lunedì 31 ottobre 2022

ROMOSSI I RICHIAMI DEI BRACCONIERI IN CALABRIA

 Nelle ultime settimane un team del CABS (Comittee Against Birds Slaughter) ha individuato e rimosso una decina di richiami illegali per quaglie nell'agro della città metropolitana di Reggio Calabria. Da Campo Calabro fino a Montebello Jonico il team, lavorando nelle ore notturne, ha rilevato la presenza di ben 40 richiami, un numero altissimo, che dimostra ancora una volta il contesto di illegalità in cui si muovono molti cacciatori della zona. I marchingegni, in alcuni casi rinvenuti blindati, servivano ad emettere il verso della quaglia. Azionati di notte e funzionanti con un timer, avrebbero attirato i volatili migratori che, la mattina ed in tutta calma, sarebbero stati centrati dal fucile dei cacciatori.

 “Quanto scoperto dal CABS in questi giorni – hanno affermato i protezionisti – conferma la gravità della situazione nella città metropolitana di Reggio, riconosciuta come punto cruciale del bracconaggio in Italia, ma ancora in larga parte lasciata nelle mani di bracconieri. Da quando è stato varato il Piano Nazionale Antibracconaggio non ci risultano cambiamenti significativi in Calabria. Avere decine di richiami illegali sparsi per il territorio in un’area così importante per la migrazione di quaglie è inaccettabile e dimostra ancora l’insufficienza dei controlli effettuati”.

Il database predisposto dal CABS con i punti in cui sono posizionati i richiami, è stato consegnato ai Carabinieri Forestali per le opportune indagini.

Ad avviso del CABS, appare assurdo che tali strumenti siano in libera vendita e sistematicamente pubblicizzati in siti web e riviste di caccia. Il CABS pone però l’accento anche sulla legge che regola l’attività venatoria: “Non è possibile – ha commentato il CABS – che l’uso di tali strumenti da parte dei bracconieri sia punito con semplici reati di contravvenzione. Contro i bracconieri bisognerebbe urgentemente adottare reati-delitti così come giustamente già avviene per i reati di maltrattamento ed uccisione relativi ad animali come cani e gatti.

Per i protezionisti il dolore causato da una rosa di pallini sparati su un cane è identico a quello che colpisce, mortalmente, un gruppo di volatili in migrazione ingannevolmente attratti dal richiamo acustico. Perchè sanzionare le due condotte illegali in maniera diversa?