lunedì 23 settembre 2019

FRIULI. UN PICCOLO BORGO E' NELLE MANI DEI BRACCONIERI

Allarme bracconaggio in un piccolo borgo friulano, i residenti temono per i bambini

iviamo in un paese piccolo dove ci sono cinque persone di cui due bambini. Di recente mi sono ritrovato un cacciatore armato di fucile nel giardino del mio vicino. Ha minacciato più volte di sparare ai cani che avessero intralciato la caccia".
È il racconto di un residente in un piccolissimo Borgo di Piano delle Farcadizze che conta un numero davvero esiguo di abitanti. Un luogo dove la vita è ancora incontaminata. Un luogo isolato dove l'uomo è ospite di una flora e di una fauna che convivono in totale armonia con gli abitanti del paese. Un luogo in cui è fin troppo facile eludere i controlli con azioni di bracconaggio che minacciano la tranquillità dei cittadini e l'integrità del posto.

I fatti

Più volte, ci racconta il residente, i cani da caccia di tali bracconieri sono entrati nella sua proprietà liberamente a discapito del suo cane. Per di più spari e avvistamenti di uomini armati sono avvenuti e continuano ad avvenire anche nei giorni in cui la caccia non è consentita. (lunedì, martedì, giovedì, venerdì, sabato).
"Più volte nel bosco inoltre sono incappato in reti, trappole alimentari a terra e silos di mais nel bosco per l'uccellaggione. Metodi barbari e illegali che i bracconieri adottano non badando alle regole e creando gravi danni alla fauna locale e catturando anche animali protetti come i cuccioli di volpi".
Un problema che si sussegue da anni e che ora, con la presenza di alcuni bambini, è divenuto particolarmente serio. Nel piccolo borgo infatti si teme per l'incolumità dei bambini che si aggirano liberi per il borgo e che potrebbero essere facilmente colpiti da un proiettile, oltre alla preoccupazione per gli animali domestici, in genere prime vittime di questi fuorilegge.

La lotta al bracconaggio

Negli ultimi anni si è intenificata in regione la lotta al bracconaccio. Il personale appartenente al Noava ha segnalato, neglio ultimi mesi all'Autorità giudiziaria 107 persone e posto sotto sequestro 3.140 munizioni, 26 armi, 190 reti da uccellagione, 118 trappole e tagliole, 43 richiami elettromagnetici, circa 3.800 uccelli tra fauna viva e morta. Numeri frutto di un'attività complessa, che richiede settimane e a volte mesi di perlustrazioni del territorio, anche in zone impervie. Il bracconaggio è infatti diffuso in tutta la regione, dove si privilegia, a seconda delle fasce territoriali, l'uccellaggione o la caccia agli ungulati, soprattutto cervi, caprioli e cinghiali, spesso destinati al mercato della ristorazione illecita. 

Le attività

Recentemente, in un Comune della Carnia, dopo alcune settimane di indagini e appostamenti, un uomo è stato colto in flagranza di reato mentre era intento a recuperare fauna rimasta impigliata nelle reti utilizzate per praticare l'uccellagione.
La conseguente perquisizione ha portato al ritrovamento e al successivo sequestro penale di diversi uccelli, sia vivi che morti, reti e materiali per allestire l'impianto di cattura illegale, vari anelli illegalmente detenuti per avifauna e anche cartucce non denunciate. 
In un'altra recente attività d'indagine, sono state individuate e fermate tre persone che stavano abbattendo specie di avifauna durante il periodo di chiusura generale della caccia. Anche in questo caso, le successive perquisizioni hanno portato al sequestro di fucili, di un silenziatore, di cartucce non denunciate, nonché di reti da uccellagione, numerosi capi di fauna protetta ed animali impagliati illegalmente detenuti.  

L'appello

Il Noava ha voluto infine rivolgere, a chiunque ritrovi reti per uccellagione, tagliole o altri attrezzi destinati alla cattura di fauna selvatica, l'appello ad allontanarsi immediatamente dal luogo senza correre rischi né lasciare segni di presenza e contattare tempestivamente il reparto  (tel. 0432 660092 e-mail: noava.cfr@regione.fvg.it) o la Stazione forestale competente per territorio, fornendo gli elementi utili per l'individuazione del sito.