venerdì 15 settembre 2023

SGOMBERATA LA CASA DELLA SERIAL KILLER DEI GATTI DI ROMA. NON SONO STATI TROVATI ANIMALI

 Un’enorme cassa blu è posizionata sotto quattro finestre aperte su via Ardea. Tutto attorno il silenzio di una mattina settembrina. Dopo qualche secondo un primo vestito che cade leggero. Dopo una scarpa. Qualche secondo di silenzio e ancora uno specchio, un mobiletto, un quadro, un’anta, poi ancora un vestito. 

Gli oggetti si accumulano minuto dopo minuto. Il silenzio è infranto a ogni oggetto gettato nel cassonetto blu. Una signora dal volto rugoso e con la sigaretta in bocca si avvicina a un funzionario del municipio dalla polo verde, che osserva l’andazzo con gli occhi disturbati dal sole. Dopo un tiro chiede a voce rauca: “Ma che state a fa’?”. “Uno sgombero, signora”, risponde il funzionario. “Ah, ma è la casa della gattara? So anni che va avanti sta storia”. E haÈ dal 2017 che, quella che viene chiamata la “serial killer dei gatti”, tormenta l’isolato, andando a caccia di gattini da portare con sé nella sua casa tra via Ardea e via Lavinio. Le finestre della sua casa sono spesso chiuse, buie. Alle volte, con il caldo forte, si sentono cattivi odori provenire dal primo piano. Questo perché la signora è un’accumulatrice seriale e quello terminato ieri non è il primo sgombero.  Abbiamo iniziato i lavori venerdì scorso, come prevista dall’ordinanza firmata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ad agosto. Ci abbiamo messo una settimana per finire l’intervento e abbiamo trovato di tutto: vestiti, scarpe, specchi, mobili. Per fortuna non animali”, afferma il presidente del VII municipio Francesco Laddaga

E meno male, perché la signora non solo viveva circondata di oggetti e spazzatura, ma anche di gatti vivi e morti. La casa non veniva pulita neanche dalle feci degli animali. In questo intervento i veterinari non hanno trovato gatti in difficoltà. 

“Ora la casa è completamente sgombera – spiega ancora Laddaga -. C’è stato un intervento di sanificazione. La nostra Asl era sul posto insieme ai servizi sociali che hanno preso in carico la signora. C’è una consistente fragilità e ha bisogno di supporto psicologico affinché questa situazione non si ripeta più”. Che sia la fine di un incubo? Ai posteri l’ardua sentenza, ma da oggi via Lavinio, e i suoi gatti, vivranno più sereni.