono considerati in via di estinzione. I peli di "cammello" possono provenire da scoiattoli, capre o una combinazione di animali diversi. I peli di bue vengono strappati dalle orecchie e quelli di "pony" possono essere presi dalla schiena o dalla criniera dei cavalli.a. Anzi. Ed è tutto legale, alla luce del sole, e anzi, ben sponsorizzato!
E allora perché ancora pochissimi consumatori sono coscienti di questo commercio? 


martedì 18 giugno 2024

CANI AVVELENATI A SAN PIETRO INFINE. TAGLIADI 3.000 EURO SULLA TESTA DEI RESPONSABILI

 SAN PIETRO INFINE (CASERTA 18 GIUGNO 2024) C'è una mano ignota in questo piccolo paese in Terra di Lavoro a confine tra Molise, Campania e Lazio. Una mano ignota che sparge veleno e sta decimando i cani del paese . Purtroppo il fenomeno della distribuzione dei bocconi avvelenati con il chiaro intento di ammazzare cani e gatti randagi è diffuso in tutta Italia, ma spesso nei piccoli paesi la mano avvelenatrice è convinta di farla franca proprio per la mancanza di controlli. Non sarà cosi a San Pietro Infine dove l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA ha deciso di intervenire con una denuncia per il momento contro ignoti e con una taglia sulla testa dell'avvelenatore o degli avvelenatori di 3.000 euro che sarà pagata a chi con la propria denuncia formale rilasciata davanti alle forze dell'ordine e con la successiva testimonianza aiuterà a individuare e far condannare in via definitiva il responsabile o i responsabili di tali orrendi crimini.



PROCESSO AL CARABINIERE CHE HA SPARATO ALLA CAGNOLINA

 



«Sono dispiaciuto, ho sparato perché avevo paura». È in corso il processo per il carabiniere che il 4 ottobre 2019 al porto dell’Isola del Giglio ha ucciso con due colpi della propria pistola d’ordinanza la canina Hollie. Dopo la denuncia della padrona, il pm della procura di Grosseto lo aveva giudicato “uno spiacevole e triste episodio” ma il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di archiviazione.

ALLARME BOCCONI AVVELENATI NEL TORINESE

 Cresce l’allarme tra i residenti di Via Vetta a Caselle Torinese, dove sono stati rinvenuti bocconi pericolosissimi per i cani: wurstel farciti con chiodi e spille. La segnalazione è arrivata da una preoccupata proprietaria di cani, che ha lanciato un appello a tutti i residenti e frequentatori della zona per prestare la massima attenzione.

La proprietaria di cani ha raccontato: "Per tutti quelli che vivono e passano in Via Vetta con i propri cani fate attenzione, ne ho trovati 2 per la strada e 1 nel cortile". La scoperta è stata fatta mentre passeggiava con i suoi cani, e il ritrovamento di questi bocconi è stato subito segnalato alle autorità competenti.



lunedì 17 giugno 2024

LA STRAGE DEI CANI DI SAN PIETRO INFINR

 San Pietro Infine – C’è una mano, al momento sconosciuta, che sta decimando un gruppo di cani nel piccolo paese che segna il confine fra Lazio, Molise e Campania. Le esche avvelenate sono “armi” facili che colpiscono inesorabilmente i poveri animali che muoiono in poco tempo. Le carcasse sarebbero rimaste a terra per diverso tempo prima della rimozione; un recupero – riferiscono alcuni residenti – non effettuato dall’Asl, come previsto dalla norma, bensì da qualche operatore ecologico.


ORSO A PASSEGGIO A MULE' IL SINDACO VUOLE ABBATTERLO. (E FUGATTI ANCHE)

 Nella Val di Sole, in provincia di Trento, si è registrato un aumento degli avvistamenti di orsi nelle aree urbane. Per questo motivo il comune di Malè richiede interventi urgenti "per evitare che in futuro avvengano accadimenti dolorosi e drammatici", come l'episodio dello scorso anno in cui il runner 23enne Andrea Papi è stato mortalmente aggredito da un orso nei boschi della Val di Sole.Nella Val di Sole, in provincia di Trento, si è registrato un aumento degli avvistamenti di orsi nelle aree urbane. Per questo motivo il comune di Malè richiede interventi urgenti "per evitare che in futuro avvengano accadimenti dolorosi e drammatici", come l'episodio dello scorso anno in cui il runner 23enne Andrea Papi è stato mortalmente aggredito da un orso nei boschi della Val di Sole.


