ROMA (2 agosto 2022) Con i canili al collasso a causa delle rinunce di proprietà seguite al boom delle adozioni irresponsabili durante il periodo acuto della pandemia e coi i canili del nord e del centro che a differenza del passato pullulano di cani di grossa taglia in particolare molossi e con i canili del sud dove i cani sono stipati in angusti box in condizioni spesso oltre il limite dell'accettabile, condizioni queste che portano quotidianamente alla morte di alcune decine di cani, torna a galoppare il numero dei randagi che oramai si avvicina al milione di esemplari, cifra purtroppo destinata ad essere raggiunta nei prossimi anni se non si interviene con un preciso progetto di sterilizzazione collettiva. "I randagi sono concentrati specialmente in cinque regioni italiane Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria e Campania e purtroppo dai dati in nostro possesso sono in costante crescita- scrivono in una nota gli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA- e questo purtroppo crea un altro fenomeno gravissimo: quello degli avvelenamenti di massa dei cani randagi, con bocconi sparsi in zone impervie da mano assassine, crediamo- conclude la nota animalista- ascoltando le voci dei volontari che operano specialmente al sul che nel solo mese di luglio siano stati uccisi dal veleno oltre 5.000 cani di cui spesso non si saprà mai nulla".