Dopmani si celebra la festa di Sant' Antonio considerato il patrono degli animali e in molte chiese si celebra un rito definito "la benedizione degli animali", un rito antico che deriva dal mondo contadino dei secoli scorsi, quando specialmente, cavalli, asini e buoi, venivano portati in piazza per essere benedetti in quanto questi animali erano i mezzi di trazione delle fattorie. Oggi questa festa in alcune chiese è stata trasformata in un momento di accoglienza per gli animali domestici, mentre nella maggioranza dei luoghi dove si festeggia Sant'Antonio prevale l'ipocrisia classica di allevatori (coldiretti in primis) e mercanti di vite animali. Infatti si presentano sulle piazze armati di trattori e qualche animale (poi destinato al macello o allo sfruttamento) e in cambio di un sostanzioso oblo al prete di turno (ipocrita peggio degli altri, in quanto la chiesa ritiene gli animali esseri inferiori) una benedizione per se e per i propri animali che poi diventeranno carne da macello. Ma c'è di peggio,infatti in alcune realtà rurali e persino ad Assisi patria di San Francesco (che si rivolta nella tomba) dopo la benedizione degli animali vedono bene di completare la giornata con lauti pranzi ovviamente a base di carne, quella carne che appartiene agli animali fratelli di quelli appena ipocritamente benedetti dal prete di turno. Proprio per denunciare questa assurda ipocrisia AIDAA non partecipa a nessun festeggiamento per Sant'Antonio e invita semmai i preti ad aprire le chiese in queste notti fredde ai clochard con i cani al seguito, ma forse loro (i clochard) a differenza dei ricchi allevatori non possono dare sostanziosi oboli ricavati anche questi dai soldi fatti sulla pelle degli animali. CHE SCHIFO.
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LE PECORELLE PRIMA LE BENEDICONO. POI SE LE MAGNANO.. IPOCRITI... |