ALLARME A PALERMO. RAGAZZA SALE SU UN TETTO PER SALVARE UN GATTO E SI PENSA AL SUICIDIO

 

Intervento dei vigili del fuoco a Palermo dopo che una ragazza è stata vista sul tetto mentre tentava di recuperare il suo gatto.

Un episodio che poteva trasformarsi in tragedia si è risolto con un lieto fine ieri mattina in via Celso a Palermo, grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco.Una ragazza, erroneamente ritenuta in procinto di suicidarsi dai vicini preoccupati, era in realtà impegnata in un disperato tentativo di salvare il suo gatto.

La vicenda ha avuto inizio quando alcuni residenti hanno notato la giovane donna calarsi con una corda dai tetti dei palazzi adiacenti. Interpretando la scena come un possibile suicidio, hanno immediatamente allertato i soccorsi.

I vigili del fuoco, arrivati prontamente sul posto, hanno scoperto che la situazione era ben diversa: la ragazza stava cercando di recuperare il suo gatto fuggito.

Dopo aver salvato l’animale, la ragazza si è trovata impossibilitata a risalire a casa utilizzando la stessa corda. In suo soccorso, i vigili del fuoco sono intervenuti per assicurare un rientro sicuro sia per lei che per il suo piccolo amico a quattro zampe.

Questo insolito salvataggio ha sollevato questioni importanti sulla sicurezza e su come le percezioni possano spesso essere fuorvianti. Fortunatamente, grazie alla rapida risposta dei vigili del fuoco e alla collaborazione dei cittadini, l’evento non ha avuto gravi conseguenze.


PERDE LA VITA IN UN INCIDENTE IL CARABINIERE FORESTALE PULSINATI

 Non c’è stato nulla da fare per Luca Pulsinelli, 50enne originario del sorano, che ha perso il controllo della moto ed ha finito la sua corsa contro un muretto. 

Ha perso la vita sulla strada provinciale 83 Marsicana, che stava percorrendo nel tardo pomeriggio di sabato 15 giugno per tornare a casa, in Valcomino, al termine del suo servizio a Villetta Barrea (AQ) come carabiniere forestale.

Un drammatico quanto inutile soccorso degli operatori del 118 e l’altrettanto tragica constatazione di quanto accaduto da parte dei militari dell’Arma, colleghi della vittima. 


domenica 16 giugno 2024

SOVERATO. TENTA DI RUBARE IL CANE A UN PASSANTE. ARRESTATO

 Un cittadino reggino ha richiesto l’intervento della Polizia di Stato perché, in una via del centro di Reggio Calabria, era stato aggredito, percosso e gettato a terra da uno sconosciuto che riusciva a sottrargli il cane, un Bichon Havanais, che teneva con se.

La vittima, con evidenti escoriazioni alle braccia, è riuscita a dare agli Agenti delle Volanti una descrizione del rapinatore che veniva individuato in centro città mentre minacciava di morte il proprietario del cane che, intanto, lo aveva intercettato per strada con l’intento di avere indietro il suo cane.


Il malvivente, un 32enne straniero, è stato fermato ed identificato e, nel suo appartamento, gli Agenti delle Volanti hanno rinvenuto il cane che è stato restituito al suo legittimo proprietario.

Il rapinatore è stato arrestato per rapina e lesioni personali e la vittima è stata curata dal personale medico intervenuto, con una prognosi di 10 giorni salvo complicazioni.

L’autorità Giudiziaria, informata di quanto accaduto, ha convalidato l’arresto e disposto per l’uomo l’obbligo di firma 2 volte al giorno presso la Polizia Giudiziaria.

LA PROVINCIA DI BRESCIA CAPITALE DEI BRACCONIERI E DEL BRACCONAGGIO

 a provincia di Brescia è la regina del bracconaggio: qui dall’1 febbraio 2015 al 31 gennaio 2016 sono state denunciate 236 persone, e cioè il 17,9% del totale in Italia (1324). È quanto hanno rilevato la Lega per l’Abolizione della Caccia e il CABS (Comitato contro l’uccisione degli uccelli) nel «Calendario del cacciatore bracconiere 2015-2016 – Una rapida analisi della caccia illegale in Italia». Emerge dalla ricerca che a Brescia la vigilanza del WWF sorprenderebbe a bracconare un cacciatore su quattro, mentre secondo dati forniti dalle polizie provinciali nelle altre province sarebbe un cacciatore ogni dieci.

«Spesso i reati riscontrati in altre province vanno “addebitati” a cacciatori provenienti da Brescia» si sottolinea nel rapporto. Dove si legge anche che i reati venatori si distribuiscono su praticamente tutto il territorio nazionale, con 95 province interessate su 110. In Italia nel periodo in esame ci sono stati 596 casi di reati rilevanti contro la fauna selvatica, soprattutto uccelli, 110 in meno rispetto al periodo precedente ma in crescita rispetto al 2013-14. Le persone denunciate sono state 1324. I reati venatori, rileva sempre il rapporto, sono compiuti per il 77,8% da cacciatori, in possesso di licenza di caccia o che l’hanno avuta in un recente passato.

Dopo Brescia vengono Caserta, Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Cagliari. A livello regionale, la prima in classifica per bracconaggio è la Lombardia (24,9%); seguono Campania (16%), Toscana (9,9%) e Sicilia (7,5%).

«Da anni chiediamo provvedimenti per inasprire le ammende, rimaste ferme al 1992 - ha dichiarato in una note Katia Impellettiere, delegata LAC di Brescia -. Chiediamo un rafforzamento della vigilanzasoprattutto in quelle aree a maggior bracconaggio come le valli bresciane e bergamasche, le isole pontine e Ischia, lo Stretto di Messina, il Delta del Po. Eppure non cambia nulla, se non in peggio. Se non fosse per i volontari delle associazioni che si fanno promotori di circa un terzo dell'attività antibracconaggio nel nostro paese, molti gioielli d'Italia sarebbero in mano all'illegalità venatoria».


sabato 15 giugno 2024

SAREZZA. USA PUNTERIOOLO ELETTRICO DURANTE IL PALIO DEGLI ASINI. ESPOSTO DEGLI ANIMALISTI

 SAVAREZZA (LUCCA 15 GIUGNO 2024) Un esposto alla procuradella repubblica di Lucca verrà inviato lunedi dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente - AIDAA in merito al palio degli asini che si + è svolto lo scroso 5 maggio a Savarezza in provincia Lucca. In quella occasione il fantino Augusto Vargiolo vincitore della corsa aveva usato un punteruolo elettrico sull'asino. Gli animalisti ora scrivono alla procura per chiedere indagini approfondite e non escludono una denuncia nei prossimi giorni a carico del fantino e del fantino e del presidente della contrada per il maltrattsmento di animali. Intanto una prima decisione è stata presa proprio dal consiglio delle contrade che ha squalificato sia il fantino che il presidente della contrada rispettivamente per 10 e 4 anni.



RIETI GREGORIO IL TERZO GATTO INVESTITO ED UCCISO NELLA STESSA VIA

 Fino a poco fa scorrazzava in cortile. Oggi, purtroppo, anche il paffuto Gregorio corre sul ponte dell’arcobaleno. Anche lui morto investito dalle auto che transitano in via Ferrari a Rieti, lì dove c’è una colonia felina che fa sopravvivere diversi gatti senza famiglia, lì dove i volontari ogni giorno portano acqua, cibo e cure.

Questi angeli umani, però, nulla possono contro la corsa delle macchine e la distrazione degli automobilisti o l’imprudenza dei felini, ed ecco che anche Gregorio, il terzo gatto in poche settimane, viene ucciso dagli pneumatici che nella notte lasciano la loro firma.

“Hanno ammazzato anche te amore nostro – commenta la volontaria Carmen – stramaledette macchine. Vola lassù. Papà ti mette a riposare per sempre con noi. Addio dolce Gregorio. Vi stanno portando via tutti e nei modi più strazianti.”


ARRIVANO I CANICHE PROTEGONO LE UOVA DI TARTARUGA FINO ALLA SCHIUSA

 A partire da questa estate i litorali italiani vedranno la presenza dei Tartadogs, i cani per la ricerca dei nidi di tartaruga marina: si tratta di un’innovativa forma di collaborazione tra esseri umani e animali per lavorare insieme alla salvaguardia della biodiversità. Celebreremo la Giornata Mondiale delle Tartarughe Marine (16 giugno) all’insegna di questa nuova alleanza tra specie.

Da fine giugno in Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Calabria, le unità cinofile, ognuna composta da un conduttore e un cane appositamente addestrato, affiancheranno il personale esperto, autorizzato dal Ministero dell’Ambiente, pronto a intervenire una volta individuato il nido, alla sua messa in sicurezza. Nello specifico l’attività dei Tartadogs è quella di velocizzare e ottimizzare l’individuazione dei nidi, laddove non siano presenti altri elementi esterni che ne permettano il riconoscimento a livello visivo, così da localizzare le uova che necessitano di protezione o ricollocazione. Infatti, le uova possono essere sepolte fino a un metro di profondità sotto la sabbia: un ostacolo anche per il più vigile occhio umano, ma un fatto che non rappresenta nessun ostacolo per il formidabile fiuto dei cani.
L’attività si colloca nell’ambito dal progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione europea, coordinato da Legambiente, e che vede coinvolto in prima linea l’Enci – Ente Nazionale Cinofilia Italiana, partner di progetto.
L’attività, basata su linee guida create proprio da Legambiente ed Enci, è un vero e proprio unicum a livello europeo, che vede un precedente soltanto in un singolo esperimento svolto negli Stati Uniti, in Florida, con un unico cane addestrato, come testimonia un articolo pubblicato sulla rivista scientifca Plos One. Ed è proprio questa l’assoluta novità italiana: la squadra di Tartadogs è composta da quattro cani, accompagnati da relativi conduttori, preventivamente selezionati e che hanno svolto per diversi mesi un addestramento specifico e regolare.
“Anni di proficua collaborazione tra Legambiente ed ENCI sono oggi pienamente valorizzati nel progetto LIFE Turtlenest e i primi quattro Tartadogs ne sono segno tangibile – dichiara Nino Morabito, Responsabile nazionale fauna e benessere animale di Legambiente – L’aver messo al centro il benessere animale unitamente all’approccio scientifico e al rigore di progress test per la validazione del percorso formativo impostato sono la migliore base per progetti innovativi a tutela di animali, persone, salute e ambiente”.
Si tratta di quattro unità (formate da un tartadog con conduttore) di tre razze diverse: due labrador (un maschio e una femmina), un Pastore Olandese e uno Springer Spaniel. Tutti i cani hanno, come i loro conduttori (due donne e due uomini), età ed esperienze differenti, ma pur nella diversità, il percorso formativo effettuato porterà le unità a poter restituire risultati e prestazioni omogenei.
Ovviamente, l’attività prevede che il benessere dei Tartadogs venga garantito. Infatti, le unità cinofile lavoreranno solo nelle primissime ore del giorno, quando le temperature sono ancora miti e adeguate alla ricerca. Inoltre, le modalità di attività sono tutte basate sul gioco tra conduttore e cane.
Durante la stagione, Legambiente ed Enci osserveranno le squadre in azione raccogliendo dati e informazioni, per poi confermare o eventualmente modificare le linee guida del protocollo, proprio secondo il percorso più corretto dell’approccio scientifico. Da questa sperimentazione, verrà prodotta poi una pubblicazione dedicata alla formazione delle unità cinofile nella detection dei nidi di tartaruga marina. Inoltre, a partire da questo lavoro, Enci, insieme a Legambiente ed ISPRA, darà vita alla prima scuola europea per le unità cinofile da conservazione, che partirà dal prossimo autunno.
Nel frattempo, però, Legambiente presenterà i Tartadogs in occasione delle tappe di Goletta Verde in Toscana all’inizio di luglio e in Puglia alla fine dello stesso mese.
Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti che nascono dall’aver sempre a cuore e cura dei nostri amici a quattro zampe, del prezioso lavoro dei loro allevatori e addestratori, dei bisogni dei cittadini e della difesa dell’ambiente – commenta Dino Muto, Presidente ENCI – Oggi le molteplici professionalità, competenze e alleanze, come quella consolidata con Legambiente, consentono ad ENCI di essere partner e portare con successo la cinofilia italiana nelle più innovative progettualità ed esperienze a livello mondiale.
Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di informazione e sensibilizzazione. Oltre al coordinatore Legambiente, partecipano al progetto europeo la Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; Università La Sapienza di Roma; Università di Barcellona; BETA Technological Centre (UVic-UCC); ENCI; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Regione Lazio, Agenzie per la protezione ambientale della Toscana. Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrà nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna, Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.



ARRIVANO I CATARIFRANGENTI ANTIATRAVERSAMENTO PER EVITARE CHE GLI ANIMALI SELVATICI ENTRINO IN STRADA

 Catarifrangenti blu sui delineatori di carreggiata che dissuadono gli animali selvatici dall’attraversare le strade extraurbane più trafficate. La luce dei fari dei veicoli riflessa dai catarifrangenti crea una barriera ottica di protezione, che scoraggia gli animali dal tentare l'attraversamento, riducendo così il rischio di incidenti. Dopo un’applicazione per smartphone che avvisa quando si attraversa una zona a rischio, quella dei catarifrangenti blu è un’altra azione utile a prevenire gli incidenti stradali con la fauna selvatica in Alta Valle di Susa.

L’azione è prevista da un innovativo progetto che la Città metropolitana di Torino e l’ANAS hanno realizzato e completato lungo il tratto della Strada Statale 24 che va da Gravere a Cesana Torinese e sulla Statale 335 tra Oulx e Bardonecchia. Gli interventi sono stati finanziati dal progetto europeo LIFE WolfAlps EU, dedicato al miglioramento della coesistenza tra lupi e attività umane, la cui azione C6 è volta a ridurre la frammentazione degli habitat naturali e a proteggere la fauna dell'Alta Valle di Susa.

I dati sugli incidenti stradali raccolti su tutto il territorio della Città metropolitana di Torino a partire dal 2002 mostrano come le specie selvatiche maggiormente coinvolte siano il capriolo e il cinghiale, ma vengono investiti anche cervi, lupi e camosci. La densità maggiore di incidenti nei 312 Comuni del territorio metropolitano si verifica proprio in Alta Valle di Susa, in siti in cui non c’è scampo per un animale che voglia attraversare una strada o la ferrovia.

Posizionate anche delle reti

Il posizionamento dei catarifrangenti blu anti-attraversamento sui delineatori di carreggiata non è l’unica azione messa in campo per ridurre il numero degli incidenti e la mortalità degli animali selvatici. Collaborando con ANAS, RFI e SITAF, i tecnici della Città metropolitana e dell’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie hanno effettuato sopralluoghi nei punti critici, frequentati da lupi e ungulati vittime di incidenti. In quei luoghi sono state installate reti che impediscono il passaggio agli animali e li indirizzano verso vie sicure: si tratta di alcuni sottopassi già presenti, che sono stati liberati dalla vegetazione e dai rifiuti, creando percorsi protetti che consentono di evitare eventuali collisioni. Dove non è stato possibile installare reti, sono stati posizionati i catarifrangenti.

Una campagna per la sensibilizzazione dei conducenti 

Lo strumento più potente per ridurre gli incidenti è la consapevolezza di ogni automobilista di non essere l'unico utilizzatore delle strade: per questo, lungo la Strada Statale 24 e lungo la Provinciale 214, sempre nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU, la collaborazione tra Città metropolitana di Torino e ANAS ha consentito l’installazione di cartelli che, attraverso un’immagine e uno slogan dal forte impatto emotivo – “Rallenta! La velocità uccide!” – ricorda ai conducenti che stanno attraversano una zona in cui il rischio di impatto con la fauna selvatica è elevato.



venerdì 14 giugno 2024

DA UN ANNO TORMENTAVA I VICINI. ORA GLI HA UCCISO IL CANE

 Da oltre un anno tormentava e terrorizzava i suoi vicini di casa, arrivando a uccidere il loro cane con una polpetta avvelenata. Un 35enne residente nelle campagne di Oristano è stato arrestato ed è ora in carcere con l'accusa di stalking e minacce nei confronti dei vicini. L'uomo era infatti stato denunciato più volte da due nuclei familiari che abitavano nei pressi della sua abitazione ed era già stato sottoposto ad obbligo di firma, ma negli ultimi mesi aveva iniziato a minacciare anche di morte i residenti delle due case poco lontano. 



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